Un nuovo grande player vitivinicolo si affaccia sull’orizzonte della competizione globale. Si chiama Vinarchy e unisce importanti brand spagnoli, australiani e neozelandesi ceduti recentemente dalla Pernod Ricard alla controllante di Accolade wines. Il nome è tutto un programma: vin (vino in francese) e archy (dal greco “arké”, col significato di comando). Assieme formano il concetto di comando del vino.
Una wine leadership con numeri importanti: 11 cantine, 1.600 posizioni lavorative in tutto il mondo, un giro d’affari da 1,5 miliardi di dollari australiani (vale a dire oltre 850 milioni di euro) e circa 380 milioni di bottiglie prodotte. La proprietà fa capo a un consorzio di imprese riunite sotto la sigla Australian wine holdco limited (Awl), che include fondi di investimento sostenuti da Bain capital, Icg, Capital four, Sona asset management e Samuel Terry asset management.
I brand più importanti controllati da Vinarchy sono Hardys (secondo player australiano del vino), Campo Viejo (grande brand spagnolo della Rioja) e l’australiano Jacob’s Creek, che da fine anni ottanta era controllata proprio da Pernod Ricard. In portafoglio c’è anche una realtà sudafricana come Berri Estates, che oggi è la più grande cantina di quell’area. In Nuova Zelanda, per esempio, Vinarchy è proprietaria di Stoneleigh, Brancott Estate e Mud House. In Australia, gli emergenti Grant Burge, Jam Shed e Petaluma, ma anche etichette di più alto profilo come St Hugo, St Hallett, Orlando, Church Road fino alle spagnole Ysios e Tarsus.
Jacob’s Creek Brand – vigneti – Vinarchy
In attesa della nomina dell‘amministratore delegato, il cui nome sarà annunciato a breve, a capo di Vinarchy c’è il presidente esecutivo Ben Clarke, entrato un anno fa in Accolade wines col ruolo di direttore esecutivo: uomo da 30 anni nel settore food and beverage (da Kraft foods a Burton’s biscuits in Uk, a The white rabbit pizza company). L’esperienza delle maestranze della Pernod Ricard farà il resto, per una realtà vitivinicola che promette di essere snella, moderna e orientata all’alta produttività. Per evitare ogni interruzione delle forniture, la casa francese si è impegnata a continuare a distribuire l’ex portafoglio prodotti secondo precisi accordi di distribuzione transitori, per un tempo necessario a garantire una transizione senza problemi.
Ben Clarke – presidente esecutivo Vinarchy
Vinarchy, come ha spiegato in una nota ufficiale lo stesso Clarke, sfrutterà le economie di scala, la complementarietà degli asset, la capacità di innovazione, la posizione di leadership in diversi mercati e nuovi investimenti per posizionarsi in modo altamente competitivo sulla scena internazionale.
«L’industria vitivinicola mondiale deve fronteggiare difficili sfide strutturali. Il consumo globale è in calo da diversi anni, a causa del cambiamento del gusto dei consumatori e del passaggio verso bevande meno alcoliche. Sfide che Vinarchy – ha dichiarato il presidente Clarke – affronterà in modo audace e creativo».
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