Storie

L'archeologa e il geologo che coltivano peperoncini incredibili sul Delta del Po

Entrambi con la passione per il piccante coltivano una trentina di varietà di peperoncino ad Argenta in provincia di Ferrara

  • 30 Settembre, 2025

Un’archeologa e un geologo con la passione per il piccante coltivano una trentina di varietà di peperoncino nel Parco del Delta del Po, ad Argenta in provincia di Ferrara. Lisa Manzoli e Alessandro Montanari per i loro rispettivi lavori sono sempre stati abituati a lavorare all’aperto, ma li si può trovare a contatto con la terra anche quando non sono impegnati nelle rispettive attività professionali, ovvero a coltivare peperoncini piccanti.

Una passione trasformata in attività nel 2018. «Siamo partiti dalla passione condivisa della cucina, ci è sempre piaciuto conoscere nuovi sapori e in particolare le spezie. Il peperoncino ci è sempre piaciuto perché si adatta a molte preparazioni, abbiamo cominciato scambiando frutti e semi con gli amici, poi abbiamo deciso di affittare mille metri di terreno cominciando a fare qualche prova di coltivazione – racconta Lisa -. Alessandro è di Argenta ed è sempre stato legato alla campagna, avrebbe voluto riprendere a coltivare la terra del nonno ma non è stato possibile, così abbiamo affittato la terra sotto l’argine del Reno e la casetta del nonno è diventata il logo della nostra piccola azienda “Il Piccate di Argenta”».

Una roulotte azzurra fra i peperoncini

La prova è andata bene e la terra è diventata un ettaro, al centro del quale la coppia ha piazzato una roulotte vintage restaurata e dipinta di azzurro, che è il loro quartier generale dove almeno una volta all’anno aprono al pubblico per la visita in campo, il prodotto viene venduto in mercatini regionali e manifestazioni anche nazionali. «Abbiamo diviso l’appezzamento in tre parti – spiega Alessandro – una la coltiviamo, ora ci sono circa 1500 piante, mentre le altre le teniamo a riposo seminandole prato e leguminose da sovescio. Gli sfalci dell’erba trinciati nutrono il terreno argilloso, non ci servono fertilizzanti».

Viaggio tra i peperoncini

Nel campo de “Il Piccante di Argenta” non solo non si fertilizza, ma si diserba a mano, e da qualche tempo si produce in proprio anche il seme che non sarebbe facile trovare. Fra le varietà coltivate non ci sono infatti solo le classiche italiane, il Diavolicchio calabrese o il piccante a mazzetti dell’Etna, la maggior parte arrivano da altre parti del mondo. I viaggi di Lisa e suo marito Alessandro hanno guidato la scelta delle varietà di peperoncino da coltivare. «Io sono innamoratissima dell’America Latina e infatti abbiamo tante varietà da quelle zone; abbiamo clienti peruviani che abitano ad Argenta che si commuovono ogni volta perché dicono che i nostri peperoncini li fanno sentire a casa, vuol dire che siamo sulla buona strada perché il viaggio in Perù ancora ci manca. Ma a volte i viaggi sono anche occasione di smentite, ad esempio a Cuba non si mangia piccante contrariamente a quanto si possa credere essendo terra di Habanero, prediligono varietà di peperoni dolci».

Ora in campo aperto ad Argenta maturano: Jalapeno, Pasilla bajio e tondo piccante dal Messico, Cayenna lungo dalla Guyana francese, Aji amarillo giallo dal Perù. «Dal Perù arriva anche l’Aji charapita che è molto raro ed avendo frutti piccolissimi serve molto tempo per raccoglierne una quantità discreta, è un po’ lo zafferano dei peperoncini» dicono Lisa e Alessandro.

Il giallo non inganni, non è meno piccante, fra questi ci sono infatti l’Hot lemon, anch’esso peruviano, ottimo come botanica per un gin tonic intenso (ne basta un quarto tagliato per il lungo); giallo è anche il Beni highlands boliviano e il Fatalii giallo africano. Il vasto mondo del peperoncino caraibico, in quel di Argenta si esprime attraverso diverse sfumature di Habanero: red, orange, white, chocolate. Mentre il top della scala di piccantezza lo raggiungono il Naga salmon e il Naga morich indiani, oltre allo Scorpion rosso di Trinidad e Tobago e all’infuocato statunitense Carolina reaper.

La raccolta, iniziata a fine agosto, è in corso e andrà avanti fino a novembre, poi le piante col freddo moriranno. Ma “Il Piccante” produce, oltre ai frutti freschi (che Lisa consiglia di surgelare per poterne conservare la fragranza fino al prossimo raccolto), anche una gamma di trasformati, appoggiandosi a un laboratorio esterno: il classico peperoncino essiccato, triti sott’olio, confetture di peperoni dolci e in mix, ma anche di arance resi piccanti dall’habanero, con peperoncini di diverse varietà e intensità. A poca distanza dal campo di Lisa e Alessandro, la cucina dell’Agrilocanda Val Campotto, condotta da un’altra giovane coppia, propone in carta alcuni piatti piccanti che utilizzano proprio i loro prodotti. «Il bello del peperoncino è che conoscendo le varietà se ne apprezzano le peculiarità aromatiche, dall’agrumato Hot lemon allo speziato Naga salmon o certi Habanero fruttati – spiega Alessandro -, non c’è solo la piccantezza che li caratterizza, i peperoncini sono un ingrediente davvero versatile».

Foto di Mauro Monti

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