L’Italia si avvicina alla raccolta condizionata da scorte abbondanti, prezzi in discesa e incertezze sui mercati. Ma quella 2019 non dovrebbe essere una produzione monstre come lo scorso anno. Incoraggiante il dato sull’export dei 4 mesi. Ma come sta il vigneto? Il settimanale Tre Bicchieri parte dal Meridione.
Mai come quest’anno l’Italia vitivinicola ha paura dell’abbondanza. Paura di portare in cantina troppe uve. Perchรฉ la produzione record del 2018 che, con quasi 55 milioni di ettolitri, aveva placato la sete di materia prima di un disastroso 2017 (altro record, ma in negativo), ha determinato dallo scorso settembre un deciso calo delle quotazioni dei vini. Una pericolosa congiuntura che, combinata a scorte che ammontano a un’intera vendemmia (44,3 milioni di ettolitri, secondo il bollettino Icqrf Cantina Italia al 15 luglio) e a esportazioni che lo scorso anno sono andate al di sotto delle attese, stanno preoccupando le nostre aziende. Poco importa se il primo quadrimestre ha fatto registrare un incoraggiante +9,9% a volume e un +5,2% a valore (1,96 miliardi di euro, secondo dati Istat).
Lo spettro si chiama crisi di sovrapproduzione. E la filiera, ben consapevole dei rischi, sta giร correndo ai ripari, soprattutto in Veneto, prima regione produttiva italiana e protagonista di un exploit senza precedenti, con 13,4 milioni di ettolitri nel 2018. Le grandi Dop, dal Prosecco Doc e Docg al Pinot grigio delle Venezie, dalla Valpolicella al Lugana, stanno scegliendo di contenere i quantitativi, con provvedimenti come il blocco dei nuovi impianti, lo stoccaggio e la riduzione delle rese. La parola d’ordine di questa vendemmia รจ cautela, coi consorzi impegnati a evitare rischi derivanti da eccessi di vino sul mercato. In questo contesto, le quantitร del 2019 saranno determinanti.
Arrivano le stime preliminari dalla Francia sull’annata 2019 che, al 12 luglio, รจ stimata tra 42,8 e 46,4 milioni di ettolitri, al di sotto dello scorso anno del 13% nel primo caso e del 6% nel secondo. Un potenziale che si riduce notevolmente rispetto ai livelli raggiunti un anno fa, secondo le stime ministeriali, per una serie di concause: siccitร (Languedoc e Roussillon), grandine (Savoia), gelo (Borgogna), patologie della vite come la colatura (aborto del fiore non fecondato) e l’acinellatura che sono segnalate da Bordeaux alla Valle della Loira e all’Alsazia. Nella peggiore delle ipotesi, l’annata potrebbe essere una delle piรน basse degli ultimi cinque anni.
Ma come sta il vigneto Italia? Le previsioni per la campagna alle porte, cosรฌ come risultano da questo sondaggio a campione effettuato dal settimanale Tre Bicchieri nella seconda metร di luglio, sono positive ma non ai livelli del 2018. Come sempre, siamo partiti dal Centro Sud, dove lo stato vegetativo รจ in una fase piรน avanzata, rallentato da una stagione piรน fredda a maggio ma molto calda tra giugno e luglio.
La grande denominazione da oltre 20 mila ettari, e con 7.500 viticoltori, viaggia con dieci giorni di ritardo nelle fasi vegetative rispetto a un anno fa. Antonio Rallo, presidente del Consorzio della Doc Sicilia, sottolinea che, da Menfi a Butera, da Riesi a Canicattรฌ, la primavera fredda e piovosa โha provocato un calo generale del 10% della quantitร di uve, con grappoli piรน spargoli e acini che sono cresciuti meno di un anno faโ. Nel 2018, la Sicilia ha prodotto 4,4 milioni di ettolitri di vino e la stima del 2019, secondo Rallo, si colloca nella forbice tra 4,3 e 4,6 milioni di ettolitri. โร preferibile fare un buon vino che produrre troppo. Pertanto, ben vengano provvedimenti come la messa a riserva o la riduzione delle rese. Non sarebbe facileโ ammonisce โgestire due vendemmie abbondanti consecutiveโ.
Per l’altra grande isola (840 mila ettolitri di vino nel 2018), Mariano Murru, che da pochi mesi รจ alla guida dell’Assoenologi Sardegna, dopo il lungo mandato di Dino Addis, descrive una situazione fitosanitaria โottimale in tutti i territori, senza attacchi da crittogame e da tignoletta, grazie a condizioni meteorologiche favorevoliโ. Qualche criticitร รจ segnalata nel nord ovest, intorno ad Alghero, con cali di produzione nei vigneti piรน esposti al violento maestrale che si รจ abbattuto in primavera. โRiscontriamo un ritardo di maturazione da nord a sud di dieci giorniโ, fa sapere il presidente Murru, che aggiunge: โIn linea generale possiamo affermare che la situazione ci fa ben sperare in un prodotto di qualitร superiore a quello dello scorso annoโ, per tutte le varietร dal Cannonau al Vermentino, dal Carignano al Nuragus.
