tartufi

La straordinaria storia di Leo, il cane cieco che "vede" i tartufi

Una brutta malattia degenerativa gli รจ costata l'asporto dei bulbi oculari. Da allora il cocker ha scoperto il suo talento

  • 09 Dicembre, 2023

Leo non sa se รจ giorno o notte, se oggi il cielo di Cittร  di Castello รจ nuvoloso o terso: i suoi occhi sono cuciti, e anche se gli รจ costato perdere i bulbi oculari ne ha guadagnato in olfatto.
Leo รจ un cocker spaniel, ha undici anni ed รจ uno dei cani piรน addestrati nella cerca di tartufo. A due mesi era giร  nei boschi a scovare le pepite dโ€™oro dellโ€™Umbria.
โ€œLa malattia degenerativa agli occhi รจ stato un colpo al cuore. Negli anni รจ peggiorato con infezioni che gli provocavano dolore, a quel punto i medici hanno scelto di togliergli i bulbiโ€ – racconta Lorenzo, il suo padrone-cavatore.

Il mondo visto da Leo

Il mondo visto da 40 cm di altezza รจ colmo di odori: terra bagnata, vegetazione boschiva, umiditร  funghi, e tartufi.
โ€œAnche dopo lโ€™operazione, lui a casa non ci voleva stare e ho continuato a portarlo con me in cercaโ€ โ€“ chiosa con un sorriso Lorenzo.

Leo non molla mai, il naso รจ il suo punto forte: si agita, รจ pronto per lanciarsi in una nuova sfida.

La cerca inizia una mattina di novembre nel bosco tra sterpaglie, fiumiciattoli, terreno acquoso e sabbioso tipico della zona di Cittร  di Castello che conferisce al tartufo una forma piรน globosa, meno tondeggiante di quella delle trifole affossate nella terra compatta di collina.
Come tutti i cani pastorini tipo i lagotti, Leo ha la capacitร  di lavorare in maniera piรน pacata e ragionata rispetto a un bracco, di stazza piรน importante. Sa annusare bene il terreno, testarlo. La sua cecitร  gli ha regalato un olfatto tanto fine che riesce ad avvertire lโ€™odore dei tartufi anche a lunga distanza. Il suo talento smisurato lo ha reso quasi una star. E chissร  che anche in questa cerca di un sabato di novembre non trovi una trifola che possa magari raggiungere lโ€™estero: โ€œun tartufo su tre distribuito nel mondo viene da Cittร  di Castelloโ€, chiosano da queste parti.

La cerca del tartufo, simbiosi tra animale e umano

Leo ha fame di tartufi, cammina sveltissimo e stargli dietro รจ difficile. Eppure, Lorenzo sa come fare. Insieme passano sotto rami di alberi, fogliame autunnale, superano pungitopi, e sperano insieme che nessuno di quei milleottocento cavatori di Cittร  di Castello, o di cinghiali ghiotti di tartufi, sia passato di lรฌ di recente a sfilare dalle mani qualche trifola.

La cerca รจ un lavoro di simbiosi. Il padrone non puรฒ fare a meno del cane e viceversa. I due parlano la stessa lingua fatta di suoni, silenzi, e movimenti: Leo cammina, cerca, raspa, annusa; Lorenzo dร  comandi, scava, valuta. E intanto il percorso continua tra fiutate e controlli.

