โCโรจ stato un tempo in cui lโEuropa rideva della cucina inglese, e cโรจ stato un momento in cui iniziavano a riderne anche molti inglesi. Ma quel tempo รจ cambiato, e continuerร a cambiareโ.ย A scriverlo รจ una storica del cibo fiamminga Regula Ysewijn, sul web conosciuta come Miss Foodwise, โil blog รจ attivo dal 2011, ma oggi lo uso solo per aggiornare i lettori sulle novitร โ. Lโargomento? Il cibo britannico, spesso dimenticato e poco valorizzato, per Regula โonesto ed essenzialeโ. Troppo a lungo nascosto nei libri accademici, โecco perchรฉ ho iniziato a parlarne: volevo portare la storia della gastronomia alla portata di tuttiโ. Lo ha fatto con il blog, poi con i libri: โPride and Puddingโ, โThe National Trust Book of Puddingsโ, โBrits Bakboekโ, โOats in the North&Wheat from the Southโ, โThe Official Downtown Abbey Christmas Cookbookโ (a cui si aggiunge quello sulle caffetterie belghe, โBelgian Cafe Cultureโ). La sua passione? Senza dubbio i pudding, raccontati da poco anche in lingua italiana con lโedizione di Guido Tommasi Editori.
Foto e racconti sono di Regula, il marito Bruno Vergauwen ha invece curato le illustrazioni che accompagnano ogni pagina. Un volume fittissimo, denso di informazioni, una celebrazione della cucina inglese nella sua essenza piรน pura, โcon le ricette British non si scherza, non ci si puรฒ nascondere dietro a decorazioni elaborate: quello che ti mangerai รจ cosรฌ, come lo vediโ. Una dichiarazione dโamore che รจ al contempo un compendio storico prezioso, โla ricerca delle fonti รจ la parte piรน importante per chi fa il mio mestiere, altrimenti si rischia di ripetere teorie falsate per anniโ. Non รจ certo il caso dellโautrice, che nellโintroduzione indugia a lungo sulla storia dei pudding, che รจ anche quella della cucina britannica, in parte del Paese. Le ricette sono ricche di dettagli, aneddoti, racconti di luoghi e genti, re e regine, scrittori e cuochi. Tutti coloro che hanno cantato le lodi di una cucina che nel tempo โsi รจ evoluta molto piรน di quella francese o italiana, prima per gli invasori dellโisola, poi a causa delle conseguenze religiose della riforma protestanteโ.
ร proprio il pudding, quella preparazione che tutti associano al dolce ma che รจ stata collegata a fine pasto solo dal Novecento, a tracciare i confini dello sviluppo della gastronomia inglese. Ma cominciamo dalle basi, dallโetimologia, che porta in due direzioni: potrebbe derivare dal latino botellus, salsiccia, da cui con buone probabilitร si รจ arrivati al francese boudin, oppure dal germanico pud, gonfiare. Fondamentalmente, pudding รจ il nome di un impasto che viene preparato nel budello di un animale, avvolto in un telo e messo in uno stampo: nella categoria rientrano quelli bolliti o al vapore, quelli fatti in forno, i pudding di pane o di pastella, di latte e anche le gelatine. La prima comparsa nella letteratura europea risale allโ800 a.C. con lโOdissea di Omero, ma quel che รจ certo รจ che la pietanza ha fatto sempre parte dellโalimentazione degli inglesi. Fin dallโepoca romana, quando offriva la possibilitร di cucinare altro insieme al piatto principale, preparando tutto in unโunica pentola, fino ad arrivare ai normanni, che elaborarono una cucina piรน sontuosa, portando tecniche e ricette adottate dalle aree del Mediterraneo, e soprattutto le spezie.
Nel Medioevo i banchetti si fecero sempre piรน sfarzosi, tanto che nel 1407 per lโinsediamento del vescovo Clifford โvenne preparata una gelatina a forma di castello, con un diavolo e un prete al centro di un fossato di cremaโ. Le parole di Regula scorrono lisce una dopo lโaltra, segnando i contorni di un Paese che muta di continuo, trasformando anche la tavola, ora opulenta, ora basilare. Mette a fuoco le tappe piรน influenti, come la riforma anglicana, che bandisce le pietanze complicate, โconsiderate ingannevoli, cattoliche e francesiโ, elevando la cucina inglese a โuna forma di nazionalismoโ. Ci si ribella con il cibo, prendendo una posizione netta: โLa cucina divenne una dichiarazione politica. Cucinare alla vecchia maniera sarebbe stata una prova che si era cattolici e non fedeli al reโ. Piรน tardi, in epoca elisabettiana, le ricette dei pudding iniziano a comparire regolarmente, e quelle dolci finiscono sulla tavola del signore del feudo.