Il Consorzio delle Doc Cirรฒ e Melissa, che rappresenta la gran parte dei vini calabresi, prevede un raccolto vicino ai 70 mila quintali di uve. Raffaele Librandi parla di quantitร โin linea con lo scorso annoโ, che segnรฒ un netto rialzo rispetto ai 50 mila quintali del 2017. โL’uva in pianta รจ sana, non ci sono problemi legati a fitopatie, nonostante maggio e giugno siano stati piovosi. Rileviamo un ritardo di dieci giorniโ aggiunge โche, se si protrarrร , ci porterร a iniziare il raccolto dopo Ferragostoโ.
Con appena 86 mila ettolitri di vino, la Basilicata รจ terra di vini di qualitร . Il Consorzio dell’Aglianico del Vulture (200 soci per 1.500 ettari) รจ il maggiore rappresentante di questa regione, che guarda con ottimismo al prossimo raccolto, grazie a una favorevole situazione di mercato, con prezzi in salita e nuove cantine che stanno nascendo: โI vigneti presentano grappoli meno folti rispetto allo scorso anno ma molto belli e sani, con una vegetazione in ritardo di almeno dieci giorni per la fredda primaveraโ, fa sapere il presidente Francesco Perillo, che stima quantitativi al di sotto di circa un 10% rispetto ai 70 mila ettolitri di un 2018 definito โnelle medieโ.
Dopo un 2018 che ha portato in cantina ben 9,8 milioni di ettolitri di vino e mosto, la Puglia si avvicina alla vendemmia con qualche incognita legata all’andamento dei prezzi che non soddisfa a pieno la filiera. Il nostro sondaggio si รจ concentrato su tre denominazioni simbolo.
La prima: Salice Salentino, dove lo scorso anno sono state rivendicati 150 mila quintali di uve per 11 milioni di litri vinificati. Il presidente del Consorzio della Doc Salice Salentino, Damiano Reale, descrive cosรฌ il quadro generale: โUn anno fa sia la Doc Salice sia l’Igt Salento non ha registrato una ricca annata. Ora l’uva รจ in perfette condizioni, la situazione รจ ideale da un punto di vista dello stato fitosanitarioโ. Sul fronte degli scambi, il consorzio si attende una flessione tra 10 e 15 per cento del valore delle uve: โMa il Negroamaro perderร meno rispetto al Primitivo, perchรฉ non era aumentato negli ultimi quattro anniโ.
Nell’areale della Doc Castel del Monte, il quadro produttivo, come riferisce Sebastiano De Corato, consigliere del consorzio, รจ stimato in calo del 25% medio. Un anno fa furono 54.500 i quintali di uve lavorate, con 33.500 ettolitri di vino prodotto. โQuest’anno non ci saranno eccessi di produzione, le rese saranno contenute (130 quintali/ettaro per bianchi e rosati, 140 per rossi e 100 per le riserve Docg: ndr) e raccoglieremo le uve in tempi normali, dopo il 15 agostoโ.
Per il terzo territorio del sondaggio, la Doc Primitivo di Manduria, la stima preliminare resa nota dal consorzio di tutela รจ di un calo tra il 20 e il 25 per cento sul 2018, con inizio raccolta in ritardo da 8 a 15 giorni. Il presidente Mauro Di Maggio sottolinea che dopo un inverno mediamente rigido, un aprile con temperature piรน fredde e un maggio piovoso, hanno determinato โnon poche difficoltร nella situazione fitosanitaria. Fortunatamenteโ aggiunge โlo stabilizzarsi delle condizioni meteo a giugno, con elevata ventositร di maestrale, insieme a una buona strategia di difesa dei soci del consorzio, hanno reso possibile arrivare a un ottimo stato fito-sanitario delle uveโ.
L’intera regione ha prodotto 466 mila ettolitri, di cui solo 20% a denominazione. La Doc Tintilia del Molise รจ una di quelle che si distingue nel panorama regionale (in cui opera anche il Consorzio Dop e Igp del Molise). Pasquale Salvatore, presidente di un gruppo di aziende che con 1.176 ettolitri rappresenta il 70% di questa Doc dedicata al vitigno autoctono, prevede una โannata tra il buono e l’ottimo. Nelle quantitร potremmo superare i 2018 senza paura di andare in sovrapproduzioneโ. Lo stato fitosanitario รจ ottimale, la fase รจ quella di chiusura del grappolo. โAgosto sarร decisivo per la maturazioneโ e la raccolta per i rossi รจ prevista a metร ottobre: โStatisticamenteโ conclude Salvatore โnegli ultimi dieci anni le annate dispari sono le migliori. Speriamo lo sia anche questaโ.
