ร uno dei simboli della Valle d’Aosta, quasi la bevanda ufficiale. Liquore a base di genepรฌ (artemisia alpina), essenza tipica della regione e del vicino Piemonte (dove si trovano la gran parte dei produttori del liquore). Nel mensile di febbraio del Gambero Rosso gli abbiamo dedicato uno speciale, qui un assaggio.
Si arriva in un rifugio dopo una camminata tra boschi verdi e sentieri rocciosi, stanchi, sudati e bisognosi di ristoro. Dopo un sostanzioso pranzo a base di polenta e fontina, il proprietario si avvicina e chiede: โUn goccino di Genepy, insieme al caffรจ?โ. Chiunque sia stato in Valle dโAosta ha vissuto questa scena almeno una volta.
Il Genepy รจ il liquore piรน famoso della valle, eppure fuori dai confini della regione sembra quasi non esistere. Per secoli lโinfuso di colore giallo-verde, dallโintenso aroma erbaceo e una punta amara a bilanciarne la dolcezza, รจ stato prodotto principalmente in ambito casalingo. Anche a scopo medicinale: si diceva che avesse proprietร digestive, espettoranti e perfino antipiretiche. Negli ultimi anni, perรฒ – anche grazie ad accordi fra produttori e coltivatori, sotto lโegida delle associazioni e con lโinteressamento della Camera di Commercio – le aziende che lavorano con attenzione, rispetto del territorio e della tradizione artigianale sono aumentate. E con loro il numero di produttori che scelgono di puntare su una coltivazione difficile.
Il Genepรฌ (o Genepy, con la ipsilon) รจ un liquore ottenuto dalla macerazione in alcol dellโomonima pianta, unโArtemisia alpina che cresce nelle Alpi occidentali, specialmente appunto in Valle dโAosta e Piemonte. La sua raccolta รจ stata regolamentata dal 1928, quando รจ stato dichiarato specie protetta, e solo dagli anni Settanta la coltivazione ha iniziato a diffondersi (la specie piรน facilmente coltivabile รจ la Mutellina). E il tutto รจ avvenuto nonostante le difficoltร dovute alla fragilitร della pianta, specialmente se coltivata sotto i 2.000 metri.
Emilia Berthod definisce il genepy il suo โfiorellinoโ. Ha iniziato la coltivazione anni fa. โEro a casa in maternitร quando ho visto un opuscolo della Regione: cercavano produttori per una coltivazione sperimentale, un campo di 10mila piantine a 1.400 metri – racconta – Ho cominciato e proseguito piรน per passione che per ritorno economico. Bisogna stare dietro alle piantine come se fossero un orto, ne muoiono tantissime per funghi o altri parassiti, insomma, รจ un lavoraccio, a fine anno me ne restano una manciata. Infatti siamo rimasti in pochi produttori in tutta la regione, quasi tutti i liquoristi comprano le piante dal Piemonteโ. Per anni lโha venduto nei mercatini: un vaso con le piantine e le istruzioni per farlo in casa. Dallโanno scorso, perรฒ, ha iniziato una piccola produzione (1000 litri allโanno): โMi trovo allโinterno del Parco Nazionale del Gran Paradiso che รจ unโarea protetta e mi ha permesso di ottenere il marchio di qualitร โ.
Jair Vidi ha 28 anni e coltiva un campo di genepy a 1.700 metri in Val Ferret. Per lui lโagricoltura รจ una questione di famiglia: โHo ereditato lโazienda agricola e la passione per le piante da mio papร : andavamo sempre a raccogliere essenze spontanee in montagna. Compreso il genepy, che qui raccolgono tutti, anche se il massimo consentito รจ di soli 15 grammi a persona. Dโinverno facevo il maestro di sci, avevo bisogno di un lavoretto. Ho approfittato di un progetto della Regione per riqualificare il genepy come pianta officinaleโ.
Il lavoretto diventa unโoccupazione a tempo pieno e lui inizia a produrre anche il liquore Genepy, appoggiandosi allโOpificio del Doc dellโaltrettanto giovane Luca Merisi, dove si lavora senza coloranti nรฉ aromi officinali: โVolevamo far provare “il vero” Genepy ai valdostani: il gusto reale della pianta, con poco zucchero, con in primo piano il sapore dellโerba e non quello dellโalcol. Senza quelle caratteristiche grossolane che si ritrovano spesso in bottiglie dozzinali, ad esempio la legnositร . Molti sottovalutano il potere dellโacqua nel bilanciamento di tutti gli ingredienti: noi la prendiamo da una fonte di Prรฉ-Saint-Didierโ.
Anche lui, come Emilia, produce il “classico” genepy verde e quello bianco: โI fiori freschi vengono sospesi con un telo – io uso quello della fontina – in una vasca chiusa di alcol a 96ยฐ per 60 giorni, mentre normalmente le piantine essiccate stanno in infusione per circa 40 giorni. Il risultato finale, con i fiori in sospensione, รจ piรน delicato e fineโ.
