Ristoranti

La ripartenza dei ristoranti in Germania. La testimonianza degli italiani che ci lavorano

Dopo due mesi di stop, mentre intorno tutto continuava a girare piรน o meno normalmente, la ristorazione tedesca riparte in concomitanza con lโ€™Italia. E le similitudini sono maggiori di quanto potremmo pensare, pur con un supporto economico piรน evidente da parte del Governo. Ne abbiamo parlato con gli italiani che ci lavorano.

  • 19 Maggio, 2020

Il supporto del governo tedesco ai ristoranti. Liquiditร  e taglio dellโ€™iva

Nella Germania del lockdown soft, la ripartenza della ristorazione asseconda le decisioni dei diversi Land. Dunque tempi e modalitร  di ripresa differiscono da una regione allโ€™altra, seppur con una certa uniformitร  dettata dal Governo centrale. Si รจ parlato molto dellโ€™imponente sistema di aiuti economici stanziato a sostegno delle imprese del Paese. Alle piccole e medie attivitร , il fondo federale nazionale ha destinato 50 miliardi di euro, distribuiti in base al numero di dipendenti impiegati: 9mila euro fino a 5 dipendenti, 15mila da 5 a 10, fino a 30mila per le realtร  piรน articolate. Liquiditร  a fondo perduto (ma tassata), percepita dalle imprese colpite con una certa puntualitร , con lโ€™obbligo perรฒ di utilizzarla per le spese inerenti la gestione dellโ€™attivitร , e non retroattive. A questo si sommano gli aiuti stanziati dai singoli Land e dalle municipalitร  (succede a Berlino, a Monacoโ€ฆ) e un provvedimento fortemente caldeggiato dal settore della ristorazione, che entrerร  in vigore dal 1 luglio: una settimana fa, il Segretario di Stato parlamentare per le finanze ha annunciato di aver recepito lโ€™appello congiunto di molti addetti ai lavori, confermando un taglio importante dellโ€™iva riguardante i cibi (ma non le bevande), che scenderร  dal 19 al 7% per un anno a partire dallโ€™inizio di luglio.

La riapertura dopo lo stop. Le regole per ripartire

Eppure piรน di qualche motivo di preoccupazione affligge anche i ristoratori della Germania. Se da un lato il Paese non si รจ mai realmente fermato โ€“ โ€œqui molto hanno percepito il problema come poco piรน che unโ€™influenza, non cโ€™รจ stato allarmismo, le strade sono sempre state piene, la libertร  di movimento da una regione allโ€™altra del Paese non รจ mai venuta menoโ€, raccontano tutti gli interpellati โ€“ dallโ€™altro la ristorazione (come buona parte delle piccole attivitร  commerciali) ha scontato il prezzo piรน alto, con chiusure obbligate che quasi ovunque si sono protratte per due mesi, dalla metร  di marzo alla metร  di maggio, salvo la possibilitร  di operare servizio a domicilio e da asporto. โ€œFa specie pensare quanto mi trovo in difficoltร  col ristorante, mentre fuori tutto continua come se niente fosse. Le persone sono diligenti, certo, ma non percepiscono molto il problema. Sono vicino a un mercato allโ€™aperto, che si svolge in strada tre volte alla settimana: ha sempre continuato a essere molto affollatoโ€. A parlare รจ Gianluca Casini, italiano di Livorno e titolare del ristorante fine dining Lโ€™Arte in Cucina a Dusseldorf. Nella sua cittร  la ristorazione รจ ripartita prima che altrove, giร  lo scorso 11 maggio. Dopo qualche giorno di assestamento, anche lui ha deciso di riaprire: โ€œSi dice molto della gestione confusionaria dellโ€™Italia, ma anche qui le regole non sono chiarissime. Ci hanno dettato le misure di base, per il resto dobbiamo inventarci come fare, con la consapevolezza che le sanzioni possono arrivare a 25mila euroโ€. Regole che per certi versi, come ci confermeranno anche da Berlino e Monaco, sono piuttosto stringenti: la distanza tra tavoli โ€“ calcolata da seduta a seduta โ€“ รจ ovunque fissata a 1 metro e mezzo. E i clienti che mangiano insieme non possono appartenere a piรน di due nuclei familiari, โ€œanche se le persone provano a forzare le regole, e noi dobbiamo vigilareโ€, sottolinea Gianluca. La prenotazione non รจ obbligatoria, ma caldamente consigliata, mentre cโ€™รจ lโ€™obbligo di registrare i dati dei commensali: โ€œGeneralitร , indirizzo e numero di telefono, non sappiamo ancora per quanto tempoโ€. Poi ci sono i dispositivi di sicurezza: โ€œLa mascherina รจ obbligatoria anche in cucina, oltre che in sala; i clienti la indossano per spostarsi nel locale. Ma quel che piรน ha risentito del cambio di passo รจ la piacevolezza del servizioโ€.

