Alta quota

La crescita silenziosa dei vini dolci valdostani: ecco come sta cambiando la zona di Chambave (e i suoi prezzi)

I vini dolci della Valle d'Aosta attirano sempre piรน viticoltori e investitori. Nei prossimi anni cresceranno anche gli ettari vitati

  • 17 Ottobre, 2024

L’areale attorno al comune di Chambave รจ tra i piรน vocati per i vini di alta qualitร  della Valle d’Aosta, regione dove prevalentemente la viticoltura รจ considerata eroica, per le altitudini, per le pendenze dei terreni e per le rese. La prova รจ sia nei riconoscimenti ottenuti dalle cantine che lavorano in questi difficili territori, come il premio Tre Bicchieri Gambero Rosso 2025 allo Chambave Moscato Passito Prieurรฉ 2021 della cooperativa La Crotta di Vegneron, ma anche nel livello medio dei prezzi di un ettaro di vigna che, come ha recentemente testimoniato il report sul mercato dei terreni agricoli del Crea, sono aumentati di quasi il 15 per cento in un anno, passando dai 150 ai 170mila euro tra 2022 e 2023. Il Consorzio di tutela vini Valle d’Aosta conferma il trend crescente e l’interesse per una micro zona che, se si torna indietro nella storia, รจ stata sempre considerata di alto livello, coi vini che finivano nelle tavole dei reali d’Europa e recuperata, poi, dai pionieri del vino valdostano.

Zona emergente, ma non troppo

Chambave รจ certamente uno dei territori piรน noti, ma se si guarda alla storia, come spiega a Tre Bicchieri Vincent Grosjean, presidente del Consorzio di tutela dei vini regionali, la documentazione certifica che tra Cinquecento e Seicento i vini di queste aree erano ยซserviti nelle tavole dei re europei, ricercati soprattutto in Francia e Svizzera, dopo che i monaci di Cluny, provenienti dalla Borgogna, svilupparono la coltura della vite intorno al 1300ยป. La viticoltura valdostana ha queste profonde radici, una lunga tradizione e una solida esperienza nelle tecniche di vinificazione: ยซNel 1760 – prosegue Grosjean – un decreto reale impedรฌ addirittura i nuovi impianti di vite per preservare la qualitร  ed evitare che tutte le superfici agricole fossero occupate dalla produzione di viniยป. In epoca napoleonica, si stimavano fino a 3mila ettari di vigneti, prima del lento declino dovuto sia alla fillossera sia all’industrializzazione delle valli piemontesi, che tolsero la manodopera nei campi, e che durรฒ fino agli Anni Settanta del secolo scorso, quando si scelse di recuperare e rilanciare l’attivitร  viticola e, soprattutto, di salvare i vitigni autoctoni che stavano rischiando l’estinzione.

Valle d’Aosta – vendemmia uve bianche

L’aumento delle superfici vitate

Chambave, in questo quadro, รจ sempre rimasta un’area d’elite. I prezzi delle vigne sono lรฌ a dimostrarlo: +13% in un anno, con quotazioni mediamente piรน alte rispetto al resto d’Italia (massimi a 170mila euro/ettaro). ยซA tratti – racconta Grosjean – i terreni sono stati pagati anche piรน cari. Ma il problema รจ il frazionamento. Per mettere assieme un ettaro di terreno occorre fare oggi fino a otto atti notarili. Il problema fondiario c’รจ e non รจ indifferente, per tutta la valle. Basti pensare – spiega – che il popolo valdostano abitava soprattutto nei villaggi in altura dislocati nelle valli, ma tutti avevano allo stesso tempo dei terreni vitati in fondovalle. Terreni che, ovviamente, venivano divisi a ogni passaggio generazionale. Quindi, oggi, abbiamo micro-parcelle che misurano appena 80 metri quadrati e che sono troppo piccole. E quanto piรน il terreno รจ piccolo tanto piรน costaยป. Nel frattempo, le superfici regionali potranno avere un maggiore sfogo rispetto al passato: i produttori valdostani, infatti, hanno recentemente chiesto e ottenuto alla Regione e al Masaf la possibilitร  di crescere di un minimo di 30 ettari l’anno, anzichรฉ di 5 ettari previsti fino al 2017, pari all’1% della superficie regionale, secondo l’attuale regime europeo delle autorizzazioni per gli impianti viticoli.

I vigneti salgono oltre quota 800 metri

Di fronte alla sfida climatica, invece, anche questa micro-zona viticola potrร  d’ora in avanti beneficiare della possibilitร  di innalzare il limite altimetrico di coltivazione dei vigneti, seguendo un trend comune in diverse regioni viticole di tutto il mondo. ยซPossiamo recuperare quella fascia di terreni tra 800 e 1.000 metri sul livello del mare, che non era compresa nei limiti altimetrici fissati nel lontano 1985, quando il clima era molto piรน freddo. Ora – afferma Grosjean – dobbiamo ridare a queste zone la possibilitร  di svilupparsi, dal momento che sono terreni a riposo, mentre anticamente erano tutte vigneยป.

Valle Aosta – vigneti e viticoltura eroica

La sfida in altura dei viticoltori cooperativi

Lo sanno bene i vertici della Crotta di Vegneron, cantina pluripremiata dal Gambero Rosso soprattutto per i suoi vini dolci e in particolare per il Chambave Moscato Passito. Cinquemila bottiglie l’anno, 53 famiglie di viticoltori, 25 ettari vitati per un vino fortemente identitario, che ha un mercato prevalentemente locale, come spiega il presidente della cooperativa, Alessandro Neyroz: ยซI moscati di Chambave sono un’istituzione in Valle d’Aosta. Molti imprenditori, anche provenienti da altri comuni, ne sono attratti. E lo sono, ovviamente anche i vigneti a Chambave. L’interesse รจ cresciuto e con esso le produzioni. E di fronte a un incremento dei volumi auspichiamo quantomeno che ci siano dei controlli severi e certiยป. ยซPiรน bottiglie fatte bene ci sono sul mercato meglio รจ per tutti noi, ma occorre garantire – ha sottolineato l’enologo Andrea Costa – l’esistenza di una filiera tracciabile e certificataยป. Guardando al futuro, la sfida della cantina รจ mantenere alta la qualitร  di questo vino simbolo: ยซOggi i vigneti sono a circa 780 metri sul livello del mare e con il nuovo disciplinare della Doc Valle d’Aosta potremo salire ulteriormente. Lo abbiamo fatto progressivamente negli ultimi 25 anni, spostandoci via via piรน in alto. E dovremo fare ancora cosรฌ – concludono Neyroz e Costa – se vogliamo mantenere gli stessi standard qualitativiยป.

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