Delia Pavoni Notari, nata nel 1865, รจ stata una delle figure piรน influenti nella storia dellโeditoria gastronomica italiana. Intellettuale raffinata e imprenditrice acuta, fu autrice del saggio Il dubbio nella poesia e, dopo la morte del primo marito, lโingegnere Giuseppe Magnaghi, si unรฌ in seconde nozze a Umberto Notari, giornalista, scrittore ed editore di grande inventiva. La loro casa in via Montenapoleone a Milano divenne presto un importante salotto culturale, frequentato da scrittrici e scrittori, artisti e industriali. Proprio in questo ambiente, Delia maturรฒ lโidea di una rivista dedicata alla cucina, che fosse perรฒ molto piรน di un semplice ricettario. Intuรฌ che, dopo la Prima guerra mondiale, il ruolo delle donne stava cambiando e che la cucina poteva essere un ponte tra tradizione e nuove aspirazioni sociali.
Cosรฌ nacque La Cucina Italiana, una pubblicazione che affrontava il tema della cucina con un taglio nuovo: non solo un ricettario, ma una finestra aperta sul mondo, con rubriche di approfondimento culturale e un Comitato di Degustazione destinato a diventare unโistituzione. Il Comitato, composto da alcune delle personalitร piรน influenti dellโepoca, aveva il compito di valutare i prodotti alimentari italiani in unโepoca in cui il concetto di qualitร era ancora poco strutturato. A sostenerlo cโerano intellettuali e uomini di cultura come Massimo Bontempelli, teorico del realismo magico e voce di spicco della letteratura italiana, e Filippo Tommaso Marinetti, che aveva fatto della provocazione e dellโinnovazione il cuore del movimento futurista, arrivando persino a proporre una cucina rivoluzionaria e anti-tradizionalista.
Accanto a loro, il poeta e drammaturgo Paolo Buzzi e lโindustriale Stefano Benni, fondatore della Magneti Marelli, garantivano una visione che abbracciava sia la sfera artistica che quella tecnologica. Il comitato annoverava anche Dario Nunes Vais, direttore della Banca Commerciale Italiana, a sottolineare lโinteresse per lโindustria alimentare non solo dal punto di vista culturale, ma anche economico.
Nonostante la direzione ufficiale della rivista fosse rimasta per anni nelle mani del marito Umberto Notari, fu Delia a condurre realmente La Cucina Italiana, curando anche in prima persona la rubrica della Massaia moderna, dove, fino al 1934, dispensava consigli, ricette e regole di bon ton a massaie inesperte e giovani spose. Il suo approccio pratico e colto contribuรฌ a rendere la rivista un riferimento per le donne italiane che si affacciavano a un nuovo modello di vita domestica e sociale. Nel 1934, Delia lasciรฒ la direzione a Francesca “Fanny” Dini e si spense lโanno successivo, nel 1935.
Il suo lascito, tuttavia, continuรฒ a vivere attraverso le direttrici che le succedettero. Dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1952, la testata tornรฒ in edicola grazie allโiniziativa delle sorelle Gosetti โ Anna, Fernanda e Guglielmina โ che la rilanciarono con unโimpronta editoriale innovativa, dotando la redazione di una cucina interna per testare le ricette prima della pubblicazione. Anna divenne la direttrice e si occupรฒ delle strategie editoriali e commerciali, Fernanda curรฒ le ricette e i contenuti tecnici della rivista, mentre Guglielmina si dedicรฒ alla grafica e allโaspetto estetico. Questa nuova impostazione rese La Cucina Italiana un modello editoriale unico nel suo genere, avvicinandola ancora di piรน alle esigenze delle lettrici.
Negli anni successivi, la rivista continuรฒ a evolversi sotto la guida di figure di spicco come Paola Ricas, che ne tenne il timone per venticinque anni, seguita da Maria Vittoria Dalla Cia, che ne assunse la direzione intorno al 2015 โ anni nei quali ho avuto l’onore di lavorare anche io in redazione โ e infine da Maddalena Fossati Dondero, attuale direttrice.
Nel 1987, accanto alla rivista, nacque anche La Scuola de La Cucina Italiana, un progetto ambizioso che ha formato generazioni di appassionati e professionisti attraverso corsi pratici e incontri con grandi chef. Tuttavia, dopo quasi quarantโanni di attivitร , la scuola ha chiuso i battenti proprio in questi giorni, segnando la fine di unโistituzione che ha contribuito a diffondere e preservare il patrimonio gastronomico italiano. Da quasi un secolo, La Cucina Italiana rimane un punto di riferimento nel panorama gastronomico, testimoniando la visione avanguardista di una donna che ha trasformato la cucina in un linguaggio universale.
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