La sala de L'Arte in cucina a Dusseldorf

Come cambia il servizio in un fine dining

Nel suo ristorante, Gianluca ha ridotto la capienza a 18 coperti (prima erano 40, โ€œeconomicamente non รจ sostenibile, continuiamo a integrare con il take away, e abbiamo dovuto semplificare il menu, per ottimizzare i costiโ€), ma il piรน grande cruccio รจ non poter coccolare il cliente come in passato: โ€œNon possiamo servire vino e acqua al tavolo, i commensali devono fare da sรฉ e questo penalizza lโ€™atmosfera, anche se i clienti mostrano affetto, cโ€™รจ comprensione; nรฉ apparecchiare la mise en place, quando il cliente si accomoda il tavolo devโ€™essere vuoto, i piatti arrivano direttamente dalla cucina con quanto ordinato. Per fortuna si รจ tornati indietro rispetto allโ€™obbligo di utilizzare esclusivamente tovaglie e tovaglioli di carta: ora sono ammessi anche quelli di stoffa, garantendo ovviamente la sanificazione costante. E unโ€™altra fortuna per noi รจ la mancanza di un limite orario. In altre cittร  รจ stato fissato alle 22โ€.

Mario Gamba

Monaco di Baviera. Lโ€™approccio di Mario Gamba

Sarร  cosรฌ a Monaco di Baviera, quando sarร  possibile riaprire: da qualche giorno รจ stato accordato il permesso a bar e ristoranti che possono fare servizio allโ€™aperto. Per la riapertura vera e propria, invece, bisognerร  attendere il 25 maggio. E Mario Gamba, ambasciatore dellโ€™alta cucina italiana a Monaco da quasi 25 anni col suo Acquarello, si sta preparando alla ripartenza, con molta fiducia: โ€œPotremo lavorare a pranzo dalle 12 alle 14, a cena dalle 18 alle 22. E ci stiamo attrezzando a convivere con le restrizioni, pensando prima di tutto alla sicurezza del team, perchรฉ diciamoci la veritร , qui hanno una percezione del rischio piuttosto bassa: continuano a fare manifestazioni, non adottano precauzioni particolari. Da bergamasco sono fiero del senso di responsabilitร  dimostrato in Italiaโ€. Il ristorante di Mario (Tre Forchette Tricolore) รจ conosciuto in tutto il mondo per la sua โ€œcucina del soleโ€, lโ€™attenzione alla materia prima, gli alti standard di servizio e cucina, la valorizzazione delle culture gastronomiche regionali dโ€™Italia. Da metร  marzo Acquarello รจ chiuso, ma lo chef ha ideato un menu take away fondato sulla versatilitร  del sous vide, che presto potrebbe diventare un progetto parallelo: โ€œSiamo riusciti a conquistare anche una clientela nuova, molti giovani, portando lโ€™alta cucina nelle case delle persone, a prezzi contenuti. E ora sto studiando una collaborazione con una catena di supermercati locale per distribuire una linea di 5 o 6 proposte, sottovuoto e pronte da mangiare. Saremo pronti non appena avrรฒ approntato un laboratorio di trasformazioneโ€. Intanto, perรฒ, il ristorante deve ripartire: โ€œDovremo rivedere le procedure di cucina, ripensare le lavorazioni dei piatti per organizzarci in turni di lavoro. Sarร  una carta piรน agile, ma una cosa รจ sicura: non passeremo dalla ristorazione alla โ€˜trattorazioneโ€™โ€. Anche a Monaco valgono distanziamenti (ma Acquarello ne risentirร  poco, 5 tavoli in meno in sala, 4 in terrazza), obbligo di registrazione e misure di cui sopra, quindi qualche coccola verrร  meno: โ€œNon potremo portare al tavolo oli e selezione di sali di benvenuto, anche i petit four li sostituiremo con una piccola torta monoporzione che lโ€™ospite potrร  portare con sรฉ. Ma soprattutto sarร  fondamentale limitare i contatti tra il personale di sala e i commensali, senza penalizzare il servizio: ho calcolato che in una serata normale chef de rang e sommelier vanno al tavolo 80-90 volte. Non potrร  essere cosรฌ. E i miei camerieri indosseranno mascherina e visiera. I guanti no, non sono obbligatori, ed รจ molto meglio lavarsi continuamente le mani: le mie sono giร  distrutte!โ€. Cโ€™รจ comunque voglia di ripartire, e fiducia: โ€œCโ€™รจ la necessitร  economica di andare avanti, ma anche lโ€™entusiasmo di riprendere. E lโ€™intensitร  dellโ€™impegno fa la differenzaโ€.

