Come abbiamo giร avuto modo di sottolineare, parlando della Campania del vino, si tratta di unaย regione compositaย tanto sul pianoย geo-morfologicoย quanto su quelloย ampelografico con una superficie vitata della regione oggi supera di poco i 25mila ettari, che abbracciano una miriade di territori differenti, ognuno con una propria cultura produttiva, esposizioni e formazioni geologiche diverse:ย aree vulcanicheย come Roccamonfina, il Vesuvio, la zona dei Campi Flegrei, colpita da forti scosse sismiche negli ultimi tempi e di cui abbiamo proposto un focus sui migliori vini, poi le isole; iย vigneti dโalta quotaย โ che arrivano anche oltre i 700 metri โ dellโIrpinia; le vigne a strapiombo sulย mare della Costiera Amalfitana.
Da fiano,ย greco,ย falanghina,ย aglianico,ย piedirosso,ย casavecchia,ย pallagrelloย (bianco e nero),ย pepella,ย biancolellaย e tanti altri vitigni autoctoni si ottengonoย vini sempre piรน contemporaneiย e comunque quasi sempreย in grado di restituire il territorioย conย i bianchi che fanno la parte del leone ma ottime prove le abbiamo riscontrate anche tra i rossi, comparto che ci รจ sembrato piรน centrato rispetto agli ultimi anni.
L’Irpinia si trova nel cuore continentale della regione; si tratta di una zona composta da colline che si alzano verso l’Appennino Campano che offrono molto spesso bianchi dai profili aromatici e gustativi “montani”: eleganza, mineralitร e freschezza acida. Aglianico, coda di Volpe, falanghina, fiano, greco, piedirosso, sciascinoso i vitigni tipici coltivati.
La Doc Costa d’Amalfi comprende le tre sottozone autorizzate di Ravello, Furore e Tramonti, aree da sempre vocate allโagricoltura, alquanto diverse per esposizioni e microclima. I comuni che ricadono nella Doc sono tredici, tutti in provincia di Salerno. Sono previste le tipologie Bianco, Rosato e Rosso, queste due ultime frutto dellโuvaggio di piedirosso e/o sciascinoso (detto anche olivella) e aglianico in percentuale minima del 60%, piรน altri vitigni autorizzati fino a un massimo del 40%.
I declivi del Vesuvio riescono a dare uve eccezionali. La Doc prevede le tipologie Bianco, Rosato e Rosso. Il Rosato e il Rosso sono prodotti con piedirosso (localmente chiamato palombina), sciascinoso e aglianico. La resa massima di uva in vino รจ del 70%, ma con resa del 65% e gradazione alcolica del 12ยฐ sia Bianco che Rosato e Rosso possono definirsi โLacryma Christi del Vesuvioโ, di cui troverete due ottime espressioni nella lista che segue.
Sono proprio due dei vitigni a bacca nera piรน noti della Campania, l’aglianico e il piedirosso, ma vinificati in rosa, i protagonisti dei vini che vi segnaliamo qui. Il rosato, come abbiamo giร detto a proposito dei migliori vini rosati della Puglia, della Sicilia e dei Cerasuolo d’Abruzzo, non รจ una categoria di prodotto, ma una lettura diversa di un territorio. Finalmente, troviamo rosรฉ prodotti con le migliori uve a disposizione, con tante cantine che hanno deciso di puntare con forza su questa declinazione, andando a proporre gamme di rosati importanti e ben articolate.
I vitigni piรน presenti nella lista di etichette che vi proponiamo sono l’aglianico e il piedirosso, sui quali sempre piรน produttori investono per ottenere vini di notevole qualitร anche nella tipologia rosรฉ. Provengono dall’Irpinia, dalle pendici del Vesuvio e dalla Costa d’Amalfi, tra DOC e IGT e sono i migliori tra quelli recensitiย nella guidaย Vini dโItalia 2025 del Gambero Rosso.
Ottimo il Rosato โ23 di Cenatiempo, da aglianico e piedirosso, che ha raggiunto le nostre degustazioni finali lo scorso anno e che abbiamo premiato anche per il miglior rapporto qualitร -prezzo della Campania sulla guida Berebene 2025. Si presenta con fresche sfumature iodate in mezzo a note di ciliegia bianca e lampone. Vino di struttura minerale, รจ saporito e fragrante, ricco di sfumature salmastre e di energia. Francesco Cenatiempo fondรฒ l’azienda nel 1945 sfruttando delle cantine risalenti al ‘600 scavate allโinterno della collina di Kalimera. Forastera, biancolella e piedirosso sono le uve dei quattro ettari di vigneto oggi coltivati da Pasquale. I vini sono molto espressivi, in armonia tra tradizione e bevibilitร .
Lacryma Christi del Vesuvio Rosato Munazei 2023 – Casa Setaro
Piacevole e preciso come pochi altri rosati in regione il Munazei โ23 di Casa Setaro, da uve piedirosso in purezza. Le vigne di Massimo Setaro e della moglie Maria Rosaria si trovano sul versante del Vesuvio che guarda il Golfo di Napoli a sud. Siamo nel territorio di Trecase, dove nelle contrade di Bosco del Monaco e Tirone della Guardia, Massimo coltiva, tra proprietร e affitti, 16 ettari di vigne tra i 200 e i 350 metri di altitudine, ovviamente su terreni di matrice vulcanica. Aglianico, piedirosso, caprettone e falanghina sono le basi su cui si forma una gamma piuttosto variegata che oltre a bianchi, rossi e rosati, prevede anche la presenza di importanti spumanti Metodo Classico.
