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I nostri assaggi

I 10 migliori Pecorino dell'Abruzzo sotto i 20 euro scelti dal Gambero Rosso

Che la sua origine sia marchigiana o abruzzese, poco importa. Ciò che conta è che il Pecorino ormai è una certezza nel panorama vitivinicolo del Centro-Italia. Scopriamolo insieme con le etichette dal miglior rapporto qualità-prezzo

  • 27 Giugno, 2025

Abbiamo parlato in più occasioni dell’Abruzzo del vino con una serie di focus su alcune delle principali denominazioni, dal Montepulciano al Cerasuolo al Trebbiano d’Abruzzo, qui ci concentriamo sul Pecorino.

Pecorino, l’origine del vitigno

La storia del vitigno è ben nota: la riscoperta è avvenuta intorno agli anni ’90, dopo che l’uva aveva quasi rischiato l’oblio. Il suo ritrovamento è avvenuto in una zona in cui si incrociano Marche e Abruzzo e Lazio.

In un’ intervista a Luigi Cataldi Madonna, storico produttore di vino in Abruzzo, chiedemmo se il vitigno pecorino fosse abruzzese o marchigiano. Ci rispose “chissà se prima o poi si troverà una risposta, io nel frattempo sto facendo una ricerca genetica”. Perché il dibattito che si è creato attorno a questo vitigno centro-italico è proprio relativo alla sua provenienza geografica; solo quella viene messa in discussione ormai perché invece, per quanto riguarda i risultati, ormai sono sotto gli occhi di tutti tanto l’elevata qualità media, quanto i picchi d’eccellenza.

Pecorino, la riscoperta del vitigno

Il vitigno pecorino è stato quasi abbandonato per diversi anni soprattutto a causa della sua scarsa produttività. Ha carattere montano, non disdegna le esposizioni nord e le annate fresche, è capace di concentrare zuccheri (soprattutto quando con i vigneti si scende di quota e ci si avvicina al mare), dando strutture imponenti, a volte anche troppo opulente, tuttavia mitigate da acidità e da sapidità. I vini che vengono prodotti col pecorino godono, nelle migliori versioni, di ricchezza aromatica e gustativa, corroborante acidità e capacità di invecchiamento.

La vulgata vuole che la riscoperta del vitigno si debba a Guido Cocci Grifoni, produttore marchigiano, che intorno agli anni ’80 andò alla ricerca di un vitigno autoctono di cui aveva trovato tracce su alcune testimonianze bibliografiche. L’indagine lo condusse ad Arquata del Tronto, un piccolo borgo a ridosso del monte Vettore, in una zona che segna il confine tra Lazio, Marche e Abruzzo, a 1000 metri sul livello del mare, in un piccolo vigneto semiabbandonato. Ma è altrettanto vero che il primo a scrivere “pecorino” su un’etichetta è stato proprio Luigi Cataldi Madonna in Abruzzo, che impiantò, nel 1990, le marze del vitigno a Ofena, quartier generale della sua cantina.

Pecorino, le caratteristiche del vino

C’è voluto un po’ di tempo per comprendere bene le caratteristiche dell’uva pecorino, ma oggi le aziende riescono a interpretarlo sempre meglio, sebbene il recente innalzamento delle temperature non sia proprio un fattore che aiuti. Infatti il vitigno ha indole montana, predilige le zone fresche e le esposizioni a settentrione; maturando, concentra velocemente gli zuccheri, rischiando, se non si è attenti all’epoca di raccolta, di portare nel bicchiere vini troppo caldi; fortunatamente si giova di una buona base acida, ma anche qui, il momento della vendemmia è cruciale. Insomma, è un’uva che deve essere trattata con molta attenzione.

Quando, però, i vignaioli riescono nell’ardua impresa i Pecorino non sono secondi a nessuno: i vini che ne risultano sono dotati di palati saporiti, strutture solide, anche ricche, sostenute da acidità, che in alcuni casi possono essere anche viperine, e sottofondo sapido. Il Pecorino è un vino che non ha paura di invecchiare, nelle migliori versioni, i sapori si intensificano, gli aromi iniziano a danzare tra spezie e idrocarburi, le acidità sottolineano tutte queste sensazioni.

