Botta e risposta

Il mondo del vino scrive al Governo per chiedere tutele. Lollobrigida: “Non ci tireremo indietro”

Le associazioni del vino italiano scrivono a Lollobrigida: "Serve una campagna interistituzionale basata su scienza ed equilibrio a tutela dell'identità del settore"

  • 21 Luglio, 2025

Le principali associazioni del vino italiano hanno firmato un documento unitario rivolto a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Nella lettera si chiede una presa di posizione netta a tutela del comparto, in vista della revisione da parte delle Nazioni Unite del piano d’azione globale sulle malattie non trasmissibili (NCDs), prevista per settembre 2025.

Le richieste

L’appello arriva in un momento cruciale, in cui si moltiplicano a livello internazionale gli attacchi, più o meno espliciti, al consumo di vino, spesso assimilato a droghe e tabacco, ignorando secoli di cultura e decenni di studi sul consumo moderato e consapevole. L’obiettivo delle associazioni è chiaro: promuovere una campagna istituzionale forte, coordinata e interministeriale, che coinvolga Salute, Istruzione, Agricoltura e Cultura, per affermare la posizione italiana fondata su evidenze scientifiche, proporzionalità e rispetto per le tradizioni alimentari. Il documento sottolinea che l’Italia deve tutelare il vino come elemento identitario e patrimonio sociale prima ancora che economico.

La replica di Lollobrigida

La risposta del Ministro non si è fatta attendere. Francesco Lollobrigida ha accolto l’appello con parole nette: «È un onore essere riconosciuti come punto di riferimento di un settore, come quello dei produttori di vino italiani. Ma gli onori comportano anche oneri e non mi sono mai tirato indietro. Continuerò ad essere al loro fianco perché il vino non venga criminalizzato. Le istituzioni hanno il compito di informare, non di terrorizzare. E noi continueremo ad affermare che è necessario un consumo responsabile, ma non prenderemo parte a quella che ha gli aspetti di una crociata animata soprattutto da chi di vino sa poco o nulla. Il vino è parte da millenni della nostra storia, dei nostri territori, della nostra cultura e della nostra alimentazione considerata tra le migliori del pianeta. Il vino è anche lavoro, economia, tutela dell’ambiente e molto altro che ci mette in condizione di batterci in sua difesa e di chi lo produce».

Parole  che però attendono ora un seguito concreto. Perché il momento è eccezionale, non solo per l’incognita dazi, e tale deve essere anche la risposta delle istituzioni. Servono azioni chiare, coordinate, straordinarie. Non per difendere un prodotto, ma un pezzo fondamentale della nostra identità.

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