In meno di un decennio la Calabria del vino ha recuperato parte del divario che la staccava da tutte le altre regioni italiane. Vero che la superficie vitata, anche se in costante crescita, rappresenta con i suoi 9mila ettari solo l’1,6% di quella nazionale e che la produzione nel 2024 si attestava poco sotto i 300mila ettolitri, ma questi sono fattori economici con margini di crescita abbastanza lenti, i dati significativi sono altri, l’aumento della aziende vitivinicole sul territorio ma soprattutto l’esponenziale crescita del livello qualitativo dei vini prodotti nel territorio regionale.
E su questo dato noi del Gambero Rosso, dal nostro osservatorio privilegiato, ovvero il lavoro sul territorio e le degustazioni annuali, non abbiamo alcun dubbio, è cresciuto di molto sia il numero dei vini che arrivano alle nostre selezioni ed è significativamente aumentato, il punteggio medio, ovvero la qualità, ad essi attribuito dalle nostre commissioni.
Se sino a 10 anni fa il vino calabrese era soprattutto identificato col Cirò adesso non è più così, tutta la regione sta vivendo la rinascita della viticoltura, che per inciso, grazie ai greci che arrivarono nell’VIII secolo a.C. è la più antica della penisola. Furono loro infatti ad introdurre in Italia l’alberello, i vasi vinari e i loro vitigni.
La Calabria vanta anche un altro record, è la regione italiana con il più vasto patrimonio ampelografico, dato certificato da un lungo studio condotto nel tempo dai professori Scienza, Lanati, Fregoni e Schneider, che dopo una lunga ricerca sul territorio, ha censito circa 200 vitigni autoctoni, il germoplasma, come si direbbe adesso, dell’intera regione Calabria, che è raccolto in un suggestivo vigneto a spirale nella tenuta Rosaneti dei fratelli Librandi che all’epoca finanziarono la ricerca.
Al momento la Calabria è probabilmente la regione, scusateci la battutaccia, più in fermento d’Italia, se sino a dieci anni fa le aziende che venivano recensite in Guida non arrivavano alla dozzina, adesso sono più che triplicate, si tratta in gran parte di cantine di recente fondazione, che raccontano belle storie di ritorno alla terra, in tutti i sensi, storie tutte al femminile, storie di riscatto, ma progetti mai improvvisati, anche se nati sull’onda delle emozioni e dell’orgoglio, ma comunque meditate, sin dalla scelta quasi generalizzata di approcciarsi alla produzione vitivinicola nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità. In chiusura, le stime per la vendemmia 2025 in Calabria parlano di una crescita quantitativa compresa tra il 10 e il 15%.
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