Nel panorama viticolo italiano l’Alto Adige rappresenta una delle punte di diamante, una zona in cui il legame fra viticoltore, territorio e vitigno è espresso da una gamma di vini di altissimo livello. Quest’anno i premiati della regione sulla guida Vini d’Italia del Gambero Rosso sono 24, un numero che riesce a fotografare la variegata complessità del sistema produttivo atesino.
Perché, oltre alle mille facce del territorio, in Alto Adige vanno a braccetto realtà produttive profondamente differenti tra loro, tra viticoltori che vinificano le uve provenienti dai pochi ettari di proprietà , grandi strutture cooperative, storiche aziende della provincia che alla loro opera affiancano quella di piccole aziende che conferiscono le uve in cantina. Ciò che non cambia mai è però la cura con cui vengono gestiti i vigneti e l‘attenzione posta a tutte le operazioni di cantina, volte alla produzione di vini che esprimono la luminosità di questo territorio.
Guardando la corposa lista dei vinialtoatesini premiati, ci troviamo faccia a faccia con una tavolozza ampelografica parecchio ampia e sfaccettata. Rispetto allo scorso anno sono cresciuti i vini rossi. Ai tre Pinot Nero di Cantina Girlan, Tenuta Pfitscher e San Michele Appiano, eleganti e affascinanti, rispondono orgogliosamente altrettanti Lagrein: l’energica Riserva ’21 dell’Untermoserhof di Georg Ramoser, il solido Taber Riserva ’22 della Cantina Bozen e il potente Vigna Klosteranger Riserva’ 20 di Muri Gries.
A chiudere la nutrita pattuglia rossista regionale, due vini a base di schiava, il Santa Maddalena Vigna Premstallerhof della Tenuta Hans Rottensteiner e il Lago di Caldaro Quintessenz della Cantina Kaltern, e un Cabernet Sauvignon, il grintoso Freienfeld Riserva ’20 della Cantina Kurtatsch.
Sul lato bianchista c’è l’imbarazzo della scelta, tra i Sauvignon, i Pinot Bianco, gli Chardonnay, i Riesling, i Sylvaner e via dicendo: difficile dare spazio a tutti in queste poche righe.
Ma vogliamo concludere citando una novità tra i premiati di questa edizione, un debutto sul gradino più alto del podio: si tratta del Comitissa Riserva ’20 di Lorenz Martini, uno spumante di grande tensione e finezza.
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