Amato da chi cerca un’alternativa più gentile al caffè tradizionale e promosso come tonico naturale per mente e corpo, il caffè ai funghi unisce la cultura del caffè di qualità agli estratti di funghi medicinali, alcuni usati da secoli nella medicina tradizionale cinese. Ma che cos’è davvero questa bevanda diventata ormai un cult del benessere?
Il caffè ai funghi è una miscela di caffè vero e proprio, normalmente arabica, con l’aggiunta di polveri o estratti derivati dai cosiddetti funghi funzionali. Tra i più utilizzati si trovano il lion’s mane (Hericium erinaceus), il reishi (Ganoderma lucidum), il chaga (Inonotus obliquus), i cordyceps e il turkey tail (Trametes versicolor). Ciascuno di questi funghi è tradizionalmente associato a determinati effetti benefici: miglioramento della memoria e della concentrazione, rafforzamento del sistema immunitario, maggiore resistenza fisica o riduzione dello stress. A differenza dei funghi psichedelici, i funghi funzionali non hanno alcun effetto allucinogeno o psicoattivo.
La preparazione è piuttosto semplice. Le aziende produttrici solitamente tostano caffè di qualità e vi aggiungono polveri derivate da estratti fungini, spesso realizzati tramite un processo a doppia estrazione che dovrebbe garantire una maggiore disponibilità dei composti attivi. Il risultato è una bevanda calda, simile al caffè normale per aspetto e sapore, ma con una dose di caffeina più bassa. In media, una tazza di mushroom coffee contiene tra i 40 e i 60 milligrammi di caffeina, contro i circa 95 milligrammi del caffè tradizionale. Esistono anche versioni completamente prive di caffeina, pensate per chi desidera limitare o eliminare del tutto questo stimolante.
La popolarità di questo caffè è legata alla promessa di una stimolazione più pulita e duratura, priva degli effetti collaterali talvolta associati al caffè, come l’ansia, il nervosismo. Alcuni consumatori riferiscono di sentirsi più lucidi e meno agitati, anche dopo il consumo quotidiano. A questo si aggiunge l’interesse, sempre più diffuso, per ingredienti naturali e funzionali, che vanno oltre la semplice nutrizione e ambiscono a supportare il benessere in modo olistico.
Dal punto di vista scientifico, però, le evidenze sui benefici del mushroom coffee sono ancora limitate. La maggior parte degli studi che riguardano i funghi funzionali sono stati condotti su animali o in vitro, oppure si basano sull’impiego di alte dosi di estratti concentrati, ben superiori a quelle presenti in una normale tazza di caffè ai funghi.
Per quanto riguarda il gusto, molti consumatori rimangono sorpresi nel constatare quanto poco sapore di fungo abbia effettivamente la bevanda. Le versioni ben formulate tendono a mascherare l’umidità e l’amarezza tipica dei funghi, mantenendo un profilo aromatico simile a quello del caffè tradizionale, talvolta con note leggermente terrose. In alcuni casi, la consistenza può risultare più corposa, ma nel complesso l’esperienza non si discosta molto da quella di una tazza di caffè convenzionale.
A rafforzare la popolarità del mushroom coffee è senza dubbio il crescente interesse del mondo della moda e delle celebrità per questa bevanda, ormai protagonista anche su Instagram e nei menù dei caffè più trendy. Tra le più entusiaste sostenitrici figura Meghan Markle: la duchessa del Sussex, da tempo appassionata di benessere e alimentazione naturale, nel 2024 è apparsa in un video del marchio californiano Clevr Blends, che propone superfood latte arricchiti con funghi medicinali adattogeni e probiotici. Meghan non è solo fan del brand, ma anche investitrice, e con il suo endorsement ha contribuito a rendere virale questo caffè
Il mushroom coffee segue così l’onda di altri trend funzionali amati dalle celebrity. Non stupisce quindi che il caffè ai funghi stia diventando sempre più un accessorio wellness e di lifestyle.
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