La Ribolla gialla, uva ma anche vino, rappresenta uno dei caratteri identitari del vigneto friulano, antico di almeno sette secoli, con un territorio d’elezione che storicamente si estende sulle colline del Collio, dei Colli Orientali del Friuli e della Brda slovena, dove nascono alcune delle migliori interpretazioni della regione di questo vitigno. Attualmente su piรน di 25.000 ettari di vigneto complessivo, la ribolla si estende per 2150 ettari, al terzo posto dopo pinot grigio (7560 ha), glera (4500 ha) e prima del friulano (cioรจ l’exTocai, 1600 ha). Da quest’uva nascono vini declinati nella versione ferma, spumante e macerata, tutti di crescente successo tanto da diventare di moda e di far nascere impianti, e imitazioni, fuori regione.
ร questo lo sfondo che ha favorito la nascita, con la vendemmia 2019, della Filiera della Ribolla Gialla, cosรฌ come spiega Matteo Lovo, portavoce delle 11 aziende che si sono associate per dare vita al progetto.
“Valorizzare la Ribolla Gialla di qualitร attraverso i suoi caratteri distintivi, vuol dire proprio raccontare la sua identitร di vitigno autoctono che rappresenta oggi lโultima varietร in Friuli capace di creare territorioโ. A tal fine รจ stato creato un portale (www.ribollagialla.it), mentre l’obiettivo รจ di trasformare la filiera in un marchio riconoscibile – sarร un bollino da apporre sulle bottiglie e presentato al prossimo Vinitaly – un punto di riferimento per chiunque si interessi, a qualsiasi livello, di questo vino. Tra le prioritร , oltre alla promozione e all’incoming della stampa, la richiesta di avviare una sperimentazione tecnico scientifica sulla Ribolla gialla, dai sistemi di allevamento alla vinificazione. “La Filiera ” conclude Lovo “vuole essere una realtร aperta e dinamica, desiderosa di coinvolgere nel tempo altri soggetti che si possano riconoscere nei valori e nelle pratiche che accomunano i protagonisti del progetto. Da questo punto di vista abbiamo grande rispetto per l’associazione Apro“.
Ques’ultima, nata nel 2010, รจ stata l’antesignana della valorizzazione della Ribolla di Oslavia e della messa in rete delle aziende produttrici dell’area. La novitร del 2020 รจ l’ingresso in Apro della cantina di Josko Gravner, pioniere del vino da uve bianche macerate.
Il presidente Martin Fiegl, commentando il nuovo arrivo, evidenzia che “non solo aumenta la rappresentativitร del nostro territorio unito nell’Associazione, ma lo fa anche con forza essendo Gravner un punto di riferimento enologico mondiale“. Da tempo, Apro si sta battendo per difendere le caratteristiche peculiari della sua Ribolla. Qui, infatti, le viti sono meno vigorose, piรน equilibrate, con grappoli piรน piccoli e spargoli, ricchi di zuccheri e di sostanze nobili che maturano lentamente e che si raccolgono tra la fine di settembre e i primi di ottobre. Il recupero della pratica delle macerazione sulle bucce ha creato dei vini unici nel panorama internazionale degli โorange winesโ. Continua Fiegl, “Purtroppo la proposta di una Doc per la nostra Ribolla macerata che avevamo sottoposto al Consorzio tutela vini Collio e alla Regione, non รจ stata accettata. Siamo consci che il nostro peso “politico” รจ relativo โ siamo appena in 6 produttori, adesso 7 con l’ingresso di Gravner โ ma comunque non ci arrendiamo e saremo a Roma al Mipaaf, dove esploreremo tutte le possibilitร per difendere il nostro areale come marchio territoriale di qualitร tanto piรน che l’enoturismo negli ultimi anni รจ in fortissimo incremento“.
a cura di Andrea Gabbrielli
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