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Scienza

Bere vino tutti i giorni (per la scienza): cercasi 10mila volontari per un esperimento unico al mondo

In Spagna 10.000 volontari berranno vino ogni giorno per quattro anni, sotto controllo medico. L’obiettivo? Capire, con dati scientifici, se il consumo moderato può davvero far bene alla salute

  • 29 Maggio, 2025

In Spagna non si brinda, si sperimenta. L’Università di Navarra ha lanciato uno dei più ambiziosi progetti di ricerca mai realizzati sugli effetti dell’alcol sulla salute umana. L’obiettivo: capire se bere vino rosso – con moderazione, durante i pasti, all’interno di uno stile di vita ispirato alla dieta mediterranea – possa davvero avere un impatto positivo su cuore, cervello e metabolismo. E per farlo, cerca 10.000 volontari disposti a bere ogni giorno per i prossimi quattro anni.
Lo studio si chiama UNATI – University of Navarra Alumni Trialist Initiative, è finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca con 2,4 milioni di euro e coinvolge oltre 500 medici e ricercatori. È il primo trial clinico randomizzato su larga scala a misurare in modo diretto, e non più solo osservazionale, il consumo moderato di vino in una popolazione adulta.

Bere vino non fa bene. Ma siamo sicuri che sia il male maggiore? Quello che le ricerche non dicono

Chi può partecipare (e cosa riceve)

I candidati ideali? Residenti in Spagna, uomini tra i 50 e i 70 anni, donne tra i 55 e i 75, in buona salute generale e già consumatori occasionali di alcol (tra 3 e 40 unità a settimana). Gli esclusi? Astemi, ex alcolisti, persone con patologie che controindichino il consumo di alcol.
I partecipanti verranno divisi in due gruppi: uno berrà quotidianamente una dose moderata di vino rosso (una porzione standard al giorno, solo durante i pasti), l’altro seguirà le stesse indicazioni dietetiche, ma senza alcol. Entrambi riceveranno monitoraggi regolari, assistenza sanitaria gratuita, consulenze nutrizionali e psicologiche, e una fornitura di vino di qualità (non sponsorizzato da produttori). Non è prevista una remunerazione economica, ma numerosi benefit legati alla prevenzione e alla salute.

Vino sì, ma con metodo

«Non si tratta di promuovere il vino, ma di capire – finalmente in modo scientifico – se e come possa inserirsi in un modello alimentare salutare,» spiega il professor Miguel A. Martínez-González, epidemiologo e voce autorevole nella ricerca sulla dieta mediterranea. «Fino ad oggi si è parlato molto di vino e salute, ma i dati erano per lo più osservazionali, quindi poco conclusivi. Questo è il primo grande tentativo di dare una risposta oggettiva.» Lo studio adotta il cosiddetto Mediterranean Alcohol Drinking Pattern (MADP), cioè un consumo distribuito durante la settimana, sempre associato ai pasti, e in quantità moderate. Un bicchiere sì, ma non per sbronzarsi. Per studiare.

Una risposta a un dibattito polarizzato

In un’epoca in cui l’alcol è sotto crescente scrutinio da parte delle autorità sanitarie – basti pensare alle etichettature sanitarie sui vini o al dibattito in corso in Europa – il progetto dell’Università di Navarra mira a fare chiarezza. «Non promettiamo benefici miracolosi,»  precisa Martínez-González. «Valuteremo con rigore anche eventuali effetti negativi a lungo termine. Ma vogliamo portare dati seri là dove oggi regna la confusione.»
I risultati arriveranno nel 2029. Fino ad allora, in Spagna ci sarà chi berrà con regolarità, consapevolezza e sotto controllo medico.

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