L'ora del caffè

La storia del torrefattore che con la sua microroastery vuole creare un ponte tra Napoli e il mondo

Oggi la roastery di Francesco Costanzo è un riferimento sicuro per tantissimi appassionati di caffè, che arrivano da ogni angolo del Paese per incontrarlo o assaggiare le referenze proposte

  • 09 Settembre, 2025

In collaborazione con Caffè Costanzo Microroastery

Il mondo del caffè è affascinante, fatto di storie, di terra e di lavoro, di paesi esotici in cui cresce il prelibato frutto del caffè; fatto di aneddoti e racconti romantici, come quelli sulle navi che partivano dall’Africa e dalle Americhe per giungere sino in Italia; è un mondo fatto di passione e determinazione, come quella che Francesco Costanzo ha saputo mettere in campo per realizzare un vero e proprio miracolo imprenditoriale.

Francesco Costanzo, da garzone di periferia a torrefattore

Ma andiamo per gradi. A 12 anni Francesco fa il garzone di una caffetteria alla periferia di Napoli, e man mano, giorno dopo giorno, tazzina dopo tazzine, inizia ad apprendere il mestiere di barista. Il tempo passa e Francesco inizia ad affinare le sue capacità fino a diventare un talento. È velocissimo,  talmente veloce da ideare una gara di estrazione del caffè espresso con macchina a leva, il Leva Contest, che fa di lui prima il primatista mondiale, con 703 tazzine di caffè erogate in un’ora, poi ambassador della gara, che inizia a fare il giro del mondo, sbarcando fino in Cina, Corea, Thailandia e Stati Uniti.

La passione di Francesco per il caffè  è tale che, dopo anni di caffetteria, nel 2019 decide di fare il grande passo acquistando la sua prima macchina in grado di tostare 1kg di caffè per volta, una scelta che gli cambierà la vita.

Caffè Costanzo: da caffetteria a microroastery

“Caffè Costanzo” diventa una microroastery e il caffè viene tostato sotto gli occhi di clienti increduli, che ogni giorno – passando in caffetteria – hanno l’opportunità di assaporare il profumo del caffè appena tostato e di portarne a casa un sacchetto. Il nome dato al primo caffè in assoluto è “Brigante”, che poco dopo diventa “Scugnizzo”. Si tratta della miscela più emblematica della roastery, un blend di Arabica e Robusta composto da chicchi del Brasile, Colombia e India, tostato scuro per esaltare le note caramellate e cioccolate.

Ma la gamma comprende anche delle monorigini di pregio. Etiopia, Rwanda, Colombia, India, Brasile, man mano il mercato inizia a chiedere nuovi caffè e Francesco, che oggi tosta con una tostatrice super avveniristica di 6kg di batch, inizia a tostare caffè per clienti di tutto il mondo, sia per espresso che per filtro.

Così la caffetteria-roastery diventa un luogo di culto per gli appassionati di caffè, che si incontrano per assaggiare l’ultima miscela o la nuova monorigine. Sono per lo più giovani, universitari, oppure militari americani che provengono dalla vicina base Nato. La roastery diventa spesso luogo di incontro e di confronto.

Intanto la cultura del caffè a Napoli avanza e Francesco crea un’associazione che raccoglie centinaia di baristi, organizza convegni, approfondisce il tema dell’assaggio del caffè ed assiste da consulente diverse aziende.

La microroastery Caffè Costanzo oggi

Oggi la roastery di Francesco Costanzo è un riferimento sicuro per tantissimi appassionati di caffè, che arrivano da ogni angolo del Paese per incontrare Francesco o assaggiare una delle referenze proposte, rigorosamente estratta con una macchina a Leva unica al mondo, realizzata dall’azienda La San Marco ed in bella vista all’interno della caffetteria.

L’evoluzione è il vero segreto di Francesco e della sua microroastery, grazie alla capacità di andare oltre la mera tradizione, che da sempre rappresenta il punto di forza ma anche il più grande ostacolo nel mondo del caffè, perché, ci spiega, “la nostra microroastery nasce da un’urgenza: quella di dare al caffè il rispetto che merita. Dopo anni dietro il banco, ho capito che non bastava servire un buon espresso. Era diventato essenziale comprenderne l’origine, la varietà botanica, il profilo aromatico, il terroir. Ogni lotto che tostiamo è frutto di una selezione meticolosa, di relazioni dirette con produttori e di una tostatura calibrata al grammo, pensata per esaltare le caratteristiche uniche di ogni monorigine. Abbiamo scelto di investire in tecnologia, formazione e cultura, perché crediamo che lo specialty coffee non sia una nicchia, ma un linguaggio universale.

Il nostro obiettivo è creare un ponte tra Napoli e il mondo, mantenendo viva la tradizione della macchina a leva, ma integrandola con una visione contemporanea, fatta di tracciabilità, sostenibilità e ricerca sensoriale. Ogni caffè che esce dalla nostra roastery è il risultato di anni di studio, errori, intuizioni e passione. È il mio modo di restituire qualcosa a una città che mi ha dato tutto, e di dimostrare che anche da Frattaminore si può parlare al mondo intero, una tostatura alla volta.”

> Leggi tutti gli articoli sulle torrefazioni italiane nella sezione web “L’ora del caffè”

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