Pizze servite nel giardino di Malafemmena a Berlino

Berlino e la pizza napoletana. Malafemmena

A Berlino, intanto, la ristorazione รจ ripartita il 15 maggio. Protocolli di sicurezza analoghi, anche se interpretabili in piรน di qualche passaggio, orario di chiusura imposto alle 22. Emmanuele Cirillo รจ il titolare della pizzeria Malafemmena, molto apprezzata in cittร . Originario di Torre del Greco, il giovane imprenditore era in procinto di raddoppiare i locali allโ€™inizio di marzo, โ€œe nonostante i rallentamenti burocratici di questo periodo, saremo pronti a inaugurare tra qualche giornoโ€. Nel frattempo รจ appena ripartita la pizzeria madre, che di fatto non ha mai smesso di lavorare con lโ€™asporto: โ€œPersonale a mezzo servizio, sfruttando per metร  la cassa integrazione, e grandissima richiesta della clientela, anche perchรฉ Berlino ha continuato a girare. Noi abbiamo passato un mese bruttino, ma sono riuscito a mantenere tutti i 20 dipendenti, che presto diventeranno 35. Chi davvero sconterร  i prossimi mesi sono i grandi ristoranti del centro, e gli alberghi, che lavoravano col turismo. Per il resto qui la gente aveva voglia di tornare a mangiare fuoriโ€. Anche Emmanuele lamenta poca chiarezza nelle regole, โ€œper fortuna facevamo molti coperti e abbiamo un grande spazio esterno, quindi rispetteremo distanziamento e obbligo di registrazione. Abbiamo anche imposto la prenotazione obbligatoria, rimediato allโ€™apparecchiatura con kit di posate usa e getta, adottato il qrcode per il menu, che รจ unโ€™idea che manterremo in futuro. E sono molto soddisfatto della diminuzione dellโ€™iva sul cibo: per noi si tratta di un risparmio di 8-9mila euro al mese, conta piรน degli aiuti giร  ricevutiโ€. La difficoltร  piรน grande? โ€œTenere la mascherina davanti al forno delle pizze, i miei pizzaioli sono strematiโ€.

L'esterno della pizzeria Futura

Berlino e la pizza napoletana. Futura

Sempre a Berlino, Alessandro Leonardi รจ proprietario di un pizzeria dalle dimensioni piรน ridotte, ma ugualmente autentica, e ambasciatrice della buona pizza napoletana (non a caso pizzeria dell’anno all’estero per la guida Top Italian Restaurants di Gambero Rosso): โ€œCon Futuraย non ci siamo mai fermati, continuando con delivery e asporto. Economicamente รจ stato importante, ma non ero felice, mi รจ mancato il volto dei clienti, la loro soddisfazione. La pizza napoletana per me รจ questo, non mera sopravvivenza economicaโ€. Ma da qualche giorno il servizio รจ ripreso, le richieste sono numerose, ora rigorosamente organizzate in turni di prenotazione: โ€œFacciamo affidamento al buon senso delle persone, e alla loro tolleranza. Cโ€™รจ sempre qualcuno che vuole fare il furbo, ma dobbiamo attenerci alle regole. Favoriamo i pagamenti contactless, rispettiamo le distanze, indossiamo la mascherina, abbiamo menu con qrcode. Si puรฒ fare, ma anche perchรฉ la cittร  non ha mai smesso di vivere, anche con una certa dose di incoscienzaโ€. A questo proposito, chiude con un nota di ammonimento Gianluca Casini: โ€œIl timore di una nuova chiusura cโ€™รจ anche qui. Nella regione di Dusseldorf i casi di contagi stanno aumentando, lโ€™approccio รจ quello di imporre mini-quarantene per cluster specifici, senza bloccare lโ€™intera regione. Ma certo questa precarietร  esiste anche quiโ€.

 

a cura di Livia Montagnoli

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