I Pecorino dell’Abruzzo dal miglior rapporto qualità-prezzo

In attesa di conoscere i risultati delle degustazioni in corso per la nuova guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso, ecco i Pecorino dell’Abruzzo che ci sono piaciuti di più tra quelli recensiti nelle guide Berebene 2025 Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso che in enoteca e negli shop on line costano meno di 20 euro. 

Abruzzo Pecorino Giocheremo con i Fiori 2023 – Torre dei Beati

La palma del migliore tra i vini proposti da Torre dei Beati stavolta tocca al Pecorino Giocheremo con i Fiori del 2023, raffinato e solare al naso, teso, saporito, leggiadro e lineare in bocca. Era il 1999 quando Adriana Galasso e Fausto Albanesi decisero di cambiare vita per dedicarsi alla produzione di vino. A fare da sfondo alla loro avventura, le colline di Loreto Aprutino, uno dei territori più blasonati nel panorama del vino abruzzese. La coppia ha deciso fin da subito di coniugare la viticoltura al rispetto per l’ambiente: per questo la scelta di aderire fin da subito ai protocolli biologici. Le vigne insistono su colline che si innalzano fino a 300 metri sul livello del mare, in posizione baricentrica tra Gran Sasso e Adriatico.  Adriana e Fausto continuano a proporre anno dopo anno batterie incredibili per adesione territoriale, carattere e bontà dei vini.

Tullum Pecorino Biologico 2023 – Feudo Antico

Sempre molto buono il Tullum Pecorino Biologico di Feudo Antico; la versione 2023 ci ha ammaliato con le fresche note di prato di montagna, scorze di agrumi verdi e gialli e leggiadri sbuffi di pietra focaia. In bocca si scioglie in un sorso di grande precisione gustativa, giocato sulle reminiscenze agrumate, è profondo e dotato di grande progressione. A portare avanti il buon nome di una delle più piccole denominazioni del nostro Paese, la Docg Tullum, troviamo Feudo Antico, una piccola cooperativa, che dal 2004, punta sulle potenzialità di questo territorio, di località vocate come Pedine, Colle Secco, San Pietro e Colle di Campli, per non parlare delle sperimentazioni condotte al Casadonna di Niko Romito, a Castel di Sangro, a oltre 800 metri di altitudine. I soci sono una cinquantina e si prendono cura di un vigneto di una ventina di ettari, micro-parcelle coltivate con cure maniacali e con estrema attenzione alla salvaguardia ambientale.

 

Fondata a Nocciano alla fine dell’800 da Giovanni Bosco, l’azienda oggi è guidata dai nipoti Nestore e Stefania. Il patrimonio vitato su cui possono contare si estende per oltre 70 ettari sulle Colline Pescaresi, nei dintorni di Nocciano, base di tutte le operazioni. Qui, i tunnel scavati sotto la cantina conservano i vini che necessitano di lunghe maturazioni, soprattutto i Montepulciano. Ma la gamma è ampia e variegata e, a fianco alle etichette più ambiziose, si trovano vini più immediati, ma sempre dotati di un certo carattere varietale. Ottimo il lavoro svolto sul pecorino.

1897 Pecorino 2023 – Nestore Bosco

Il Pecorino 1897 ’23 ha un sorso fine e di grande piacevolezza.

Pecorino Linea Storica 2023 – Nestore Bosco 

 

Il Pecorino della Linea Storica, annata ’23, sfoggia un fragrante profilo olfattivo che ricorda la scorza del cedro e i fiori di tiglio. La bocca è lunga, di buona definizione, saporita e profonda.

