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Lusso in crisi

Moët Hennessy licenzia il 10% dei propri dipendenti. Alexandre Arnault: "Le cose non vanno bene"

Calo delle vendite, debolezza dei mercati chiave e incertezze legate ai dazi hanno spinto il marchio del colosso Lmvh a tagliare sul personale

  • 07 Maggio, 2025

Il colosso francese Lmvh ha annunciato di esser in procinto di attuare un’importante provvedimento per la sua divisione wines&spirits . Un taglio del personale che porterà alla riduzione di oltre il 10% della forza lavoro globale, pari a circa 1.200 dipendenti di Moët Hennessy. Attualmente, il marchio impiega circa 9.400 persone e il taglio è volto a riportare l’organico ai livelli del 2019. Tuttavia, non è stato fornito una data per la completa attuazione della misura.

 

Il calo delle vendite

«È nostra intenzione adeguare l’organizzazione e tornare gradualmente a  livelli di forza lavoro del 2019, principalmente gestendo il turnover naturale e non coprendo le posizioni vacanti», ha detto l’azienda al Financial Times. La decisione arriva in un momento di forte difficoltà per la divisione, che ha registrato nel primo trimestre 2025 un calo delle vendite organiche del 9%.

La flessione ha riguardato in particolare i mercati statunitense e cinese, cruciali per l’export di vini e distillati francesi. Jean-Jaques Guiony, presidente e ceo di Moët Hennessy, ha detto a riguardo che i costi operativi sono aumentati del 35% e che per il futuro «la ripresa non sarà immediata».

Dello stesso avviso è Alexandre Arnault, vice presidente della divisione vino e alcolici e figlio del patron Bernard Arnault, che sottolineato la complessità del momento: «Di solito, quando vini e liquori vanno male, altri settori come la moda compensano. Ma oggi, in generale, le cose non stanno andando bene».

Dazi, consumi e futuro

Una situazione su cui ha gravato anche lo scenario geopolitico: i dazi imposti dagli Stati Uniti su tutti i beni provenienti dall’Unione Europea, introdotti dall’ex presidente Donald Trump, hanno compromesso  la competitività dei prodotti europei – tra cui Champagne, Cognac– in un mercato chiave come quello americano.

Una mossa, quella del gruppo francese che evidenzia come persino i segmenti del lusso non sono immuni da  un contesto economico globale caratterizzato dall’ incertezza. Nonostante il difficile momento, Guiony ha cercato di rassicurare i dipendenti: «Stiamo attraversando un ciclo, e sappiamo che il nostro settore è soggetto a fluttuazioni. Ma serve pazienza e rigore».

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