No all’uso del termine “Prosecco” per contraddistinguere e promuovere prodotti cosmetici, anche sul packaging e sull’online. Sentenza storica quella arrivata dalla Polonia, a favore di Sistema Prosecco, società che riunisce Consorzio del Prosecco Doc, Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg e Consorzio vini Asolo Montello. Primo grado, per ora, nessun giudizio definitivo quello espresso lo scorso 11 giugno.
La Corte regionale di Varsavia ha riconosciuto una violazione della Denominazione Prosecco in Polonia su prodotti beauty, da parte di una multinazionale statunitense, attiva sul mercato locale tramite un distributore, nei confronti del quale il procedimento è stato avviato. Il giudizio di merito, fanno sapere i tre enti di tutela, si è concluso in primo grado con una decisione che è ancora appellabile dalla controparte nel giro di un mese. Ma per ora è favorevole ai Consorzi. Un pronunciamento che «conferma il divieto d’uso della Denominazione per contraddistinguere e promuovere prodotti da corpo». Nella fattispecie, si tratta di bagnoschiuma, creme, acqua profumata in formato spray, candele aromatizzate e liquidi per diffusori ambientali.
Varsavia – Polonia – Foto di ANHELINA OSAULENKO da Unsplash
Nel merito, i giudici hanno dichiarato che questo tipo di utilizzo del termine “Prosecco” costituisce evocazione, sfruttamento della notorietà della Denominazione e comunicazione ingannevole per i consumatori. Secondo la Corte di Varsavia, il Consorzio ha piena legittimità ad agire per contestare, oltre alla violazione della Denominazione, anche illeciti di concorrenza sleale. Si tratta della prima volta che in Polonia viene emessa una sentenza nel merito, su un caso di violazione di un’Indicazione geografica in ambito di prodotti non agroalimentari.
Un successo che, tuttavia, non frenerà le iniziative a tutela dei Consorzi, che annunciano di voler «dedicare particolare attenzione anche al settore dei servizi, dove l’abuso del termine Prosecco è altrettanto diffuso». Soddisfatti i tre presidenti, Giancarlo Guidolin (Prosecco Doc), Franco Adami (Prosecco Docg) e Michele Noal (Asolo): si conferma l’efficacia della strategia di tutela condivisa con Sistema Prosecco messa in atto negli anni: «Si tratta – scrivono in una nota ufficiale – di un precedente significativo per la tutela delle Ig a livello europeo. Infatti, il riconoscimento di una violazione della Denominazione Prosecco in una categoria merceologica lontana dal vino non è un esito scontato».
Giancarlo Moretti Polegato, che presiede Sistema Prosecco, sottolinea che il nome “Prosecco”, come stabilito dalla Corte di Varsavia, può essere utilizzato «esclusivamente per prodotti conformi ai disciplinari di produzione, in relazione a ciascuna Dop». E annuncia che proseguirà l’attività di «monitoraggio contro abusi e sfruttamento in qualsiasi ambito merceologico».
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