Ancora un altro caso di caporalato, questa volta nelle Langhe, da dove provengono alcuni dei vini che dall’Italia fanno poi il giro del mondo, come il Barolo o il Barbaresco. Nella giornata di mercoledรฌ la polizia di Cuneo ha arrestato tre persone accusate di intermediazione illecita, ovvero caporalato, e di sfruttamento del lavoro nei confronti di braccianti stranieri in vigneti sparsi tra Farigliano, Neive, Castiglione Tinella e Monforte dโAlba.
Le indagini, portate avanti dalla procura di Asti, sono corredate da alcuni video ad opera degli stessi lavoratori che, negli ultimi mesi, hanno filmato in presa diretta alcune delle aggressioni (perpetrate con sbarre di ferro) che erano costretti a subire in caso di ribellione nei confronti di turni da dieci ore al giorno, senza possibilitร di rifocillarsi e per non piรน di cinque euro all’ora. Dopo la tragedia di Satnam Singh, si torna a parlare di caporalato, il giorno dopo l’interrogazione al ministro dell’Agricoltura, della sovranitร alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, che nel corso del Question time alla Camera di mercoledรฌ ha ribadito la volontร del governo di ยซcancellare questo fenomenoยป.
Il tema del caporalato nelle Langhe non รจ comunque novitร : giร in passato erano stati denunciati comportamenti simili. In tal senso, le indagini piรน recenti risalgono allo scorso marzo, quando nove persone erano state indagate proprio per caporalato ed impiego di lavoratori non in regola. La panoramica tracciata dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Cuneo e dai Comandi Provinciali di Cuneo e Bolzano era stata quella di un ยซquadro diffuso di sfruttamento lavorativoยป, mettendo proprio in risalto la cronicitร e la vastitร del problema, tornato d’attualitร in questi giorni e per il quale, come annunciato dal procuratore capo di Asti, Biagio Mazzeo, le indagini verranno estese anche alle aziende vinicole, che al momento non sono coinvolte nell’inchiesta.
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