Metti una sera il vino piรน rappresentativo dellโEmilia Romagna, il Lambrusco; uno dei luoghi storici piรน amati della cittร di Lecce, il Patria Palace Hotel โ HO Collection, di fronte alla magnificenza barocca della chiesa di Santa Croce; i prodotti gastronomici dellโeccellenza pugliese e le preparazioni dello chef Ivan Bruno (Ristorante โAtenzeโ del Patria Palace): il risultato รจ una serata esclusiva, frizzante, rilassante, memorabile.
Lโevento degustazione โ realizzato da Gambero Rosso Academy Lecce con il Consorzio Tutela Lambrusco DOC โ รจ stato la terza tappa del tour “Tutte le sfumature del Lambrusco DOC”ย , che ha toccato anche Palermo,ย Lecce,ย Napoliย e Torino -, e ha fatto davvero conoscere, se non โtutteโ, certamente tante sfumature dei vini Lambrusco, spesso poco note anche agli esperti del settore.
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foto di Viviana Martucci
Tra masterclass โ con la guida di William Pregentelli, coordinatore editoriale della guida Vini d’Italia e curatore della guida Berebene di Gambero Rosso e del direttore del Consorzio Tutela Lambrusco DOC Giacomo Savorini – e wine tasting, a partire dalle 18 e fino alle 24, un folto ed entusiasta pubblico di appassionati ha sorseggiato le diverse espressioni di questo vino italiano tra i piรน famosi al mondo, abbinate per lโoccasione ai piatti e alle preparazioni piรน identitari della tradizione pugliese.
Metodo classico, charmat, ancestrale, dai diversi territori della doc. Perchรฉ “Il” Lambrusco non esiste: esistono “i” Lambrusco. Sรฌ, perchรฉ sono davvero pochi i vini in Italia a poter vantare una tale varietร , pur essendo descritti da un unico nome.
In unโinfinitร di espressioni che hanno conquistato i partecipanti e hanno mostrato la loro versatilitร nellโabbinamento alla gastronomia e cucina locale. Perfetti con la โpignataโ di legumi di Zollino di Calรฒ&Monte, con i salumi del Salumificio Santoro di Martina Franca (non solo capocollo, ma anche guanciale da suino nero e la โsantorellaโ, mortadella dalla Valle dโItria dal gusto rotondo e morbido), con la burrata e la mozzarella di Andria del Caseificio Montrone e i formaggi salentini, freschi e stagionati, di Masseria Cinquesanti.
E ancora, il pasticciotto salato con gamberi e burrata dello chef, il conetto con crema di ricotta e capocollo di Martina Franca, lโemulsione di stracciatella con cubo di tonno marinato agli agrumi, il macaron con crema di pecorino.
Una meraviglia, certamente da replicare!
Il territorio d’elezione di quest’uva va ricercato nella pianura centrale modenese, soprattutto nella porzione compresa tra i fiumi Secchia e Panaro, che rappresenta una sorta di โzona classicaโ. Siamo nella zona a nord di Modena, dove i terreni sono prevalentemente sabbiosi. ร giร questo uno dei motivi per cui il Lambrusco di Sorbara รจ caratterizzato da questa grande aciditร . Di colore rosso scarico, dai profumi di piccoli frutti di bosco, รจ vibrante e molto fresco.
La morfologia della denominazione รจ un po’ particolare perchรฉ include una zona pianeggiante (a sud della via Emilia), sino ad arrivare alle prime colline dell’Appenino Tosco-Emiliano. Quindi abbiamo una diversitร importante all’interno della stessa denominazione che comporta anche una variabilitร dal punto di vista dei terreni: abbiamo zone piรน sciolte e morbide, ma anche componenti ricche di argilla, soprattutto nella zona piรน alta. Il vitigno ha un grappolo spargolo e dalla buccia resistente; il vino che ne viene prodotto รจ scuro, spesso caratterizzato da una presenza tannica decisa, il frutto che emerge ricorda la mora e il mirtillo; la sfumatura di mandorla ne defi nisce i contorni.
