Un quarto di bicchiere. Tanto basta, oggi, per capire come potrร essere un vino. Uno studio del gruppo di ricerca della Penn State University, ha dimostrato che delle fermentazioni in miniatura โ da appena 50 millilitri โ possono replicare fedelmente le caratteristiche chimiche e aromatiche di una vinificazione su scala reale. Lo studio, ripreso da The Drink Business, apre interessanti prospettive. Il dato piรน sorprendente? I risultati di queste microvinificazioni coincidono con quelli ottenuti da fermentazioni ben piรน grandi, come ad esempio da quelle di oltre 18 litri. Non solo: le analisi dimostrano che i micro-lotti mantengono intatti i profili aromatici, la composizione fenolica e il colore.
Basta replicarli in condizioni controllate, evitando lโesposizione allโossigeno e mantenendo costanza di temperatura e lieviti. Il vino, insomma, sembra che lo si potrร studiare in provetta.
Quali sono gli sviluppi di questa microvinificazione? Secondo lo studio le possibilitร sono diverse. Potrebbe esserci in atto una possibile rivoluzione nel mondo del vino, perchรฉ permetterebbe di testare centinaia di combinazioni โ uvaggio, ceppi di lievito, macerazioni, tecniche di vinificazione โ con un dispendio minimo di risorse. Uno strumento di avanguardia per i laboratori, ma anche per le cantine che vogliono sperimentare o valutare nuove strategie prima di passare alla produzione su larga scala.
Una tecnologia che per non va intesa solo per i grandi numeri o per aziende imponenti. Anche chi lavora con volumi ridotti potrร utilizzare la microvinificazione come opportunitร per sondare o portare avanti nuovi progetti. Vinificare un clone raro, ad esempio, ย testare un nuovo contenitore, una macerazione a freddo o un lievito autoctono senza dover sacrificare ettolitri di vino.
Va perรฒ sottolineato che รจ una tecnologia meno semplice da usare di quanto si pensi. Secondo i ricercatori, per garantire condizioni di replicabilitร e controllo, ogni microfermentazione devโessere condotta con precisione quasi chirurgica. Ma una volta definito il protocollo, il metodo funziona.
La scienza continua a offrire strumenti sempre piรน precisi per capire cosa succede davvero dentro un calice di vino. E questa ricerca scientifica spinge lโenologia verso una nuova fase, piรน analitica e meno empirica assottigliando sempre di piรน il velo di incertezza del risultato finale.
Tuttavia, non tutti hanno accolto positivamente questa innovazione. Il mondo naturale rivendica il diritto allโimperfezione, allโ inaspettato e alla purezza del non riproducibile. Ma forse il futuro dellโenologia potrebbe risiedere nellโintegrazione tra rigore scientifico e rispetto per la variabilitร naturale, riconoscendo il valore di entrambi nellโesperienza del vino.
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