Una nuova immagine istituzionale per la Docg del Roero a dieci anni dalla nascita. A fine 2023, infatti, il Consorzio di Tutela Roero assieme ad ArtàPorter ha indetto un contest creativo Born to be a Wine a cui hanno partecipato oltre 30 artisti e designer provenienti da tutta Italia chiamati a ideare la nuova immagine istituzionale delle 5 tipologie in cui è declinata la Docg: Roero Bianco, Roero Bianco Riserva, Roero Spumante, Roero Rosso, Roero Rosso Riserva. Il vincitore è risultato Bruno Casetta, classe ’59, torinese formatosi artisticamente a Parigi, che ha scelto i filari delle vigne roerine come soggetto della sua proposta che ha poi elaborato con un linguaggio pittorico di particolare forza cromatica, evocando l’energia e la complessità che accomunano i vini e la terra da cui nascono e prendono il nome, e ancora il carattere versatile e di grande piacevolezza. I finalisti e il vincitore saranno presentati durante i Roero Days (il 3 giugno a Milano).
Inoltre sarà presentato il libro Il Roero, terra del nebbiolo e dell’arneis edizioni De Agostini a cura di Laura Pacelli – scrittrice, giornalista e fotografa. Oltre ad illustrare le origini e la storia della viticultura roerina e del Consorzio stesso, racconta con testi e immagini i grandi vini del Roero e tutto ciò che vi sta intorno con un’articolata rete di sentieri. Non mancano approfondimenti sulla ricca biodiversità che contraddistingue il Roero e che vede alternarsi boschi, castagneti e frutteti, habitat ideale per il famoso tartufo bianco e per la produzione delle altre eccellenze gastronomiche del territorio, dalla pera madernassa alla fragola di Sommariva Perno, dal prosciutto arrosto di Canale, alla salsiccia di Bra. Il volume è arricchito da dettagli sui vini, ricette e consigli di abbinamento e degustazione.
Il Consorzio di Tutela Roero festeggia 10 anni dalla sua fondazione, data che coincide anche con i 10 anni dal riconoscimento del territorio roerino come Patrimonio Unesco e i 20 anni dal conseguimento della certificazione Docg. Attualmente conta 258 soci e la superficie totale è di oltre 1.300 ettari, di cui 965 sono vitati ad Arneis per il Roero Bianco e 335 sono vitati a Nebbiolo per il Roero Rosso. La produzione annua è di circa 7,5 milioni di bottiglie, 90% di Roero Bianco Docg, 10% di Roero Rosso Docg. Di queste oltre il 60% varca i confini italiani per essere diffuso e apprezzato in tutto il mondo. Il Consorzio Tutela Roero è oggi presieduto da Massimo Damonte, eletto a luglio 2023.
«Nella crescita della denominazione degli ultimi anni è importante il ruolo del bianco. Tutti i vini bianchi italiani stanno vivendo un buon momento – commenta Damonte – visto che i consumatori sembrano sempre più interessati a tipologie fresche, profumate e senza particolari durezze in bocca. Il Roero Bianco Docg quindi si colloca assai bene in questo trend perché negli ultimi anni sta dimostrando di avere un proprio carattere distintivo e una personalità – soprattutto negli aromi, quindi sia quando si porta il vino al naso sia quando si è deglutito il sorso – che lo tolgono dalla semplicità e dall’immediatezza di altre tipologie anche piuttosto celebri e diffuse. Il merito è sia dell’uva, sia nei metodi di vinificazione, che tendono a eliminare i semplici e scontati aromi di bon bon e a lasciare emergere la – pur delicata – sfaccettatura dell’uva arneis».
La produzione fa i conti con la siccità
Il 2023 per il Roero ha visto una riduzione nella produzione, dovuta alle due annate particolarmente siccitose che, combinate ad un generale innalzamento medio delle temperature, e a episodi temporaleschi con grandinate di eccezionale intensità, hanno portato le piante di vite a subire con una certa frequenza shock idrici. Sta all’attenzione e all’esperienza dei produttori salvaguardare il più possibile i vigneti maggiormente esposti». La produzione del Roero Bianco per il 2023 si attesta perciò sulle 6.551.000 bottiglie, in calo del 10% rispetto al 2022. Si prospetta però un incremento di produzione annuale del 7% per i prossimi 3 anni, in considerazione dell’entrata in produzione dei 30 ettari che ogni anno il Consorzio concede di impiantare ai produttori che ne fanno richiesta.
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