Lutto

Addio a Michele Chiarlo, il padre della nuova Barbera d'Asti che ha cambiato il Monferrato

Lutto nel mondo del vino: รจ morto Michele Chiarlo, papร  della Barbera d'Asti e del Moscato. Era uno dei grandi nomi del vino astigiano

  • 22 Novembre, 2023

Il 18 novembre 2023 ci ha lasciato un grande uomo del vino italiano: Michele Chiarlo si รจ spento allโ€™etร  di 88 anni. Quella di Michele รจ stata una vita lunga e ricca di soddisfazioni, anche se รจ iniziata nella semplicitร  della vita contadina. Nato nel 1935 a Calamandrana in provincia di Asti, da una famiglia di viticoltori da cinque generazioni, Michele Chiarlo si diploma alla scuola enologica di Alba che vive un momento magico. In quel periodo i compagni di studi di Michele sono tutti ragazzi che diventeranno tenori dellโ€™enologia italiana (Renato Ratti, Ezio Rivella, Franco Zilliani, Giuliano Noรจ e Giacomo Tachis).

Michele Chiarlo, il padre della nuova Barbera

I suoi primi passi nel mondo dellโ€™imprenditoria, vinicola prima e vitivinicola successivamente, fecero subito capire di che pasta Michele fosse fatto. In una regione dove il vino era ancora considerato un complemento alimentare necessario, Michele ebbe subito la ferma convinzione che il Monferrato e, in generale, tutto il Piemonte potessero uscire da quella situazione solo cambiando mentalitร : non piรน quantitร  ma qualitร .

Forte delle sue convinzioni, molto innovative per i tempi, Michele vinificรฒ nel 1956 nella sua modesta cantina di Calamandrana una Barbera diversa dai soliti vini locali, rustici e acidi. Agli inizi la Duca dโ€™Asti di Michele Chiarlo comprava uve โ€“ soprattutto Barbera e Moscato, ma anche Nebbiolo da Barolo โ€“ con lโ€™idea di offrire vini ben fatti e gradevoli. Dopo un inizio in punta di piedi, sulla scia di buoni successi sul mercato domestico, Michele ha iniziato a pensare che i nostri vini meritassero maggiore notorietร  allโ€™estero e quindi, tra i primi in Italia, si รจ messo a viaggiare tra Nord America e Nord Europa per promuovere i suoi vini migliori.

La cantina di Calamandra

Nel corso di qualche cene passate insieme, Michele mi raccontava spesso della meraviglia che leggeva negli dei suoi primi clienti, quando assaggiavano un Barolo o una Badi qualitร  avevano uno spazio da occupare e quindi continuรฒ a lavorare sul filone intrapreso anni prima. Cosรฌ nel 1972 nacque la nuova cantina di Calamandra, con spazi maggiori e attrezzature piรน moderne. Inoltre, la ricerca nel campo enologico permise anche alla cantina di produrre Barbere dal gusto piรน gentile, grazie allโ€™attenzione sempre maggiore posta nello svolgimento della fermentazione malolattica, di cui Michele fu uno dei precursori. A questo punto, lโ€™azienda inizia a godere di una buona fama nazionale e internazionale e quindi la cantina Duca dโ€™Asti puรฒ portare il nome del suo fondatore. Michele perรฒ, dopo aver trascorso tanto tempo tra i vigneti del Piemonte per selezionare le uve per i suoi vini, ha ancora un sogno: vuole il controllo diretto dellโ€™approvvigionamento delle uve e vuole i cru migliori.

L’amore per la Barbera

Nel 1982 nasce il primo Barolo prodotto dalla Michele Chiarlo, frutto di uve provenienti da vigne in affitto, ma subito dopo nel 1988 lโ€™azienda acquista 6 ettari tra La Morra e Barolo nel cru Cerequio, seguiti ad un anno di distanza da circa un ettaro nel mitico Cannubi. Poi finalmente nel 1995 Michele torna ai suoi grandi amori: al Monferrato e alla Barbera, con lโ€™acquisto della Tenuta La Court, magnifica proprietร  di 20 ettari a Castelnuovo Calcea.

Nella realtร , Michele non ha mai smesso di pensare alla Barbera e a promuoverla. Nel 1996, ad esempio, fu tra i fondatori di Hastae, lโ€™associazione che raggruppava i piรน importanti produttori di Barbera dโ€™Asti. Pochi anni dopo, insieme allโ€™amico di sempre Giuliano Noรจ, รจ tra i promotori della nuova Docg Nizza, prima importante sottozona dellโ€™enorme denominazione Barbera dโ€™Asti Superiore. Con il suo disciplinare molto severo, disegnato su misura da Michele e Giuliano per costringere la Barbera a produrre rossi di qualitร , nel 2014 il Nizza nasce ufficialmente. Grazie al lavoro fatto dai produttori locali, capitanati dalla famiglia Chiarlo โ€“ prima Michele e poi il figlio Stefano – il Nizza รจ diventata una denominazione importante nel panorama enologico italiano, in grado di far nascere la speranza per tanti vini del Monferrato molto meno noti.

Ambasciatore del vino

Michele Chiarlo, che ha percorso in lungo e in largo il globo alla ricerca di sbocchi interessanti per i nostri prodotti di qualitร , รจ stato un instancabile ambasciatore del vino italiano nel mondo. Un aspetto del suo genio che รจ passato inosservato รจ che il lavoro dellโ€™ambasciatore non lo svolgeva solo parlando di Italia allโ€™estero, ma anche creando nel nostro paese i presupposti per attirare i turisti stranieri verso lโ€™Italia. In poche parole Michele รจ stato uno dei primi a puntare sul turismo enogastronomico per innescare nei nostri territori la volontร  di riscatto. In quellโ€™ottica vanno visti il relais Palรกs Cerequio, nato nel 2011 nel bel mezzo dei vigneti del Barolo Cerequio, e lโ€™Art Park La Court, vero e proprio museo a cielo aperto tra le vigne di Barbera della tenuta omonima.

La cosa che piรน ci addolora รจ aver perso una persona cara che รจ riuscita con i suoi racconti e i suoi aneddoti a farci ripercorrere sessantโ€™anni della storia del vino italiano. Se oggi riusciamo a capire quali successi il vino italiano รจ riuscito a raggiungere in pochi decenni e come ci รจ arrivato รจ grazie a testimoni diretti che questa storia ce lโ€™hanno raccontata e che lโ€™hanno addirittura scritta.

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