Tra i vini della Campania premiati con i Tre Bicchieri nella guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso, ben 16 sono bianchi, con il Fiano di Avellino e la Falanghina del Sannio a fare la parte del leone, ma anche il Greco di Tufo trova spazio sul podio dei migliori.
Il nome “greco” descrive con sufficiente chiarezza l’origine di questo vitigno bianco diffuso in Campania e in Calabria, regioni che anticamente erano comprese nella Magna Grecia. La varietà campana prende il nome dal comune di Tufo, ed è un vino a Docg. Il terreno di origine vulcanica e una buona esposizione fanno sì che questo bianco, di colore giallo paglierino, fine, provvisto di intensi profumi esprima un’elegante struttura e corposità, che gli permettono di evolversi in bottiglia ed affinare il suo bouquet per qualche anno.
La superficie vitata in Campania supera di poco i 25mila ettari, che comprendono una miriade di territori differenti, ognuno con una propria cultura produttiva, esposizioni e formazioni geologiche diverse: aree vulcaniche come Roccamonfina, il Vesuvio, la zona dei Campi Flegrei; poi le isole; le vigne a strapiombo sul mare della Costiera Amalfitana e i vigneti d’alta quota dell’Irpinia che superano anche i 700 metri.
Ed è proprio l’Irpinia il bacino campano nel quale è possibile trovare dei bianchi folgoranti. Le ultime annate sono state molto calde, in alcuni casi durante i nostri assaggi abbiamo trovato vini più pronti del passato, ma dove manca la capacità di resistere agli urti del tempo, si guadagna in piacevolezza e immediatezza, che sono parametri comunque da non sottovalutare. Le nuove tipologie che si fregiano del nome Riserva in etichetta, tanto per i Fiano quanto per i Greco, secondo noi sono in grado di garantire sia longevità, sia eleganza, sia sapore.
In attesa di conoscere i risultati delle degustazioni in corso per la nuova guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso, ecco i Greco di Tufo prodotti in vari comuni della provincia di Avellino, che ci sono piaciuti di più tra quelli recensiti nelle guide Berebene 2025 e Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso. e che in enoteca e negli shop on line costano meno di 20 euro.
Greco di Tufo Cutizzi Ris. 2022 – Feudi di San Gregorio
Quando si racconta il vino campano, non si può tralasciare di parlare di Feudi di San Gregorio. L’azienda, fondata nel 1986, oggi è nelle mani di Antonio Capaldo che, con la collaborazione di Pierpaolo Sirch, l’ha resa ancora più saldamente uno dei punti di riferimento del vino italiano. La produzione si concentra sull’Irpinia ma spazia all’interno delle principali denominazioni regionali. L’attività viene impreziosita da alcuni importanti progetti paralleli come FeudiStudi o il marchio spumantistico Dubl. La Riserva Cutizzi ’22 è in cima alle nostre preferenze di quest’anno in virtù di un’estrema precisione aromatica. Agrumi chiari e prato falciato si accavallano in un sottofondo lievemente fumé prima di concedersi a una bocca nitida, elegante, dalla progressione decisa, accattivante nel sapore.
Greco di Tufo Devon 2023 – Antonio Caggiano
Fotografo giramondo, Antonio Caggiano è certamente tra le personalità di spicco del vino irpino e campano. Quando decide di fermarsi, negli anni ’90, lo fa dando vita all’azienda vinicola, edificando la cantina interamente con pietra locale, una struttura affascinante e dotata di una certa magia. Oggi è Giuseppe, il figlio, a occuparsi della gestione di questa realtà vinicola di Taurasi che trasforma le uve che provengono da un vigneto di una trentina di ettari vitati. Il Greco Devon ’23 è esuberante al naso nelle note di pera, mela e pesca bianca; molto saporito nel centro bocca, chiude su una fresca sensazione erbacea. Non male anche il Fiano Isca ’22, più orizzontale che verticale.
Greco di Tufo L’Ariella 2023 – Vinosia
Era il 2004 quando Luciano Ercolino, raccogliendo una lunga eredità di famiglia, fondò a Paternopoli, la sua azienda vitivinicola. Siamo in una delle aree più vocate e storiche dell’Irpinia, dove insistono i 50 ettari coltivati con le varietà autoctone, fiano, greco, aglianico. Queste fungono da solida base per un progetto che si propone di valorizzare la tradizione vinicola irpina tramite una lettura tecnica contemporanea. Nel Greco L’Ariella polpa di limone, rocce bagnate, nocciola fresca, sfumature di pietra focaia, alloro si accavallano su un palato scattante, sapido ed energico.
Greco di Tufo Le Arcaie 2023 – Passo delle Tortore
Ci avevamo visto lungo qualche anno fa quando decidemmo di seguire con attenzione l’evoluzione di questa azienda. E infatti anno dopo anno Passo delle Tortore si conferma come progetto votato alla qualità. Siamo a Pietradefusi, dove l’Irpinia quasi cede il passo al Beneventano. In Contrada Vertecchia, quattro giovani imprenditrici, con la collaborazione di un giovane enologo che nel frattempo si era fatto le ossa all’estero, decidono di avviare l’attività vitivinicola sfruttando un vigneto di poco più di cinque ettari dove tra i filari, ovviamente si trovano solo uve autoctone. Il Greco di Tufo Le Arcaie è nitido e fragrante come pochi altri Greco assaggiati, profuma di pietre bagnate, felci, foglie di limone, nocciola verde; in bocca scalpita, l’energia trascina il sapore, l’acidità è perfettamente armonizzata alla struttura minerale.
Greco di Tufo Sphera 2021 – Cantine Cennerazzo
Salmastro e iodato, Sphera è un Greco roccioso e profumato di ribes bianco; la bocca è voluminosa ma armonizzata da fresca acidità; il sorso ha buona progressione ed energia
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