Tre bicchieri

Debutto per la versione Riserva della Doc Custoza. Si parte con 14mila bottiglie

A cinque anni di distanza dalla modifica del disciplinare, cinque produttori della Doc veronese hanno presentato la novità sul mercato: almeno 12 mesi di affinamento per un vino che adesso prova a sfidare il tempo

  • 02 Maggio, 2024

Il Custoza si prepara ad affrontare una nuova sfida: quella del tempo. Con l’introduzione della menzione “Riserva“, annunciata per la prima volta nel 2019 e giunta solo adesso sul mercato, il vino veronese si propone di dimostrare il suo potenziale evolutivo. Frutto di anni di ricerca tecnica e di profonda conoscenza del terroir, il Custoza Riserva si caratterizza per un affinamento minimo di 12 mesi, andando verso la ricerca di un prodotto più complesso che non perde, però, la sua freschezza.

Cinque anni di attesa per l’esordio

L’attesa per il lancio di questa menzione è stata lunga e ponderata, con i produttori che hanno scelto di attendere cinque anni per presentare la novità sul mercato.
«Il Consorzio è una realtà compatta e, con il consenso di tutti i produttori, si è scelto di uscire sul mercato ora, nonostante la modifica del disciplinare risalga al 2019 – ricorda la presidente Roberta Bricolo – Con questa menzione si passa dal focus sul prodotto a quello sul produttore che lo firma». Oggi sono cinque le aziende sul mercato con la Riserva per un totale di 14mila bottiglie.
Parliamo di una denominazione che complessivamente produce annualmente 11 milioni di bottiglie e che può contare su 480 viticoltori, 72 cantine vinificatrici e 110 aziende imbottigliatrici. Approvata nel 1971, la Doc Custoza è prodotta in nove comuni tra la città di Verona e il Lago di Garda, a partire da un blend di tre varietà autoctone: garganega, tocai friulano e bianca fernanda.

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