Quando il cocker avverte qualcosa di serio, parte spedito. Il cavatore lo segue, si fida. Leo individua il punto, ed รจ questo il momento topico della ricerca: comincia unโ€™altalena di movimenti e suoni tra lโ€™animale e lโ€™umano fatto di zampate e โ€œdovโ€™รจโ€ pronunciati dal cavatore con tono intimo e spronante. Leo annusa e raspa, poi gironzola, e riscava, scodinzola, mentre la musica del โ€œdovโ€™รจโ€ di Lorenzo alza la tensione: โ€œHo la battarella!โ€ โ€“ dice lโ€™uomo. Sono le pulsazioni che aumentano, mentre la coda di Leo si agita e i profumi mano mano vengono fuori. Quando il cocker individua definitivamente il tartufo non raspa piรน, direziona il naso verso il punto dovโ€™รจ la trifola, come a passare il testimone al padrone. La simbiosi prende forma, lโ€™uomo diventa cane e il cane diventa uomo. Lโ€™uno si fonde con lโ€™altro: ora รจ il tartufaio a scavare delicatamente il terreno e ad annusarlo, e se la sua percezione olfattiva ancora non arriva, interviene in aiuto il cane.

Il bottino della cerca

Il cuore dei due pulsa, un nuovo tartufo bianco pregiato di Cittร  di Castello piano piano si mostra. Con il vanghino il cavatore elimina il terreno intorno al tartufo cercando di fare delicatamente per non rovinarlo, quando lo vede con le mani scosta radici, sassi, pezzi di legno. E poi la gioia: eccolo. Il cavatore richiude la buca, un poโ€™ per nascondere ad altri tartufai quel posto segreto, un poโ€™ per rimestare bene le spore nel terreno. Leo non vede, ma sente il cuore del padrone, e si arrampica sulle sue gambe: vuole sapere comโ€™รจ la pepita dโ€™oro che ha trovato.

Lorenzo guarda il tartufo, lo tocca, lโ€™annusa.
Le dimensioni non sono grandissime: โ€œIn natura, quelli piรน grossi sono molto menoโ€, dice. Questo รจ di circa 30 grammi, รจ globoso, perรฒ non รจ male: โ€œQuelli tondeggianti hanno piรน valore sul mercato ma non รจ detto che siano migliori di qualitร โ€.

Il colore รจ giallo vivo, ha delle screpolature che il tartufaio fa notare: โ€œQuesto รจ in saluteโ€. Non รจ opaco, e vuol dire che la trifola non รจ vecchia e non ha sofferto. Poi, delicatamente, pigia: il tartufo รจ resistente, non si riesce a penetrare, al contrario sarebbe stato catalogato come vecchio, o alla fine di un ciclo non completato in condizioni ottimali. Poi lโ€™annusa, tante volte. Sente il miele millefiori, il fieno di prato stabile, sente lโ€™aglio. I tre componenti sono in armonia e il verdetto รจ presto detto: quel tartufo bianco pregiato รจ ottimo, al giusto grado di maturazione. Non ci sono difetti, non si sente ammoniaca o marcescenza, profuma solamente e questo odore si spera duri il piรน possibile. Almeno dieci giorni.

Il mistero del tartufo

Leo non vede, ma sente. Sa che quello che ha beccato รจ un ottimo bottino. Con gli occhietti sigillati scodinzola, รจ felice, vuole la sua ricompensa: a undici anni รจ ancora ghiotto di coccole.
Il cavatore mette la trifola in saccoccia e si riprende la cerca in silenzio del bosco dove i suoni vivi sono solo quelli di uccelli, di ruscelli, del calpestio dei piedi sul terreno. Il mistero del tartufo si รจ compiuto ancora una volta, per Lorenzo, per Leo e per tutti quei cavatori che piรน in lร , nel bosco di Cittร  di Castello, hanno faticato, camminato, scavato, annusato. Cโ€™รจ Andrea con Samba, un lagotto; cโ€™รจ Daniele con Taro, un bracco; cโ€™รจ Alessandro con Sally. Insieme hanno appena finito una cerca faticosa e ora serve una colazione corroborante: formaggio, Cannaiola, salsicce arrostite sulla graticola con spiedini di fortuna. Giร  stanno pensando alla soddisfazione dei distributori che apprezzeranno i loro tartufi.ย  Ma chi li guarda e sorseggia con loro del vino, sta immaginando delle tagliatelle al burro con il tartufo bianco che assaggerร  in qualche ristorante di zona.

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