Vino

La Doc Sicilia e il futuro del Consorzio. Intervista ad Antonio Rallo

La Doc Sicilia, il Consorzio di tutela, le prospettive future, l'export e la sostenibilitร : intervista ad Antonio Rallo.

  • 24 Maggio, 2021

8.354 viticoltori, 461 aziende imbottigliatrici, 90.594.310 bottiglie prodotte nel 2020: sono i numeri da capogiro messi in fila dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, una realtร  nata nel 2012, oggi guidato da Antonio Rallo. Con lui abbiamo fatto il punto di questi quasi dieci anni di attivitร , tra sostenibilitร , il successo all’estero e il difficile periodo della pandemia.

Antonio Rallo

Come nasce l’idea di un Consorzio per la Tutela della DOC Sicilia?

La Denominazione di Origine Controllata Sicilia viene ufficialmente riconosciuta il 22 novembre 2011. Lโ€™anno seguente, il 2012, viene fondato il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia: viticoltori, vinificatori e imbottigliatori promotori del riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata, decisero di fondare il Consorzio, una realtร  che potesse dare loro una voce, e che riuscisse concretamente a valorizzare e salvaguardare la produzione vinicola dellโ€™isola. Dalla sua creazione a oggi, il Consorzio mette in atto attivitร  e iniziative volte a tutelare la denominazione DOC Sicilia e garantisce che tutte le fasi e le disposizioni indicate nel Disciplinare di Produzione vengano rispettate rigorosamente. Attraverso lโ€™impegno del Consorzio, la denominazione DOC Sicilia viene riconosciuta come garanzia di qualitร  e come simbolo non solo della regione, ma della stessa produzione Made in Italy in Italia e allโ€™estero.

La Sicilia puรฒ essere considerata quasi come un micro-continente, tanti sono i territori e le diverse caratteristiche geografiche dell’isola. Allo stesso tempo ci sono tante differenze anche nelle dimensioni delle aziende, dove si va dagli artigiani a produttori da milioni di bottiglie: quanto รจ complesso mettere d’accordo tutte queste anime per raggiungere l’obiettivo comune?

In nove anni siamo passati da zero a 96 milioni di bottiglie. Siamo diventati il quarto Consorzio dโ€™Italia dietro Prosecco, Pinot Grigio e Abruzzo. Il segreto di questi risultati? Pensiamo sempre in un’ottica generale che consenta a tutte le diverse realtร  di riconoscersi nel progetto madre: fare sistema. Le scelte del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio sono il frutto del confronto continuo, della capacitร  di ascolto di ognuno di noi. Ed รจ un successo propiziato anche dal costante miglioramento della qualitร  e dal programma di promozione della Doc Sicilia.

Nel mondo del vino, e non solo, ultimamente si fa un gran parlare di “sostenibilitร โ€: come affronta il tema la Sicilia vinicola?

รˆ uno dei punti di forza naturalmente insito nel vino siciliano: basti pensare che la Sicilia ha il vigneto biologico piรน grande dโ€™Italia: rappresenta da sola il 34% della superficie biologica italiana, seguita dalla Puglia che si attesta al 16-17%. Inoltre, piรน del 75% della superficie vitata dell’isola, caratterizzata da una enorme ricchezza varietale e da un clima naturalmente vocato alla sostenibilitร  della produzione, viene coltivato secondo le pratiche di lotta integrata. Mosso da questa consapevolezza lo scorso anno, con la nascita della Fondazione SOStain Sicilia, il Consorzio ha avviato un progetto volto a rendere ancora piรน sostenibile il sistema produttivo dei vini Doc della regione.

E questo in che modo?

Da un lato, rispetto ad altri territori, la Sicilia conta su condizioni climatiche vantaggiose, ventose e secche, che ci consentono di effettuare facilmente delle buone pratiche in vigna limitando i trattamenti. Dall’altro lato, le aziende devono raggiungere l’obiettivo di diventare piรน sostenibili sul fronte energetico e idrico. Andremo perciรฒ ogni anno a misurare le prestazioni delle nostre aziende, con il supporto di un ente certificatore, per poter migliorare i processi produttivi e lasciare alle prossime generazioni un territorio piรน salubre. E per raggiungere questo obiettivo, ci siamo dati limiti piรน stringenti e ambiziosi rispetto a quelli previsti dal ministero dellโ€™Ambiente e dal Mipaaf.