 

Abruzzo Pecorino 2023 – San Lorenzo Vini

Molto buono il Pecorino ’23 di San Lorenzo Vini, saporito ed elegante. È la famiglia Galasso a guidare una fra le più importanti realtà produttive d’Abruzzo per storia e blasone: la fondazione di questa realtà agricola, infatti, risale alla fine dell’800. Le vigne, che oggi si estendono per oltre 170 ettari, occupano i crinali delle Colline Teramane, a Castilenti, in posizione baricentrica tra la costa adriatica e le pendici del Gran Sasso. La gamma proposta è piuttosto ampia e versatile, e riflette diverse scelte produttive: si va da ambiziose selezioni che dialogano a lungo con il legno a vini che fermentano in maniera spontanea.

Abruzzo Pecorino 2023 – Gennaro Pigliacampo

Dopo il successo ottenuto nel campo delle calzature di lusso, Gennaro Pigliacampo ha deciso di investire anche nell’agricoltura, creando un’azienda con uliveti, cereali, pascoli naturali e, ovviamente, vigneti. I vini ci sembrano sempre più convincenti: lo dimostra, per esempio, questo Pecorino, dal bouquet agrumato e solare sottolineato da sbuffi fumè, che in bocca sfoggia tensione e sapore da manuale.

Abruzzo Pecorino Sup. Terre di Chieti Ferzo 2023 – Citra Vini

Citra nasce nel 1973 e attualmente conta su una base sociale di tremila soci che lavorano un immenso vigneto di seimila ettari: da qui prendono vita i 24 milioni di bottiglie prodotte, che, ovviamente, sono suddivisie in tante linee commerciali. Ferzo è il nome di una di esse. Da qui abbiamo pescato un buon Pecorino Superiore, annata 2023: al naso profuma di frutti e fiori bianchi, sfoggiando un fragrante profilo olfattivo che poi vira quasi verso sensazioni balsamiche e di erbe aromatiche. La bocca è piacevole, molto nitida nella progressione, saporita e dal finale lievemente agrumato.

Controguerra Pecorino Soprano 2023 – Strappelli

Si colloca a Torri di Torano Nuovo, tra il litorale teramano e il Gran Sasso, la collina che ospita le vigne e la cantina di Guido Strappelli. La sua costanza produttiva è ben fotografata da una solida batteria in cui quest’anno spicca il Controguerra Pecorino Soprano ’23. Polpa di limone e fieno ne disegnano il bouquet; sferzate di fiori gialli aprono la strada a una bocca dalle suggestioni erbacee ma che non vira mai verso l’amaro. Infiltrante ed energico, ha finale lungo e concreto.

Cortalto Pecorino Cerulli 2022 – Cerulli Spinozzi

Dal suo ingresso in azienda, Enrico Cerulli Irelli si è speso per cercare di rendere più moderna un’attività che risale ai primi anni del ‘900. Per quanto riguarda il parco vitato, si attinge tanto dall’appezzamento che circonda la cantina, quanto da quello sito più a nord, nel comune di Mosciano. Buona prestazione per il Cortalto Pecorino ’22, che impasta agrumi e sfumature minerali in una bocca tesa, energica e infiltrante.

Giulia Pecorino 2023 – Cataldi Madonna

Siamo a Ofena, comunemente soprannominata “il forno d’Abruzzo” per via delle elevate temperature raggiunte in estate, che però scendono a picco quando il Gran Sasso fa sentire forte la sua voce montana. Queste escursioni termiche sono una delle caratteristiche del territorio che Giulia Cataldi Madonna riesce a sfruttare al meglio per produrre i suoi vini: montepulciano, trebbiano e pecorino si trasformano in etichette volte a esaltare la fisionomia varietale e quella del terroir.  Come ampiamente risaputo, il pecorino è la specialità della casa. Quest’anno abbiamo preferito il Giulia. Dal calice emergono sensazioni aromatiche che ci accompagnano in montagna, su prati fioriti e rocce; poi arrivano gli agrumi, lime e pompelmo bianco. La bocca è tesa e molto sapida, dal finale finemente saporito.

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