Il rosso รจ fatto con gli scarti della produzione di passate di pomodoro oppure con i fichi d’India, il verde con le erbe aromatiche, l’avorio con il riso: sono tutti coloranti vegetali, spesso residui di produzione dell’industria alimentare quelli usati da Chiara Ravaioli di Fornice Object nei suoi vasi. Realizzati con una tecnica che mixa manualitร artigiana e stampa 3d, sono prodotti in PLA, un polimero biodegradabile al 100% usato spesso per le stoviglie compostabili: si tratta infatti di un acido polilattico estratto dalla barbabietola da zucchero, dal mais o da altre piante con processi industriali e poi colorato con pigmenti derivati da vegetali essiccati e polverizzati. Detta cosรฌ pare facile. E invece non lo รจ, perchรฉ se in teoria si possono usare tutti i materiali, in pratica le variabili sono moltissime, soprattutto se si parte da prodotti organici, ma per avere un buon risultato bisogna avere un filo con una struttura uniforme una consistenza ben precisa e la giusta proporzione tra il materiale e il colore. Essendo una tecnica relativamente nuova, perรฒ, non c’รจ uno storico cui fare riferimento per questo tipo di prodotto. L’unica cosa da fare รจ andare per tentativi, fare moltissime prove e accumulare informazioni.
Il caffรจ, per esempio, รจ difficile: ยซsi sfalda e a una certa temperatura non si solidifica ma si scioglie, considera che in genere il bilanciamento si fa a 180 gradi; perciรฒ dobbiamo fare altre prove, abbassare il quantitativo di caffรจ e alzare il polimeroยป, pure con la potatura degli olivi รจ complicato: ยซlo abbiamo provato ma la composizione non era costanteยป, il riso ha una sua particolaritร perchรฉ รจ piรน duro, mentre con la pelle del pomodoro bisogna ritarare ogni volta in base al prodotto che arriva e all’intensitร del colore, ยซse รจ piรน o meno scuro cambia anche la densitร ยป, cosรฌ ovviamente prodotti diversi โ per esempio erba e salice โ hanno comportamenti diversi, e il filo cambia di conseguenza: a volte รจ piรน fibroso a volte meno, a volte non รจ pronto, altre non รจ pulito – ยซha come delle bavette che rovinano il risultatoยป – oppure รจ troppo fragile e si rompe mentre si stampa, ยซin quel caso si reimpasta e si ricomincia da capoยป, un po’ come con i lavori a maglia.
Avere il giusto filato รจ uno degli ostacoli maggiori. Non l’unico: alcuni colori sono soggetti a una stagionalitร , un po’ come nella cucina. ยซSono stata senza il rosso del pomodoro per 6 mesi, poi ho cominciato a usare un filo con pigmenti di fico d’India che perรฒ รจ piรน scuroยป stessa cosa per il verde: prima usava i semi di melograno, poi le erbe aromatiche, ottenendo tonalitร differenti. ยซL’estetica in questo caso si deve adeguare al materiale disponibile, un prodotto naturale ha i sui colori che non si possono alterare se non aggiungendo additivi, cosa che non voglio fareยป. Qualcuno all’inizio ha storto il naso, ma poi alla fine il messaggio รจ passato. La grande differenza, rispetto ad altri prodotti realizzati con la stampante 3d, รจ la finitura opaca e molto materica. ยซNei lavori con la stampante 3d praticamente non esistono i materiali opachi, perchรฉ quando si scaldano il risultato รจ sempre molto plasticosoยป.
Il PLA lo ordina giร pronto da un fornitore siciliano che manda delle bobine simili a quelle dei filati tradizionali, con lui c’รจ una collaborazione stretta โ il filo rosso colorato con fico d’India per esempio รจ stato praticamente prodotto per lei – fatta di sperimentazioni per ottenere i fili adatti e nei colori desiderati, e anche questo non รจ scontato: ยซcon le vinacce รจ venuto marrone anzichรฉ rossoยป. Anche la lavanda che Chiara e la sua famiglia hanno piantato per questo scopo deve essere essiccata correttamente perchรฉ non perda colore e non si rovini, una volta pronta viene aggiunta al polimero e si procedere all’estrusione del filo da usare nella stampante 3d. La prima l’ha acquistata nel 2017, l’anno successivo alla laurea a The University of the Arts di Londra per cui aveva portato un prototipo di questo progetto. Tornata a casa ha continuato a lavorare su quell’idea, ancora poco piรน che un passatempo, fino a che non ha registrato il marchio Fornice Object nel 2019. Nel frattempo ha differenziato la produzione tra ceramiche e PLA, iniziando la sperimentazione con i pigmenti naturali. Il passaggio successivo sarebbe coinvolgere aziende conserviere: loro possono assicurare un prodotto costante visto i grandi quantitativi di residui alimentari da smaltire.
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