Paolo Covi รจ amministratore delegato de La Valdotaรฎne, una delle aziende di Genepy piรน giovani – hanno acquisito la produzione nel 2005 dal mastro distillatore Franco Zublena – ma che si stanno impegnando di piรน nel valorizzare le “eccellenze del territorio montano. E per farlo dobbiamo lavorare in sinergia con i produttori”ย spiega Covi. “Firmiamo un contratto di filiera tra liquoristi e coltivatori che garantisca loro un minimo reddito, permettendo a noi di calcolare esattamente i quantitativi che ci servono, e ci permetta di ottenerlo ogni anno. Al momento produciamo 140mila bottiglie”. Il loro Genepy รจ denso, intenso, corposo, molto meno asciutto e zuccherato di quelli a cui siamo sempre stati abituati. Il modo piรน tradizionale di bere il Genepy, oltre al classico โbicchierinoโ, รจ nella grolla. La grolla รจ una speciale coppa chiusa in legno tradizionale della Valle dโAosta: ogni famiglia possiede la propria coppa, con intagli e rifiniture particolari.
La particolaritร della grolla, per cui viene anche chiamata coppa dellโamicizia, รจ che si deve condividere: viene riempita di caffรจ e genepy e passata intorno alla tavola, in modo che ognuno beva dai diversi beccucci. Rifiutarsi di bere, ovviamente, รจ fuori discussione. “La grolla รจ uno sharing cocktail ante litteram”ย sintetizza bene il bartender Mattia Pastori. Lui utilizza spesso il Genepy nei suoi cocktail: “Poco tempo fa sono andato a fare una serata allโArmadillo, vicino a Courmayeur. Uno dei cocktail che ho preparato si chiamava Armadillo Sour o Courmayeur Sour. Il Genepy veniva miscelato con il Mezcal, succo di limone, sciroppo di zucchero, albume e vino rosso locale, un poโ come un New York Sour. Il Genepy รจ uno di quei liquori molto radicati nella tradizione italiana. I barman italiani vanno sempre a cercare prodotti esotici, che nel frattempo allโestero sono diventati comuni, mentre gli italiani abbandonano le nostre tradizioni senza essere in grado di valorizzarle”.
Bernardo Ferro intorno al Genepy ha costruito un concorso, la SkyWay Cocktail Competition, che ha festeggiato la sua quinta edizione: una competizione per bartender i cui partecipanti devono preparare due ricette, una a base di gin locale e una di Genepy. “Ogni brand ha la sua peculiaritร : in generale i genepy si abbinano molto bene con vodka o distillati neutri, con succo di mela per un cocktail montano, con sciroppi floreali”,ย racconta Bernando. “Ora ci sono molte aziende che lavorano bene. Il prossimo passo sarร la Dop: bisogna migliorare ancora, identificare un terroir, avere un disciplinare comune”. La particolaritร del concorso รจ anche la location: la prima fase si gioca al Pavillon du Mont Frรฉty, la stazione intermedia di salita di Skyway Monte Bianco, a 2.200 metri di altezza, e la seconda a Punta Helbronner, a 3.466 m di altezza. Lโanno scorso, perรฒ, a vincere con i suoi cocktail di alta montagna รจ statoโฆ un calabrese.
Il tujone รจ un terpenoide, una biomolecola prodotta dallโArtemisia absinthium e, in piccola parte, da altre specie di Artemisia, che in grandi quantitร risulta tossica per lโuomo. Ne abbiamo sentito parlare soprattutto in relazione allโassenzio, bevanda ritenuta per molti decenni pericolosa per i suoi effetti psicotropi. In realtร quella dellโassenzio come bevanda che rende โfolliโ รจ un mito: non ci sono mai stati studi che provassero in modo definitivo se lโabsintismo, la patologia che a inizio Novecento portรฒ a classificare come illegale la bevanda, fosse in realtร “semplice” alcolismo o meno. La concentrazione di tujone nella bevanda รจ infatti sempre stata molto bassa: non era sicuramente quello a provocare i sintomi nei bevitori, bensรฌ il consumo esagerato di alcol.
Le quantitร massime, stabilite per legge, di tuione nel genepy sono di 35 mg per litro, molto al di sotto della soglia considerata โdi rischioโ per la salute dellโuomo. Eppure in alcuni paesi, come gli Stati Uniti o il Cina, non si puรฒ esportare il genepy. Come spiega Paolo Covi: “Anche solo per esportare il nostro gin, in cui una delle botaniche รจ il genepy, dobbiamo subire molti controlli e analisi”.
Ma al di lร delle restrizioni, grazie allโimpegno di un gruppetto di giovani volenterosi e grazie agli investimenti pubblici della Regione, questo prodotto sembra aver cacciato via qualsiasi rischio di estinzione.
a cura di Giorgia Cannarella
disegni di Marcello Crescenzi
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