La pesca รจ unโattivitร millenaria che per molti aspetti e tecniche รจ rimasta nei secoli immutata. Oggi, in assenza di tutele e di un equilibrio tra ambiente e lavoro, rischia di vedere presto la sua fine, sia per depauperamento di risorse ittiche nei nostri mari e sia per mancanza di lavoratori del settore. Almeno in Italia.
โVent’anni fa Manfredonia aveva una flotta di oltre 500 pescherecci, adesso le barche presenti non arrivano neppure a 300โ, racconta Giovanni, un ex pescatore adesso ottantenne, mentre guarda il porto dal balcone della propria casa nei pressi della stazione semi-abbandonata della cittadina pugliese. โMolti pescatori sono emigrati in altri porti dellโAdriatico, piรน a nord, o semplicemente hanno smesso di pescare per tutte le problematiche che la pesca oggi comporta โ dice โ e il risultato รจ che quasi la metร dei manfredoniani in etร adulta รจ disoccupataโ. Secondo gli ultimi dati statistici, Manfredonia รจ uno tra i principali porti italiani per numero di imbarcazioni dedite alla pesca; per quanto, se si considera la stazza lorda, il primato spetta al porto di Mazara del Vallo che schiera circa 220 imbarcazioni con 16.725 tonnellate di stazza lorda complessiva.
Per quanto il consumo di pesce negli ultimi anni sia aumentato vertiginosamente, dal 1988 a oggi le flotte dei porti italiani si sono letteralmente dimezzate, cosรฌ gli equipaggi e il pescato; contemporaneamente, perรฒ, รจ raddoppiata la dipendenza del pesce importato dallโestero. La pesca in Italia continua a dare lavoro a circa 35mila persone con una flotta peschereccia di 11.926 unitร concentrate essenzialmente in Sicilia e in Puglia, e una produzione attribuibile alla cattura che se nel 2016 arrivรฒ a 185.300 tonnellate oggi รจ scesa a 130.085. Numeri drasticamente calati negli ultimi trentโanni, per una marineria sempre piรน in crisi a causa dellโaumento del prezzo del gasolio e dellโabbassamento di quello del prodotto, normative restrittive, zone di pesca interdette, multe salate e altri cavilli burocratici. I governi italiani degli ultimi decenni oltre a essersi apparentemente disinteressati dei lavoratori del mondo della pesca, non sono riusciti a risolvere la problematica sulle acque territoriali, le quali si estenderebbero di norma per 12 miglia marine da ogni costa, e sulle โacque conteseโ con i paesi marittimi confinanti che al contrario del nostro paese spesso dispongono in mare di vere e proprie ZEE โzone economiche esclusiveโ.
Nel Mediterraneo a guadagnarci sono stati soprattutto gli stati che si affacciano sui nostri stessi mari, la Francia, la Croazia, ma anche i paesi del Nordafrica. Dagli anni โ70 a oggi la pesca intensiva e lโinquinamento hanno in generale ridotto fortemente la fauna ittica del Mediterraneo: sulle nostre tavole ormai il 60% del pescato arriva da mari non italiani, spesso extraeuropei, in particolari dallโOceano Indiano e Pacifico. I paesi scandinavi, per esempio, anche a causa della loro posizione geografica piรน isolata in mezzo ad acque internazionali, dispongono di imbarcazioni industriali strutturalmente piรน grandi e adatte a pescare in profonditร . A discapito della pesca di cattura in mare aperto, รจ aumentato inoltre il pesce โpescatoโ in acquacoltura, che ha ricevuto negli ultimi dieci anni aiuti dallโUnione Europea superiori ai 320 milioni, ovvero quasi il 40% della spesa europea per lโittica. La Cina immette sul mercato annualmente circa 81 milioni di tonnellate di pesce, tre quarti dei quali pescati โin cattivitร โ.
La conseguenza di questi cambi di prospettiva interni al mercato ha fortemente disastrato il settore italiano della pesca. Il lavoro del pescatore รจ sempre meno ambito e salvaguardato, gli eccessivi costi di manutenzione delle imbarcazioni, la crisi ambientale con gli inevitabili periodi di fermo pesca (i quali durano circa un mese) o i conflitti internazionali, oltre anche al recente aumento dei prezzi del gasolio, stanno ulteriormente portando il settore al collasso. Basta osservare che, sempre dal 1991 a oggi, sono state demolite in Italia quasi 6.000 imbarcazioni, soprattutto quelle per la pesca a strascico che รจ la piรน rappresentativa dei nostri mari.
Per pesca a strascico si intende quella praticata a non meno di 50 metri di profonditร e all’interno di una fascia compresa tra 3 e 6 miglia dalla costa. Le imbarcazioni che pescano con reti a strascico sono circa 2.241 e rappresentano circa il 13,8% della flotta, anche se, dal punto di vista delle capacitร , sono circa il 44,5% del tonnellaggio di stazza lorda. Si parla invece di piccola pesca quando la pesca รจ effettuata con piccole imbarcazioni lungo le coste, entro le 2-3 miglia, utilizzando reti da posta e altri strumenti.
La piccola pesca conta su circa 8.680 unitร , e rappresenta il 53% della flotta, ma per le ridotte dimensioni delle imbarcazioni non supera per tonnellaggio di stazza lorda totale il 12% della flotta italiana. Le restanti unitร del sistema dโaltura e polivalente, ovvero quelle che praticano piรน tipi di pesca compresa quella a strascico, ma anche usando palamiti o reti a circuizione – tecnica indirizzata a pesci che vivono in banchi come il pesce azzurro – rappresentano infine il 25% della flotta. In questo contesto il primato produttivo รจ rappresentato dai porti del sud della Sicilia, che da sola costituisce il 24% del numero di unitร da pesca e il 31,5% del tonnellaggio di stazza lorda. Seguita dai porti del versante Adriatico โ quelli pugliesi in primis โ che rappresenta invece il 35,2% delle unitร e il 40,5% del tonnellaggio.
a cura di Moises F. Bassano
foto di Giacomo Sini
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ย Nel mensile di agosto del Gambero Rosso le tecniche di pesca tradizionali: dal trabucco ai โretoniโ. Ma che impatto ha la pesca sugli oceani? Secondo una ricerca condotta dalla FAO, in tutto il mondo piรน di 650 mila tonnellate di materiali da pesca vengono abbandonati nelle acque, questo rappresenta un grande pericolo per la salvaguardia dellโambiente. La storia di Donato, pescatore a Livorno: โprima quando uscivamo per mare alla radio VHF si ascoltavano di frequente lunghe conversazioni tra pescatori, adesso invece รจ molto piรน raro, sarร che ci sono meno barche in giro o piuttosto che le persone hanno meno il desiderio di confrontarsiโ. Abbiamo stilato dieci mercati ittici, i piรน importanti in Italia, tra cui, il gioiello gastro-culturale veneziano: la loggia maggiore della pescheria di Rialto. E non รจ tutto, il Gambero Rosso ha selezionato dieci insegne (e dieci piatti) popolari legati alla tradizione marinara nei luoghi piรน importanti per la pesca e per i mercati del pesce. Scopri questo e molto altro nel nuovo numero di agosto.
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