Ne รจ passata di acqua – o diciamo meglio di alcol – sotto i ponti da quando la Grappa era il liquore nazionale per antonomasia. Erano gli anni ’70 e il โgrappinoโ non mancava mai. Oggi si beve meno, ma si beve meglio. Come รจ cambiato, allora, il distillato nazionale per eccellenza? Nel mensile di novembre del Gambero Rosso lo abbiamo chiesto ai protagonisti: produttori, consumatori, opinionisti e chef… Per scoprire che la grappa cambia pelle, ma non si arrende. Qui alcune opinioni.
Goccia a goccia, poco a poco, il vecchio distillatore vedeva il suo sogno prender forma. Era lโItalia degli anni โ70 e โ80, quella degli amanti convinti del distillato italiano per antonomasia: la grappa. Tante le famiglie e le realtร piรน o meno grandi che ne hanno fatto un credo e poi un business consolidato. In seguito i tempi sono cambiati, come fisiologicamente accade generando cicli che portano un prodotto in voga ad essere via via meno in auge. Gli affezionati non potrebbero farne tuttora a meno, ma lโultima generazione di bevitori probabilmente non sa neanche cosa sia la grappa
La denominazione โgrappaโ รจ riservata esclusivamente allโacquavite di vinaccia ottenuta da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia, distillate in impianti ubicati nel territorio nazionale. La grappa รจ una bevanda ottenuta da vinacce fermentate e distillate direttamente mediante vapore acqueo oppure con lโaggiunta di acqua nellโalambicco.
Ma vediamo il consumo attuale in Italia. โNel mercato interno i consumi 2018 di grappa, considerati insieme a quelli di acquavite dโuva (dati Federvini), hanno evidenziato una leggera contrazione nei volumi stimata in -0,4% a cui รจ corrisposto un aumento nel valore complessivo stimato nello 0,6% rispetto allโanno precedenteโ, spiega Elvio Bonollo, presidente dellโIstituto Nazionale Grappa. Dunque a fronte di una sostanziale stabilitร , si puรฒ individuare la conferma di un trend che gradualmente continua a spostarsi nella direzione di un consumo piรน attento e a maggior valore. Un atteggiamento che si allontana mese dopo mese e anno dopo anno dal banale โgrappinoโ a fine pasto.
A vedere ciรฒ che accade in ristoranti, cocktail bar ed eventi dedicati perรฒ non si direbbe, forse perchรฉ lโocchio del cliente moderno รจ facile preda di nuove etichette futuriste che attraggono lโattenzione con prodotti ร la page. In questo quadro i nomi storici della distilleria italiana tentano di reinventarsi e lavorano per restare al passo coi tempi, rimanendo comunque fieri di un prodotto che rappresenta (ancora) lโItalia nel mondo. Parlare oggi di grappa non รจ semplice nรฉ scontato. Cosa fanno i distillatori pensando al futuro? Come si puรฒ ragionare su un”concetto attuale e contemporaneo di grappa, andando magari oltre? Su questo, sul presente e sopratutto sul futuro della distilleria italiana, abbiamo chiesto i pareri di alcuni tra i piรน autorevoli artigiani. Qui quelli di Andrea Maschio, Lisa Tosolini e Jacopo Poli. Tutte le altre le trovate nel mensile di novembre del Gambero Rosso.
Non ci sono piรน i consumi di una volta, รจ vero, ma per certi versi forse รจ perfino un bene. Pensiamo comโera vista la grappa cinquanta anni fa! Era un prodotto spesso rude con le sue positivitร e negativitร , cโera comunque sempre la voglia di farlo diventare un distillato importante cercando di svecchiarlo. I grandi produttori tentavano di โpulirlaโ per renderla piรน accessibile, venne esaltata la grappa bianca e profumata durante gli anni โ80, nei decenni successivi il suo mondo ha poi perso un po’ di charme (su 100 grappe oggi 80 sono invecchiate) ma rimane sempre quella morbidezza, pulizia e profumo, nonostante si ricerchino i sentori tostati; per noi produttori quindi รจ forse il momento piรน bello quello che viviamo perchรฉ possiamo esprimerci in maniera differente e ampia. Il punto รจ che nel 2019 non cโรจ unโunica anima della grappa, ce ne sono diverse. Da quando io vivo lโazienda (attivamente da venti anni) รจ cambiata molto, lโho vista ogni anno spostarsi in piรน direzioni. ร da oltre dieci anni che stiamo cercando di โuscire dal bicchierinoโ e provare ad entrare nei piatti e nei cocktail, vediamo produzioni apposite per la mixology ma la miscelazione non รจ lโunica frontiera. Il cambio sta nel far diventare la grappa un ingrediente per usi diversi e in grado di raccontare storie diverse con bottiglie che si avvicinano a target differenti. Si va verso lโinnovazione ma si torna sempre e comunque alla tradizione.