Circa 1,37 milioni di ettolitri prodotti nel 2018 dalla Campania, dove l’area della Doc Vesuvio sta registrando un momento di particolare ascesa, con un trend crescente per il rilascio dei contrassegni. Sul fronte delle quantitร , come rileva Ciro Giordano, numero uno del Consorzio Vini Vesuvio, le rese dovrebbero attestarsi intorno ai 90 quintali per ettaro: โStimiamo una produzione ordinaria e dovremmo raccogliere le uve Caprettone e quelle per le basi spumanti a fine agosto. Lo stato fitosanitario รจ ottimo, non ci sono stati problemi di peronospora. Se proseguirร il caldo colmeremo il ritardo vegetativo accumulatoโ.
Tra le colline dell’Irpinia, i tempi di maturazione delle uve sono tardivi. Qui si raccoglie da fine settembre a novembre, come ricorda il presidente del Consorzio Vini Irpinia, Stefano Di Marzo, che guida un distretto da 10 milioni di bottiglie ottenute dai vitigni principe: Greco, Fiano e Aglianico. โGrazie alle piogge primaverili molto abbondanti, i terreni hanno scorte a sufficienza per affrontare il caldo. La quantitร di uve รจ inferiore al 2018 ma รจ quella giusta. Non abbiamo avuto grandine nรฉ gelate e le uve sono molto sane. Ad oggi, ci sono le condizioni per una grande vendemmiaโ.
Sui Castelli Romani c’รจ aria di novitร . Il neo presidente Felice Gasperini descrive un clima con buone premesse: โCi aspettiamo un’annata nella norma, sicuramente buona, dal momento che non ci sono state malattie fungineโ. Dopo un 2018 scarso (75 mila quintali, 52 mila ettolitri e 7 milioni di bottiglie), la Doc Frascati dovrebbe raccogliere 90 mila quintali di uve sui 900 ettari vitati, con quantitativi in deciso aumento. Tempi di maturazione in ritardo e tanta prudenza, consapevoli che โQualitร e quantitร sono determinate per l’80% dal mese di settembreโ.
Il Consorzio Vini d’Abruzzo lo scorso anno ha prodotto circa 830 mila ettolitri, annata migliore della 2017 ma con qualche problema fitosanitario. โIl 2019โ come spiega Valentino Di Campli, presidente del consorzio โsi prospetta nella norma, con un avvio buono in fase di fioritura, viti non eccessivamente cariche, quantitร giuste e inferiori rispetto allo scorso anno. Maggio ha destato preoccupazioni per le piogge ma i viticoltori hanno gestito decisamente beneโ. La raccolta del Montepulciano รจ prevista per settembre.
Per la Docg Colline Teramane (10 mila ettolitri nel 2018, tra soci e non soci del consorzio) la situazione รจ ottimale: โL’annata sta andando piuttosto bene, non ci sono ragioni per dubitare della qualitร โ, dice Enrico Cerulli, presidente del consorzio, che prevede un inizio raccolta intorno al 20-25 agosto per le uve Pecorino, destinate alla Igt Colli Aprutini (28 mila ettolitri lo scorso anno), ed รจ possibile che si intervenga nelle vigne piรน giovani per โlimitare la produttivitร e il vigore delle pianteโ. Per il Montepulciano, invece, occorrerร attendere i prossimi mesi.
Salendo piรน a nord, in Umbria, che lo scorso anno ha prodotto circa 630 mila ettolitri, lo sguardo รจ andato all’OrvietoDoc (92.855 ettolitri nel 2018 e un distretto da 500 soci e 2.100 ettari), protagonista di un’opera di ristrutturazione per fronteggiare un mercato non roseo. Il presidente del consorzio, Vincenzo Cecci, fa il punto col settimanale Tre Bicchieri: โLa stagione รจ nella media per i volumi, inferiore al 2018 che fu un’annata eccezionale. La qualitร รจ molto buona, non si registrano fitopatie nรฉ danni da grandine. Siamo in ritardo di circa 10 giorni rispetto alla normaโ. Come un anno fa, il consorzio sta valutando di portare le rese da 85 a 75 quintali/ettaro. โร meglioโ conclude โprodurre il vino che il mercato riesce ad assorbireโ. E sembra essere proprio questo il refrain dell’annata 2019.
a cura di Gianluca Atzeni
Articolo uscito sul numero diย Tre Bicchieri uscito il 25 luglio
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