Il vino italiano dovrà presto fare i conti con nuovi competitor sul mercato statunitense. Ora che i dazi al 15% sono una certezza, e soprattutto ora che non c’è stata alcuna esenzione sui vini da parte dell’amministrazione Trump, l’Italia dovrà guardarsi le spalle da prodotti che fino a qualche mese fa non ne mettevano a rischio la leadership. Massimiliano Giansanti, presidente della Confagricoltura e numero uno del Copa (comitato europeo che riunisce le organizzazioni professionali agricole), ha lanciato nei giorni scorsi, dal meeting di Rimini, un monito alle istituzioni e ha fatto una dura previsione sul breve termine.
«L’Argentina ha dazi sul vino al 10% e una moneta collegata al dollaro. Il rischio concreto – ha dichiarato – è che da qui a qualche mese il vino argentino possa avere maggiore capacità competitiva sul mercato americano. E quando si perdono quote e spazi, poi non è mai facile recuperarli». Giansanti ha definito gli Usa un «mercato insostituibile: è maturo, ci conosce e vuole comprare prodotto italiano, tanto che ce lo copiano con l’italian sounding. In Cina, c’è oltre un miliardo di cittadini? Certo, ma non è un pubblico predisposto a comprare prodotti italiani o europei». Ecco perché, secondo il presidente del Copa, buttarsi sui Paesi terzi, o sull’Africa, per provare a sostituire gli Stati Uniti è un compito arduo.
Giansanti, che ha conversato con il quotidiano Open sulle strategie italiane anti-dazi, si è detto amareggiato dei termini dell’accordo raggiunto ad agosto, dopo una lunga trattativa, tra Commissione europea e Casa Bianca, ma ha anche lasciato qualche porta aperta: «Confidiamo che nelle prossime settimane qualcosa possa accadere. Siamo convinti che il Governo si spenderà per noi». Anche se appare chiaro che tutta la vicenda legata alle tariffe statunitensi inciderà sulla capacità competitiva dell’intera agricoltura italiana.
Sul fronte governativo, il ministro Francesco Lollobrigida, presente al meeting di Rimini, non si è soffermato sulle misure concrete per il settore primario che potranno essere inserite nella prossima legge di bilancio, d’accordo col ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: «Stiamo calcolando in dettaglio gli effetti dei dazi. Bisogna spendere bene le risorse che si hanno – ha dichiarato Lollobrigida – e mettere a terra quelle già previste».
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