NĆ© LadurĆ©e, nĆ© Pierre Hermé⦠i veri macaron li hanno inventati a Nancy due suore durante la Rivoluzione Francese. E nella Maison des Soeurs Macarons si preparano ancora secondo la ricetta originale (e ultrasegreta). Nancy, Francia dellāest. Famosa per la spettacolare place Stanislas, una delle più belle piazze francesi, al centro il monumento a Stanislas Leszczy?ski, re di Polonia nonchĆ© suocero del re di Francia Luigi XV, esiliato qui, gran benefattore della cittĆ e gran gourmet, golosissimo di dolci. Tutto comincia con Caterina deā Medici, che va sposa a Enrico II e diventa regina di Francia. Caterina ĆØ accompagnata dai suoi cuochi, che si narra preparino dei dolcetti di mandorle, zucchero e bianco dāuovo, battezzati allāitaliana ā macaroniā e subito apprezzatissimi.
Quando la figlia di Caterina, Claudia di Francia, sposa il duca di Lorena Carlo III i āmacaroniā arrivano a Nancy, capitale del ducato di Lorena. Ed ĆØ Caterina di Lorena, nipote di Caterina deā Medici, a fondare nel 1624 il Monastero del Santissimo Sacramento di Nancy: le religiose seguono la regola di San Benedetto e hanno il divieto di mangiare carne. Che fare per mantenersi in forze con una dieta un poā troppo severa? Due converse pensano bene di preparare quei dolcetti di mandorle, zucchero e bianco dāuovo ispirati alle ricette dei macaroni dei cuochi italiani, ricchi di proteine vegetali e dunque energetici. Ricetta e dosi ovviamente segrete e trasmesse solo oralmente fra le consorelle del convento. FinchĆ© in piena rivoluzione, il 5 aprile 1792, la soppressione dei conventi e degli ordini religiosi mette ā letteralmente – in mezzo alla strada due consorelle, suor Marie Elisabeth (al secolo Marie Morlot, 1750-1826) e suor Suzanne (Marguerite Gaillot, 1744-1815). A dar loro rifugio ĆØ una terza religiosa, suor Marguerite MĆ©lanie Gormand che ĆØ tornata nella casa di famiglia, al n. 10 di rue de la Hache.
Per ringraziarla le due suore riprendono a produrre in quella casa i loro piccoli dolci conventuali: dal 1793 nasce la Maison des Soeurs Macarons e le suore li vendono lì, in rue de la Hache (oggi, va da sé, rue des Soeurs Macarons), nei mercati, di casa in casa. I macarons delle suore sono presto famosi e loro diventano per tutti le Soeurs Macarons. Dal 1808 in poi la ricetta delle Soeurs Macarons viene trasmessa alle famiglie delle prime consorelle, di generazione in generazione. Ed è uno dei segreti meglio custoditi della gastronomia francese. Nessuna ricetta scritta, solo orale.
Oggi la Maison si ĆØ trasferita in rue Gambetta, a pochi passi da place Stanislas e- di famiglia in famiglia ā la ricetta segreta ĆØ arrivata a Nicolas Genot e i suoi figli, Guillaume e Charlotte. Nel laboratorio tutto avviene dietro una saracinesca chiusa, solo Nicolas e i figli possono entrare in quellāantro segreto, con macchinari storici che sono segretissimi anchāessi. Nessun lavorante, nessun pasticcere ĆØ ammesso. I macarons, unici ingredienti mandorle della Provenza, zucchero e bianco dāuovo, sono cotti su un foglio di carta da forno e vengono confezionati a mano in scatole di cartone, con il marchio ufficiale che riproduce le fattezze di una suora. Si conservano per 10/15 giorni in frigorifero e vanno estratti qualche ora prima di consumarli. Se sembrano troppo duri, basta tenerli qualche minuto al vapore di una pentola dāacqua ( o passarli al microonde), ma ĆØ sufficiente anche posarli sulla tazza del tĆØ o del caffĆØ. Sono macarons a un solo strato, tondi, qualche centimetro di diametro. Poi a inizi Novecento a Parigi il pasticcere LadurĆ©e decide di accoppiarli e insaporirli a vari gusti, segnalati dal codice colore. E diventano i dolci più iconici di Francia, famosi nel mondo: LadurĆ©e ha aperto anche a New York, Pierre HermĆ© ha boutiques fino a Hong Kong e Tokyo.
Altra specialitĆ dolce esclusiva di Nancy dal 1857 e IGP, ĆØ la bergamote, la caramella al bergamotto, un curioso legame con lāItalia e precisamente, ĆØ ovvio, con la Calabria. Con un motivo storico: i duchi di Lorena per complicate questioni dinastiche erano anche duchi di Calabria. E quando ĆØ arrivata a Nancy lāessenza di bergamotto? La prima citazione si trova nellāopera āLe cannamĆ©liste FranƧaisā di Joseph Gilliers, responsabile delle cucine di re Stanislas. Nel 1857 il confettiere Jean FrĆ©dĆ©ric Godefroy Lillich fissa nella forma definitiva la produzione delle caramelle Bergamote de Nancy. Questa volta niente segreti: zucchero cotto con essenza di bergamotto.
Alla Maison des Soeurs Macarons le prepara ā tutto a mano ā il maestro confettiere Philippe. Cottura dello zucchero con il bergamotto in un pentolone di rame, fino a 150 gradi, poi si raffredda su un piano di acciaio e lāimpasto viene inserito in una specie di āmacchina per la pastaā che lo taglia in piccole file, un poā come i ravioli. Il gesto di una spatola e voilĆ si rompono come per incanto in piccoli quadretti : i bon bon bergamotes. Ogni confetteria ha i suoi piccoli plus e dalla storica Biscuiterie LefĆØvre-Lemoine di place de la Gare fondata nel 1840 le scatole di latta delle caramelle bergamotes sono esattamente quelle del film Il favoloso destino di Amelie. Il regista Jean-Pierre Jeunet, cresciuto a Nancy, ha voluto ricordare la caramella della sua infanzia e la scatola che tutti i ragazzini utilizzavano per custodire figurine, giocattoli, piccoli tesori..
Dolce napoletano per eccellenza? Piano a dirlo. Se le prime fonti partenopee sul babĆ risalgono al 1836 quando il cuoco Angeletti scrisse un manuale culinario con la ricetta con uvetta e zafferano, in Lorena il solito golosissimo re Stanislas lo sperimenta fin dalla metĆ del ā700 Durante il suo primo esilio in Alsazia, aveva scoperto il tipico dolce Kougelhopf che gli piaceva molto. Ma con il passare degli anni e i denti malandati lo voleva più morbido. CosƬ ordina al suo pasticcere Nicolas Stoher di escogitare qualcosa e lui bagna il dolce con vino di TokayĀ che Stanislas si faceva arrivare dallāUngheria, poi rimpiazzato con uno sciroppo a base di rum o di alcol di mirabelle, le tipiche prugne. Era nato il baba, nome che ĆØ forse un rimando alle Mille e una notte che Stanislas aveva letto. Da Nancy il babĆ arriva a Parigi dove il pasticcere Stoher apre la sua bottega. E quando Napoli viene occupata dai Francesi a inizio ā800, il babĆ diventa il dolce preferito anche dei Napoletani. Tutto grazie a Stanislas, il re gourmand, e a Nancy, capitale dolce.
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