Continuiamo a concentrare i nostri sforzi sulla grappa, ovviamente con delle novitร ma mantenendo sempre il prodotto originale a quello da cui siamo partiti. Mantenere lโidentitร della grappa รจ fondamentale affinchรฉ possa diventare un prodotto internazionale che nel tempo riesca a trovare i suoi estimatori e diventare cosรฌ un distillato riconosciuto da barman e sommelier di tutto il mondo. Allo stesso tempo dobbiamo impegnarci per comprendere il mercato di oggi ma soprattutto quello dei prossimi anni e cercare di avvicinare un pubblico piรน giovane con dei distillati che mantengano la tradizione, la classicitร , ma possano conquistare nuovi palati: la nostra Smoked per esempio รจ una grappa invecchiata che fa un โfinishโ dentro botti affumicate ed รจ sicuramente lโinnovazione che trova oggi una clientela piรน giovane e soprattutto diversa dal classico consumatore di grappa che altrimenti sarebbe sempre in numero minore. Lโaltro prodotto su cui puntiamo e con cui โandiamo oltreโ รจ lโamaro Tosolini, che vede al momento un mercato in grande fermento ed una facilitร di beva che ne determina il successo rispetto alla grappa che ha una gradazione molto alta, cosa che spesso disincentiva il consumo.
Il mondo della grappa da decenni sta vivendo unโevoluzione che personalmente ritengo positiva, si sta passando dal โtantoโ al โmeglioโ. Fin dagli anni โ70 la produzione di grappa di massa ha indotto le piccole distillerie come la nostra ad affinare le tecniche produttive per poter sopravvivere. Questa propensione alla qualitร ha prodotto nel tempo ottimi risultati. Ne รจ un esempio la nuova nata, Due Barili, una grappa di nuova generazione, erede di 121 anni di tradizione distillatoria della famiglia Poli interpretata in chiave moderna, con una particolare attenzione allโevoluzione del gusto sociale. Nonostante i cambiamenti la nostra missione รจ rimasta decisamente la stessa: valorizzare questo straordinario distillato. Non a caso nel 1993, con lโaiuto di mia moglie Cristina, ho aperto le porte del Poli Museo della Grappa, con lo scopo di far conoscere il sapere e il sapore del piรน autentico spirito italiano. Il museo รจ uno scrigno di preziose conoscenze che mi ispira a usare con cura un impianto storico per ottenere un prodotto moderno. Oggi, con lo stesso alambicco del mio bisnonno GioBatta, distillo gocce di memoria attraverso cui mio figlio GioBatta guarda al futuro.
a cura di Giovanni Angelucci e Giuseppe Carrus
foto di Matteo Castagna
QUESTO ร NULLA…
Nel mensile di novembre del Gambero Rosso trovate tutte le opinioni: Priscilla Occhipinti (Nannoni Grappe – Toscana), Bruno Pilzer (Distilleria Pilzer – Trentino), Alessandro Marzadro (Distilleria Marzadro – Trentino), Luigi Barbero (Sibona – Piemonte), Enrico Berta (Berta – Piemonte), Cristina Domenis (Domenis 1898 – Friuli Venezia Giulia), Antonella Nonino (Nonino – Friuli Venezia Giulia), Cristina Nardini (B.lo Nardini – Veneto), Alvise Ennas (Capovilla โ Veneto). Un numero di 17 pagine che include anche i pareri di giornalisti, sommelier e chef, un utile glossarietto per capire meglio l’argomento, le fasi di produzione, le 20 distillerie che guardano al futuro della grappa. In piรน la ricetta di un cocktail by Samuele Ambrosi.
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