Dopo lo sguardo sulle nuove annata del Cerasuolo, ci sembra opportuno completare il quadro vinicolo dell’Abruzzo dedicandoci a rossi e bianchi che abbiamo assaggiato negli ultimi tempi durante le degustazioni per la Guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso. Tradotto nella lingua enoica locale significa parlare di Montepulciano, Trebbiano e Pecorino.
Abbiamo notato che molti Montepulciano d’Abruzzo mantengono ancora uno stile opulento, estrattivo, con tannini importanti e note boisรฉ ingenuamente marcate (vaniglia, caffรจ, cioccolato) che tendono a soverchiare la freschezza del frutto. Sono prodotti poco adatti a un consumo disinvolto che รจ sempre piรน la norma tanto dalle nostre parti quanto sui mercati internazionali. La stessa densitร cromatica e il corpo, spesso impegnativo, rendono questi vini meno versatili gastronomicamente (perchรฉ nel frattempo anche in cucina si cerca leggerezza) ma soprattutto emotivamente. In unโepoca che premia lโagilitร e la spontaneitร , la lentezza โcaldaโ dei rossi abruzzesi puรฒ sembrare un fardello del passato.
Paradossalmente, proprio la forza identitaria del Montepulciano rischia di diventare un limite se non viene reinterpretata alla luce delle nuove sensibilitร . Stanno comunque emergendo segnali positivi: alcuni produttori stanno abbassando lโestrazione e lโalcol, puntando su fermentazioni piรน morbide, botti grandi, meno legno nuovo; si sperimentano nuove soluzioni con vinificazioni in anfora, cemento, e lieviti indigeni per valorizzare il carattere varietale; vendemmia dopo vendemmia, si riscopre lโimportanza dellโaltitudine, delle esposizioni fresche, dei suoli leggeri, come strumenti per un Montepulciano piรน snello, meno muscolare.
Il nostro non รจ un attacco, ma un invito. Il Montepulciano dโAbruzzo non deve rinunciare alla sua anima, ma deve riconoscere che il tempo รจ cambiato. Oggi serve ripensare corpo, alcol, struttura e soprattutto messaggio culturale: il vino non รจ piรน solo forza, ma anche tensione, equilibrio, fragranza. LโAbruzzo ha le risorse โ clima, altitudini, suoli โ per fare rossi contemporanei senza diventare banale. Ma ha anche le risorse umane adatte allo scopo, visto che all’interno di molte aziende sono entrate in pianta stabile nuove generazioni che viaggiano, assaggiano etichette di altri territori, si confrontano con intelligenza e curiositร .
Per quanto riguarda il lato bianchista segnaliamo ancora una volta il dato numerico che vede i campioni di Pecorino sopravanzare quelli di Trebbiano: un centinaio di etichette per il primo, una sessantina per il secondo. Il Trebbiano, quando d’annata, non riesce a distaccarsi da uno schema piuttosto semplice e banale: i vini assaggiati hanno poca anima, sono spesso diluiti e davvero poco interessanti. Le cose cambiano, in meglio, quando si va giรน con le annate: allora si iniziano a trovare vini dotati di carattere, identitari, saporiti, probabilmente frutto di maggiore attenzione non solo in cantina, ma anche in vigna.
Dopo un 2023 drammatico, la vendemmia 2024 ha segnato una buona ripresa. Grazie a condizioni climatiche piรน stabili e all’assenza di piogge persistenti e malattie critiche, i vigneti sono tornati a esprimere il loro potenziale. Sul fronte qualitativo, le uve sono risultate integre, ben mature, con ottimo equilibrio tra zuccheri e aciditร . Il Pecorino del 2024 ha fatto registrare un innalzamento della qualitร media. Mentre negli anni passati si andava sulle montagne russe, quest’anno abbiamo assaggiato batterie piuttosto omogenee, vini di grande bevibilitร e piacevolezza, pronti subito. Mancano i picchi ma crediamo che i viticoltori abruzzesi possano ritenersi comunque molto soddisfatti da questa vendemmia.
Ora non resta che aspettare l’uscita della Guida Vini d’Italia 2026 per avere il quadro analitico delle nostre degustazioni. Non manca molto: ottobre รจ dietro l’angolo.
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