L'appello

Dazi Usa, la Toscana del vino chiede al Governo risorse straordinarie e negoziati commerciali con altri Paesi

Lettera-appello dei 24 consorzi Dop e Igp regionali: "Serve maggiore flessibilità nell'Ocm promozione". Preoccupati Brunello e Chianti, tra le denominazioni più esposte

  • 30 Luglio, 2025

La Toscana del vino chiede risorse straordinarie al Governo italiano, semplificazione burocratica e la creazione di condizioni per aprire mercati alternativi agli Stati Uniti che, secondo il recente accordo siglato da Usa e Ue (coi rispettivi presidenti Donald Trump e Ursula von der Leyen) in Scozia, applicheranno dazi al 15 per cento sui prodotti importati dal Vecchio Continente. Il mercato Usa per il vino toscano rappresenta attualmente il 37% dell’export, con un valore medio annuo di oltre 400 milioni di euro.

Il Brunello guarda oltre gli Usa

Il primo a farlo è il Consorzio del Brunello di Montalcino, che pensa a nuove rotte e chiede di accelerare sulla via di nuovi negoziati commerciali. Gli Stati Uniti sono il primo mercato, con un peso del 30% sull’export (3 milioni di bottiglie). Lo scenario dei dazi, secondo l’accordo tra Casa Bianca e Commissione Ue, è un «duro colpo» che metterà alla prova la resistenza delle aziende e renderà «difficile se non impossibile riallocare l’invenduto nel breve periodo su altre piazze», sottolinea Giacomo Bartolommei, presidente dell’ente di tutela.

«Per questo – dichiara il giovane enologo, eletto ai primi di giugno – è necessario procedere celermente sulla via di nuovi negoziati commerciali, a partire dal Mercosur, per aprire nuove rotte». L’ente di tutela ribadisce che «continuerà a presidiare il mercato statunitense». La prova è nella conferma di tutti gli appuntamenti del 2026: il Benvenuto Brunello a New York e la presenza al festival Food e Wine ad Aspen. «Al contempo – sottolinea Bartolommei – stiamo predisponendo un piano rafforzato di promozione in Asia».

Le preoccupazioni del Chianti Docg

Preoccupazione anche per un’altra grande Dop toscana, il Chianti Docg. Giovanni Busi, presidente del Consorzio, ha evidenziato come l’Ue sembra aver rinunciato a gran parte delle sue richieste nel negoziato con la Casa Bianca. «L’unica nota positiva è che si era parlato di un possibile dazio al 30% e che, in confronto, il 15% è una riduzione. Ma resta un impatto pesante – conclude – per le nostre aziende e per l’export del vino italiano».

La lettera-appello di Avito al Governo

Un intervento strutturale da parte del Governo italiano e delle istituzioni per mettere a disposizione risorse straordinarie per far fronte a questo cambiamento, dopo cinque anni condizionati da eventi negativi di vario genere. Lo evidenzia Avito, associazione dei vini toscani Dop e Igp, in una lettera-appello. Il presidente Andrea Rossi chiede, inoltre, maggiore flessibilità sugli strumenti per la promozione dei vini all’estero, a partire dall’Ocm. Ma non solo: «Occorre, insieme al mondo produttivo, pensare a nuove strategie e investimenti in nuovi mercati cercando un’integrazione rispetto a quello statunitense». Avito, che riunisce 24 Consorzi di tutela toscani (compresi Brunello e Chianti Docg), invita in particolare ad accelerare la ratifica dell’accordo di libero scambio coi paesi del Mercosur.

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