A Roma risorge una storica rosticceria. Riapre Franchi a Prati, ma con un altro nome

29 Nov 2023, 10:11 | a cura di
Nuovo nome, nuovi titolari e tantissime aspettative da parte di chi è cresciuto a supplì e mozzarella in carrozza di Franchi. La vecchia rosticceria romana si prepara ad aprire e si chiamerà Gabrini

Chi va, chi viene, chi ritorna. La piazza romana è così, tante solide certezze che, tutto a un tratto, abbandonano la nave. Ma com’è che si dice? Certi amori non finisco, e dopo un giro immenso - a nemmeno un mese dalla chiusura del bar Euclide ai Parioli, che ha segnato la fine di un'epoca - la zona di Prati si prepara a riaccogliere Franchi. Una rosticceria amatissima nel quartiere, che nel 2021 aveva chiuso i battenti dopo quasi un secolo di storia, passando in mano alla famiglia Castroni, famosa nella Capitale per la sua torrefazione e gastronomia di nicchia.

Gabrini, la nuova vita della gastronomia Franchi

Ora si chiamerà Gabrini, omaggio a Cola di Rienzo (al secolo Lorenzo Gabrini), la strada più importante di Prati su cui affaccia la nuova gastronomia, la cui apertura è prevista per i primi di dicembre. A dare la notizia, CiboToday, che ha sbirciato all’interno dei locali dove si scorgono richiami al vecchio stile della bottega, che manterrà l’ampia proposta di pane, polli arrosto, salumeria. Oltre alle tante specialità in vendita, soprattutto durante il periodo delle feste.

Della proposta non si sa ancora niente, ma le premesse qui ci sono tutte. Il cibo di qualità è sempre stato di casa, fin da quando i fratelli Benedetto e Felice Franchi aprirono i battenti negli anni ’20. Approdati nella Capitale da Norcia, la loro avventura cominciò nel 1910 come garzoni di bottega, prima di mettersi in proprio con due punti vendita, uno a Borgo Nuovo e l’altro in Prati.

Il ritorno della rosticceria

Durante la Seconda Guerra Mondiale, però, il duo si sciolse, e solo Benedetto rimase al comando di quello che era ormai diventato un punto di riferimento per i buongustai romani. A portare avanti la gestione ci pensò il figlio Pietro negli anni ’60: è a lui che si deve la vera svolta della vecchia salsamenteria, che da “semplice” bottega delle delizie iniziò ad assumere sempre più l’aspetto di una gastronomia. Anzi, una rosticceria per essere precisi, con polli arrosto, verdure e timballi di pasta, piatti pronti per l’asporto che assicuravano una pausa pranzo golosa a tutti i passanti. E che oggi qualsiasi abitanti della zona si augura di ritrovare.


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