Aglianico del Taburno Rosato Le Mongolfiere a San Bruno 2022 – Fattoria La Rivolta
Semplice e goloso il Rosato โ22 di Fattoria La Rivolta.
Il Tocco di Baal 2023 – Casa di Baal
Il Tocco di Baal 2023 รจ un un buon rosato da aglianico in purezza presentato da Casa di Baal, azienda di Montecorvino Rovella (SA), che ha proposto una batteria scapigliata e divertente.
Vetere Rosato 2023 – San Salvatore 1988
Sono ormai oltre 40 gli ettari vitati, condotti in biologico, dislocati sulle colline che guardano Paestum, Stio e Giungano, nel Parco del Cilento. Si colloca qui il quartier generale di San Salvatore, lโazienda creata da Giuseppe Pagano dove centrale รจ la produzione di vino – qui vi segnaliamo il rosato Vetere da uve aglianico in purezza -, ma non meno importanti sono gli uliveti, i frutteti, ma anche gli allevamenti di bufale e altri prodotti poi utilizzati nei suoi prestigiosi alberghi e ristoranti.
Irpinia Rosato Ophelia 2023 – Macchie Santa Maria
La giovane azienda di Oreste De Santis non ha ancora 15 anni. Fondata nel 2010, ha la sua sede operativa a Montemiletto, sulle colline che guardano la valle del fiume Calore. Qui viene coltivato soprattutto lโaglianico, da cui si ottiene anche l’Ophelia; ma i 14 ettari di vigneto, tra quelli di proprietร e gli affitti, insistono in alcuni dei migliori areali del vino irpino. E cosรฌ ci si rifornisce del greco dalle vigne di Montefusco e Santa Paolina e del fiano da quelle di Lapio. La produzione quindi riguarda le tipologie del territorio e negli ultimi anni ci รจ sembrata in fase di costante crescita qualitativa.
La cantina Tempa di Zoรจ di Agropoli (SA) ha proposto questo aglianico in purezza, oltre al Xenos โ22, rosso che ricorda la macchia mediterranea e i frutti neri a nocciolo e al saporito Fiano Xa.
Sannio Aglianico Rosato Janare Nafris 2023 – La Guardiense Janare
Piรน di sessantโanni di storia, un migliaio di soci conferitori, cinque milioni e mezzo di bottiglie annue, 1500 ettari di superficie aziendale. Numeri alla mano, รจ difficile non riferirsi a La Guardiense come a una delle piรน importanti realtร cooperative del Mezzogiorno. Una direzione attenta e con lo sguardo puntato sul futuro lโhanno definitivamente rilanciata negli anni nellโรฉlite delle aziende sannite, con risultati notevoli sulle diverse linee di produzione, soprattutto sulla linea Janare. La gamma copre tutti i principali vitigni tradizionali del Sannio, falanghina e aglianico in testa, con progetti relativi anche alle bollicine.
Il Fric 2022 รจ un rosato da aglianico in purezza proposto da Casebianche. Aglianico, barbera, piedirosso, fiano, trebbiano e malvasia si fanno materia plastica nelle menti e nelle mani di Betty Iurio e Pasquale Amitrano. Architetti di professione, abbandonano la professione, intorno agli inizi del 2000, per dedicare la vita alla produzione di vino, recuperando le vigne di famiglia a Torchiara, in Cilento in una zona compresa tra il Monte Stella, il torrente Acquasanta e la costa tirrenica. Le etichette prodotte riflettono tanto il carattere dei vitigni quanto quello dei luoghi in cui nascono, ma anche la personalitร empatica di chi li produce.
Irpinia Rosato 2022 – Salvatore Molettieri
L’Irpinia Rosato 2022, da aglianico in purezza, รจ uno dei vini proposti da Salvatore Molettieri, tra i primi protagonisti di una frangia di vignaioli irpini che dopo un passato da conferitori hanno iniziato a creare le proprie realtร vitivinicole. Annoveriamo lโazienda, quindi, tra i nomi storici del territorio: a guidarla oggi ci sono i figli Giuseppe, Luigi, Paolo e Giovanni. Nel vigneto, circa una quindicina di ettari, spiccano due cru di aglianico, Cinque Querce e Ischa Piana, base solida da cui si parte per la produzione di Taurasi di gran carattere.
Pellerosa 2022 – I Cacciagalliย
Lโazienda I Cacciagalli di Diana Iannaccone e Mario Basco รจ ospitata in una stupenda masseria del โ700, in una delle zone piรน fascinose del Casertano, Teano, territorio incontaminato e ricco di una natura lussureggiante. Il vulcano spento di Roccamonfina contribuisce a caratterizzare fortemente i suoli su cui insistono i vigneti, poco piรน di dieci ettari, coltivati seguendo i principi della viticoltura biodinamica. Cemento e anfore, fermentazioni con lieviti indigeni e macerazioni, anche sui bianchi, sono gli strumenti del mestiere e le tecniche adoperate per creare una gamma estremamente originale.ย Tutta la gamma, comunque, ci รจ sembrata molto intrigante, incluso il Pellerosa da uve aglianico.
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