Allโombra della Ghirlandina, tra supercar roboanti, chef pluristellati che dominano tutte le classifiche, dinastie che hanno inventato la figurina (Panini) e fiumi di Lambrusco e aceto balsamico DOP e IGP, cโรจ un cibo della tradizione montanara a lungo dimenticato, che piace a Vasco Rossi e sta tornando alla ribalta, tanto che Massimo Bottura lo ha preparato per lโillustre inquilino dellโEliseo in visita alla Francescana.
Agriturismo San Polo – Castelvetro di Modena (foto di Diego Poluzzi)
Bisogna salire verso il fresco della montagna modenese e bolognese per scoprire il borlengo, un cibo povero, chiamato anche borlengo, burleng, burlang, berlengo, berlingaccio, zampanella, forse nato ai tempi remoti dei riti pagani dellโacqua e del sole, che la tradizione orale vuole far risalire a un assedio, quando gli unici alimenti rimasti prima di soccombere, erano acqua, sale, erbe e farina, che vennero combinati efficacemente, creando una sfoglia sottile, poi condita con lardo e Parmigiano, che porrร in salvo gli assediati. Poco importa se l’assedio sia avvenuto a Vignola nel 1396, o cento anni prima nel paese di Guiglia, ma il borlengo, potrebbe anche essersi originato da una burla. La tradizione, tramandata per lo piรน oralmente, vede nel Medioevo il borlengo come cibo tipico del periodo di carnevale, cucinato dallโEpifania fino al martedรฌ grasso; il termine stesso, nella versione dialettale detto โburlangโ o โburlengโ, infatti, sembra derivare dalla parola โburlaโ. In alcuni casi รจ chiamato anche โberlengoโ e โberlingaccioโ, nomi che coincidono con la denominazione antica del carnevale e che legano perciรฒ ancor piรน strettamente il borlengo a questo tempo dellโanno.
Ristorante Amaretto -Spilamberto (foto di Diego Poluzzi)
Un disco di pasta grande e sottile, ottenuto versando una colla densa, a base di farina, acqua e sale, nel โSoleโ, una grande padella bassa e spessa, resa rovente dal fuoco. Dopo pochi minuti di cottura, il borlengo รจ pronto e si farcisce con un battuto di lardo di maiale, aglio, rosmarino, spolverando con abbondante Parmigiano Reggiano. Una vera delizia della montagna, che si prepara a cavallo delle due provincie, fra i comuni di Vignola, Guiglia, Marano, Zocca, Castello di Serravalle, Castel dโAiano, Savigno, in una versione sottile e croccante โche taglia la boccaโ, si dice da queste parti, ma che nel Frignano (la zona di Pavullo), un paio di valli piรน a ovest, si prepara viceversa piรน spesso e soffice. Lโunica farcitura ammessa รจ quella con lardo e Parmigiano, tuttavia i tempi cambiano e non ci si sveglia piรน allโalba per andare a lavorare nei campi, non servono piรน colazioni iper caloriche, e prendono piede anche versioni vegetariane con solo Parmigiano, oppure dolci, con crema di gianduia o marmellata di ciliegie di Vignola, che sono divagazioni dallโoriginale, poco amate dai fondamentalisti.
Vasco Rossi in una foto storica – instagram.com/dontcallmetigella
Uno street food che risorge, dopo che fino a una ventina di anni fa era praticamente scomparso e si preparava solamente nelle feste paesane della montagna. Torna in voga, grazie a ristoratori giovani che puntano a ripercorrere la tradizione e a un nume tutelare come Massimo Bottura, che ha cucinato il borlengo allโOsteria Francescana, riducendolo alle dimensioni di una moneta, in occasione di una visita di Stato del presidente della Repubblica francese Franรงois Holland, e alla chef Jessica Rosval, che lโha messo in carta al Gatto Verde. Ma tornato in voga grazie anche a chi ne custodisce la memoria, come la Pro Loco di Guiglia, che da anni fa corsi per insegnare a fare i borlenghi (nei sotterranei del Castello รจ possibilie visitare il Museo del Borlengo), e come il Museo del Borlengo e del Castagno di Zocca, il paese natale di Vasco Rossi: non sono poche in giro le foto che testimoniano la passione per questa specialitร della rockstar modenese.
Nel 2015 viene pubblicato un libro dedicato al borlengo
Sono una cinquantina i locali che cucinano i borlenghi nel circondario:ย unโex canonica, un vecchio convento restaurato, unโex porcilaia, un hospitale del 1400, ubicati principalmente tra la collina e la montagna, ognuno con una sua personalitร . Il ristorante Amaretto di Spilamberto, qualche anno fa vinse il primato del borlengo piรน grande del mondo e conserva in sala lโenorme Sole, la padella del record. Alla Campagnola di Vignola, ci sono in cucina 16 soli/padelle, per tenere il ritmo dei momenti di punta. Alla Spiga di Vignola, il record di borlenghi mangiati da un solo cliente รจ 21. AllโAgriturismo Beneverchio di Pavullo, i borlenghi (ma anche le crescentine) si cuociono ancora sul fuoco vivo del camino. Allo Spino di Ospitaletto il record รจ 27. Allโagriturismo San Polo di Castelvetro, i Soli utilizzati nella cottura, risalgono al 1700. A Marzabotto c’รจ un ristorante che omaggia la specialitร proprio nell’insegna: Il Borlengo (nella foto di copertina di Diego Poluzzi, tratta dal libro “La Disfida del Borlengo”).
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