Lungo la Senna, ad un’ora di macchina da Parigi, si trova il paese di Saint-Fargeau-Ponthierry con una popolazione di 15mila anime. È qui, in Rue della Citanguette, che si trova il vigneto da dove viene prodotto un vino particolarissimo, Le Citanguet.
Viene curato dalla Confraternita di Saint Vincent, fondata nel 1841, una delle più antiche della Senna e Marna. Saint Vincent è il santo patrono dei viticoltori, così come dei commercianti di vino e dei produttori di aceto, basato su un omofono in quanto in francese, il nome suona quasi esattamente come vin-sang (sangue di vino). Le Citanguet è un vino difficile da assaggiare dal momento in cui la produzione è risibile e non può essere venduta commercialmente. Come riporta il sito, i confratelli non vendono il vino poiché non sono “professionisti della vigna” mentre il proprietario della vigna, il municipio stesso, ha deciso di mettere qualche bottiglia sugli scaffali a Saint-Fargeau-Ponthierry.
La vigna di Chardonnay, appena 780 ceppi, è stata piantata nel 2006. Con l’ottimo motto, “Chacun fait ce qu’il peut, comme il peut, quand il veut”, i soci si trovano tutti i sabati dalle 10 alle 12. La produzione si aggira sulle 700 bottiglie. Ogni socio, tra i 100 affiliati, riceve un numero di bottiglie proporzionale al proprio contributo nelle operazioni di potatura, gestione della chioma e vendemmia. Chi è socio ma non partecipa riceve una bottiglia all’anno. La quota 2025 è di trenta euro. Complimenti ai cugini francesi, sempre prolifici quando si tratta di generare rarità e senso di appartenenza.
Sebbene questa sia una declinazione sui generis, il fenomeno delle “urban wineries” è in ascesa. C’è pure un’associazione di categoria, con il fantastico acronimo U.V.A. (urbanvineyards.org) che unisce 25 vigneti urbani in dieci paesi e tre continenti: solo una frazione di un fenomeno ormai globale.
Spostandoci nel Regno Unito, c’è la cantina urbana Blackbook che si trova in un arco ferroviario a Battersea nella zona sud-ovest di Londra nel distretto di Wandsworth. Si approvvigiona di uve da viticoltori situati nei pressi della città, nell’Essex, nel Surrey, nel Kent e a Oxford. Il focus è Pinot Noir e Chardonnay da “cool climate”. Dietro al progetto c’è Sergio Verrillo: winemaker con esperienze che spaziano dalla Borgogna alla Nuova Zelanda, qui è in società con la moglie Lindsay. Il Londoner six pack contiene Chardonnay 2022, Pinot Noir 2022 e rosé 2021: un ritorno ai vini di tipologia con l’allure cittadino quasi da temporary store.
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