LโEpifania tutte le feste porta via. Ma non la voglia di dolci e leccornie: anche il 6 gennaio in Italia รจ tradizione riunirsi in famiglia per concludere il periodo natalizio e consumare gli ultimi superstiti di pranzi e cene abbondanti: panettoni, pandori, torroni, ma anche tantissime caramelle, colorate sorprese che riempiono le calze dei piรน piccoli. Esistono perรฒ altri dolci tipici, spesso dimenticati, un poโ come la festa stessa, unโoccasione sempre meno sentita rispetto al 25 dicembre.
Sorella minore del Natale, seppur altrettanto golosa, lโEpifania ha smesso da tempo di esercitare quel fascino incantevole sui piรน piccoli, forse perchรฉ vigilia di un ritorno alla routine poco atteso dopo una lunga pausa. Eppure, un tempo il giorno della Befana era un momento magico per i bambini italiani: era infatti la dolce vecchina a regalare doni e dolciumi ai piรน bravi e carbone ai ragazzi disobbedienti, ben prima dellโavvento del piรน famoso โcollegaโ sulla slitta. Prima di fare luce sui prodotti della tradizione, รจ bene allora raccontare qualche aneddoto su questo personaggio.
Nonostante lโEpifania venga celebrata anche altrove, la leggenda della Befana รจ tutta made in Italy. E questa รจ una delle poche certezze, perchรฉ sulle sue origini negli anni sono nate molte teorie diverse. Secondo alcuni potrebbe essere legata alle figure dei Re Magi, che durante il percorso verso Betlemme si fermarono a chiedere indicazioni a unโanziana signora, invitandola poi a unirsi a loro. La donna rifiutรฒ, pentendosi subito dopo, e per rimediare iniziรฒ a regalare dolci a ogni bambino che incontrava, sperando di trovare prima o poi Gesรน.
Unโaltra ipotesi ritiene che il mito sia invece connesso a degli antichi riti propiziatori pagani che i romani seguivano per dodici notti dopo il solstizio di inverno, periodo durante il quale si credeva che delle figure femminili volassero sui campi coltivati come auspicio di fertilitร . Cโรจ poi chi crede che la Befana non sia altro che la dea lunare Diana, protettrice della caccia e della vegetazione, ma รจ molto probabile che si tratti piuttosto di un simbolo dellโanno solare giunto al termine: la donna viene rappresentata sempre in etร avanzata, generalmente vestita di stracci, proprio a indicare la natura ormai spoglia. Sua fedele compagna รจ la scopa, su cui vola la notte fra il 5 e il 6 gennaio per portare doni ai bambini.
Una delle piรน antiche preparazioni dolci dellโEpifania, diffusa soprattutto nelle province di Cuneo e Alessandria. A base di farina, burro, uova, lievito e agrumi canditi, questa focaccia รจ una sorta di pan brioche ottenuto grazie a una lunga lievitazione, solitamente guarnita con uva passa e canditi. A seconda della zona, la ricetta contempla ingredienti diversi, e soprattutto assume forme differenti, anche se le piรน comuni restano il sole e la margherita.
Secondo la tradizione, allโinterno dellโimpasto deve essere inserita una moneta di buon auspicio, augurio di fertilitร e fortuna per chi la troverร . Secondo unโaltra usanza popolare, invece, bisogna inserire due fave secche, una bianca e una nera: chi consumerร la fetta con la fava bianca dovrร pagare lโintera focaccia, mentre chi troverร quella scura dovrร offrire il vino.
Molto popolari nelle zone della Versilia e della Lucchesia, questi biscottini vengono preparati il 5 gennaio e servono a riempire dei canestri che saranno messi sul camino, al posto della classica calza della Befana. Benchรฉ oggi siano stati sostituiti in parte da dolci piรน industriali, restano dei prodotti immancabili per il giorno dellโEpifania, soprattutto a Lucca e dintorni. La ricetta prevede farina, zucchero, burro, uova, lievito, latte, scorza dโarancia, un pizzico di sale e un bicchierino di rum. Per decorarli si usano i classici confettini colorati.
Sono i tipici biscotti โda inzuppoโ, perfetti da gustare al mattino con un bel bicchiere di latte o a merenda per accompagnare una tazza fumante di tรจ. Friabili e leggeri, anche grazie allโassenza di burro, gli anicini erano un tempo riservati alle famiglie piรน in vista, che amavano accompagnarli con il rosolio. Come si intuisce dal nome, ingrediente decisivo della ricetta รจ lโanice, ma sono presenti anche uova, farina, zucchero e acqua aromatica ai fiori dโarancio. Caratteristica รจ poi la cottura: lโimpasto viene diviso in piรน filoni che, una volta cotti, vengono suddivisi in tanti piccoli pezzi per essere nuovamente infornati fino a completa doratura.
Dolcetti dalla forma curiosa e originale, preparati nel Varesotto e dalle origini incerte: si tratta di specialitร di pasta sfoglia che ricordano appunto la forma di un cammello, con buone probabilitร legata ai Re Magi, che il giorno dellโEpifania arrivano a Betlemme a cavallo di questi animali, simbolo di forza, pazienza e capacitร di sopportazione. Si trovano in tutte le pasticcerie e forni locali per un periodo brevissimo, generalmente da inizio gennaio fino al 6, e ne esistono piรน versioni. Tutte le formine risultano lucide perchรฉ glassate con acqua e zucchero prima di essere infornate, e nelle varianti piรน ricche possono essere farcite con crema pasticcera, panna o confetture.
Marantega in dialetto veneziano significa proprio Befana. Il capoluogo veneto รจ infatti particolarmente legato a questa figura, tanto da dedicarle da anni una regata speciale, la Regata delle Befane, a cui partecipano i soci piรน vecchi della Bucintoro, antica societร di canottaggio, tutti travestiti da befane. Ma torniamo al cibo: qui si mangia la pinza de la Marantega, un pane dolce lievitato arricchito con uvetta, grappa, fichi secchi, pinoli e arancia candita, in passato preparato dalle famiglie contadine e cotto sotto la cenere dei falรฒ, coperto da foglie di cavolo.
a cura di Michela Becchi
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