Bastano pochi dati per comprendere che la viticoltura del nostro Paese sta attraversando una fase di profondi cambiamenti, forse i piรน importanti dallo scandalo del metanolo degli anni โ80. Vicino a fenomeni noti da tempo, quali la diminuzione dei consumi interni e il rallentamento delle esportazioni, si evidenziano alcune tendenze che avranno un forte impatto sulle caratteristiche strutturali della viticoltura italiana dei prossimi anni.ย Le cause sono molteplici e, in parte, vanno ricondotte ai processi di globalizzazione e internazionalizzazione che investono i mercati mondiali del vino e, in parte, alla rigiditร del sistema produttivo che caratterizza la coltivazione della vite. Questi scenari, che apparivano fino a qualche tempo fa molto lontani, stanno impattando molto rapidamente sullโeconomia del vino europeo. Sono sufficienti alcuni indicatori per comprendere la portata di queste affermazioni.
La realtร ci presenta due Italie nettamente distinte, che viaggiano con velocitร molto diverse: da un lato, una polarizzazione su quattro-cinque regioni del centro-nord e, dallโaltro, quello delle piccole Denominazioni, soprattutto delle regioni meridionali, che lentamente perdono consistenza e valore. Alla base del successo delle regioni ‘forti’, la capacitร di ‘fare squadra’, lโappoggio delle pubbliche amministrazioni, il supporto della ricerca e il ruolo della formazione dei tecnici ma, soprattutto, il grande spirito imprenditoriale dei loro operatori. Questo ha favorito il rinnovo e la crescita dei vigneti, gli investimenti in innovazioni viticole e in tecniche di cantina, il potenziamento dellโofferta turistica legata al vino e il ritorno dei giovani in agricoltura.
Nelle regioni in declino, si evidenzia in generale un invecchiamento dei vigneti (il 50 % dei vigneti ha un’etร media superiore ai 35 anni e il tasso di rinnovo annuale รจ sotto la soglia di sicurezza per il mantenimento del potenziale viticolo nazionale), la difficoltร a comunicare i valori dei territori e dei vitigni autoctoni allโestero per mancanza di risorse e per la grande frammentazione delle iniziative di comunicazione, ma รจ soprattutto la progressiva erosione del reddito dei viticoltori, le vere vittime di questa situazione. Non รจ facile proporre soluzioni e rimedi, ma รจ necessario ripartire dalla viticoltura, per renderla piรน competitiva, anche nei riguardi del cambiamento climatico, sul piano della razionalizzazione delle tecniche di produzione per abbassarne i costi e aumentarne la produttivitร a ettaro.
Il tema centrale (trattato anche dal nuovo Corso di alta formazione del Gambero Rosso dedicato a Il Vino del Futuro) รจ perรฒ rappresentato dalla necessitร di ridurre le eccedenze, ma sulle strategie da adottare le posizioni delle organizzazioni dei produttori sono ancora distanti, anche se tutti convergono sulla necessitร di riorganizzare il settore attraverso il blocco degli impianti, la riduzione delle rese a ettaro dei vigneti per vini comuni, la revisione dei disciplinari delle Doc. A questo riguardo, forse, varrebbe la pena di ripensare al significato della parola vocazione viticola, lโapproccio piรน adatto per rispondere in modo efficace alle esigenze di cambiamento. Vocazione vuol dire fare una viticoltura dove la vite รจ in equilibrio con lโambiente, anche per una futura strategia di riduzione ragionata, delle superfici vitate italiane che puรฒ essere ottenuta dalla moderne tecniche di zonazione viticola.
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