Santa Croce รจ una piccola frazione della cittร di Carpi: sembrerebbe essere partita da qui la diffusione di questo vitigno (la cui forma allungata del grappolo ricorda un salame, e quindi il nome) verso la pianura modenese, svalicando anche in quella reggiana. I terreni della denominazione sono di matrice alluvionale: sabbie, limo, argille, depositi che si sono formati nel corso dei secoli grazie al lavoro dei fiumi e delle alluvioni. Sono terreni molto fertili che uniti alla vigoria del vitigno portano le viti ad essere davvero molto produttive. L’acino del Lambrusco Salamino รจ piuttosto scuro; il vino che ne deriva รจ carico di colore. Potremmo definirlo il piรน โdemocraticoโ tra i Lambrusco, senza l’aciditร spiccata del Sorbara e il tannino del Grasparossa. ร l’equilibrio quello che emerge nei Salamino di Santa Croce, sempre fragrante e succoso, nelle migliori versioni venato anche da sottile sapiditร .
Il Reggiano รจ una denominazione che crea un prodotto finale generalmente molto armonioso. Per la sua realizzazione si possono utilizzare molte varietร di lambrusco ma ce n’รจ una che la fa un po’ da padrona rispetto alle altre: il Salamino. Con caratteristiche diverse rispetto a quello del modenese: innanzitutto sono diversi i suoli, qui spesso ghiaiosi, in grado di restituire un prodotto molto bilanciato tra aciditร , componente tannica, e un frutto fragrante. La possibilitร di utilizzare tanti lambrusco non รจ una mera trovata commerciale: piuttosto si rifร a una tradizione agricola del passato quando nelle vigne non veniva piantata quasi mai una sola tipologia. Oggi i produttori comunque tendono a vinifi care varietร in purezza, spesso addirittura delineando dei veri e propri โcruโ.
Si torna in collina, ma stavolta nella provincia di Reggio Emilia. La zona รจ caratterizzata da boschi,ย seminativi in cui si incastonano i vigneti. I terreni sono di diversa matrice: le prime alture sono perlopiรน argillose, ma, man mano che si va in alto il suolo si fa piรน sciolto e povero; le rese sono piuttosto basse rispetto ai Lambruschi di pianura. La varietร piรน coltivata da queste parti รจ il Grasparossa, il lambrusco di collina per eccellenza tanto che dร vita anche a una tipologia della denominazione (la Colli di Scandiano e Canossa Lambrusco Grasparossa, con il Grasparossa min. 85%). Ma non รจ solo zona di Lambrusco: sta sempre piรน tornando in auge anche la spergola, vitigno a bacca bianca che in collina ha il suo habitat naturale.
ร una denominazione che praticamente abbraccia tutta la pianura modenese e le prime colline che la separano dagli Appennini. Come nel caso della Doc Reggiano, anche qui i vitigni sono molti; i vini tutelati dalla Doc quindi possono essere anche di sostanziale diversitร , si va dai Lambrusco piรน scuri, a base di Grasparossa o Salamino, a quelli piรน chiari realizzati col Sorbara; sono tante le possibilitร off erte dalla denominazione e ogni marchio le declina secondo la propria sensibilitร .
Finito? Non proprio. A tutto quello che abbiamo raccontato dobbiamo aggiungere che il Lambrusco puรฒ essere prodotto con diverse metodologie produttive. Puรฒ essere frizzante, grazie alla rifermentazione in autoclave, ma puรฒ anche essere Spumante, sia metodo Charmat, sia Metodo Classico (tipologia sulla quale stanno scommettendo diverse aziende). E ancora, puรฒ essere rifermentato in bottiglia senza sboccatura, i cosiddettรฌ “ancestrali”, anello di congiunzione produttivo con il passato contadino che ha dato i natali a questo vino oggi famoso in tutto il mondo.
Attivitร realizzata con il contributo del MASAF, ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022
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