Cambio di scena. Stesso set, un secolo dopo. NellโInghilterra georgiana si comincia a produrre piรน padelle, la cristalleria viene trasformata in bicchieri e contenitori per creme e gelatine, i biancomangiare vengono preparati in stampi speciali creati dai produttori di ceramiche dello Staffordshire. Da metร Ottocento, mentre la produzione di stampi in rame e terracotta continua ad ampliarsi, i libri di cucina cominciano a prendere sempre piรน piede e nascono i primi volumi dedicati ai pudding. Eliza Acton, Georgiana Hill, Massey e Sons, Mary Jewry: sono le autrici di alcuni dei testi piรน importanti, da cui presero vita nuove ricette e tecniche di cottura. Altra svolta avviene nel 1911 con Grimwades, produttore di ceramiche che inventa il Quick-Cooker, uno stampo che non richiedeva piรน lโuso di un telo โe dimostrava il bisogno di semplicitร che la gente ricercava in quel periodoโ.
Facciamo un salto temporale lunghissimo e arriviamo agli anni โ80. ร difficile trovare un ristorante che serva dei tradizionali pudding inglesi, โallora la regola era un carrello con tutti i tupi di gรขteaux e dolci dal nome franceseโ. Eppure, nella zona del Cotswolds, qualcuno ci ha creduto al punto da formare un club: il Pudding Club, creato dalla coppia Keith e Jean Turner, con la voglia di far rivivere il mitico dessert made in England. Ci si riunisce ancora oggi una volta a settimana, agli incontri partecipano persone da tutto il mondo che possono alloggiare in camere a tema nellโhotel che dร ospitalitร al gruppo. Unica condizione: bisogna attenersi alle regole del Pudding Club. Negli anni โ90, in risposta al ritorno dei laboriosi piatti francesi, le persone iniziano a desiderare di nuovo โil cibo onesto di un tempo: roast beef con Yorkshire pudding e salsa, verdure glassate al miele, salsicce e purรจ, pie fatte come si deve e pudding di carneโฆ cibo che ti riempie e che nutre lโanimaโ.
Oggi la cucina inglese sta vivendo un momento di rinascita, โla scena ristorativa offre tutto ciรฒ che desideri, a qualsiasi prezzo. In Belgio guardiamo proprio agli inglesi per prendere lโispirazione. E poi ci sono i gastropub, dove si possono fare dei pasti molto soddisfacentiโ. Il fenomeno dei gastropub ha rappresentato una piccola grande rivoluzione per la cucina inglese moderna, portata avanti anche da cuochi rockstar come Marco Pierre White, e poi grandi chef come Heston Blumenthal, che attorno alle fondamenta della gastronomia britannica, โhanno costruito un concetto di ristorante del tutto nuovoโ. Anche i pudding stanno gradualmente tornando alla ribalta, โvengono notati e rispettati di nuovo al di fuori delle mura domesticheโ. ร il piatto per cui il Paese รจ stato lodato per molti secoli, โla quintessenza del Regno Unito in ogni sua forma. ร lโorgoglio della gastronomia inglese. ร il pudding. Pride and puddingโ.ย
Per 2 stampi per pie in metallo ad 20 cm
2 fette di pane tagliate a pezzetti
25 g. di uvetta
350 ml di latte
50 ml di panna densa
1 scaglia di macis
2 cucchiai di zucchero di canna chiaro
4 tuorli o 2 uova intere
2 cucchiaini di zucchero, per spolverare
Burro q.b. per imburrare
Scaldate il forno a 180ยฐC e imburrate gli stampi. Imburrate le fette di pane e disponetene uno strato sul fondo degli stampi con il lato imburrato verso lโalto. Distribuite sopra lโuvetta. Per la crema, scaldate a fiamma bassa il late, la panna, il macis e lo zucchero di canna i nun pentolino. Sbattete le uova in una ciotola, aggiungete un poโ della miscela di altte caldo alle uova e sbattete bene prima di aggiungere gradualmente il resto della miscela di latte, sbattendo di continuo. Versate la crema sullo strato di pane preparato e spolverate con lo zucchero. Cuocete sul ripiano centrale del forno per 20-25 minuti, finchรฉ la crema si รจ rassodata e la superficie รจ ben dorata. Servite con gelato alla vaniglia.
Pride and Pudding, Regula Ysewijn โ ed. Guido Tommasi Editore โ pp. 367 โ Euro 35,00
a cura di Michela Becchi
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