Per quanto riguarda la biodiversitร , invece?

Inoltre, con lโ€™assessorato allโ€™Agricoltura della Regione Siciliana lavoreremo su tutte le oltre 70 varietร  autoctone che si sono evolute in 2.500 anni di viticoltura in Sicilia e delle quali solo una decina sono quelle che oggi vengono comunemente coltivate. In primo luogo, stiamo facendo un lavoro di mantenimento della biodiversitร  per poi andare a valutare le caratteristiche di ciascuna varietร  per selezionare dei cloni che potenzialmente possano dare dei buoni risultati qualitativi e commerciali nel futuro.

Come dicevamo sono tante le anime viticole della regione: ma se dovesse concentrarle in due vitigni quali sceglierebbe e perchรฉ?

Grillo e Nero d’Avola. Il Grillo perchรฉ รจ un vino che piace sempre piรน, i produttori siciliani sanno ormai come produrlo al meglio. Per profumi, struttura e vivacitร  รจ ormai nellโ€™olimpo dei bianchi nazionali. Il Nero d’Avola รจ un prodotto di eccellenza che ha contribuito a far conoscere la Sicilia ovunque nel mondo: esprime in modo universalmente apprezzato le caratteristiche territoriali e aggiungo anche culturali della nostra isola.

Come vanno le cose sui mercati esteri per il vino siciliano?

Lโ€™export rappresenta per le aziende siciliane il 56% delle vendite della produzione annuale. Negli ultimi sei anni, utilizzando i programmi di promozione, la Doc Sicilia ha aumentato di sei volte la quantitร  di bottiglie esportate. Proprio a fronte di questi dati il Consorzio ha rimodulato le attivitร  di promozione nei mercati esteri alla luce della situazione provocata dal Covid-19 e con un continuo monitoraggio dellโ€™evoluzione di regole e comportamenti dei consumatori di vino.

E nel 2021 cosa succederร ?

Abbiamo previsto investimenti in promozione per circa quattro milioni di euro sia sul mercato comunitario, in particolare in Italia e Germania, sia su quello extra Ue (Stati Uniti, Canada e Cina). In Usa, Canada e Cina sono state realizzate nel recente passato campagne pubblicitarie, iniziative di Pr e sui Social che hanno consentito di raggiungere ottimi risultati legati alla migliore conoscenza della Sicilia e della qualitร  dei vini delle 461 aziende che imbottigliano Doc Sicilia. Per quanto riguarda la Cina, in collaborazione con lโ€™agenzia Ice Pechino abbiamo in programma un calendario di eventi per supportare la presenza delle nostre cantine in quel mercato e aprire la strada allโ€™ingresso di nuove aziende. Grazie alla Camera di Commercio italiana in Giappone, ai produttori della Doc Sicilia รจ stata offerta infine lโ€™opportunitร  di partecipare a dei webinar gratuiti per approfondire le informazioni sul mercato vitivinicolo giapponese.

Come sono andate le cose durante la pandemia? Quanto e come ha inciso la crisi?

In generale possiamo dire che le scelte strategiche prese dal Consorzio Sicilia sono state efficaci. Il 2020 si รจ chiuso con oltre 90 milioni di bottiglie Doc Sicilia, risultato che conferma che si รจ riusciti a tutelare gli interessi della filiera della denominazione. Come detto in precedenza la Doc Sicilia ha potenziato le proprie attivitร  di promozione privilegiando in primo luogo quei Paesi dove i consumi sono rimasti stabili come gli Usa, il Canada, la Germania, e dove sono previsti margini di crescita. Dati che evidenziano la soliditร  del settore vinicolo siciliano, una filiera chiave per l’economia dell’isola. A seguito di un’azione di monitoraggio e di ascolto dei canali digitali nel mondo, abbiamo avuto la conferma che il vino siciliano desta molta attenzione all’estero. La prioritร  ora resta lโ€™uscita dalla crisi sanitaria ed economica in corso. Sicuramente i dati produttivi dei vini Doc Sicilia confermano il trend positivo della denominazione. รˆ il segno tangibile del grande impegno e del lavoro portato avanti dalla Doc Sicilia in termini di comunicazione e promozione, che ci fanno ben sperare per il futuro. Il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di aziende nel progetto costituirร  lo step successivo per veicolare maggiormente nel mondo la denominazione Sicilia e per garantire un ritorno economico tangibile a tutti i viticoltori siciliani.

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