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Quei vini naturali che non abbiamo visto arrivare in enoteca

Nelle nuove enoteche โ€œnaturaliโ€ si fa ormai fatica a trovare i grandi vecchi ed รจ un peccato

  • 15 Aprile, 2024

Se รจ vero – come forse non รจ vero – che il โ€œvino naturaleโ€ non esiste, purtroppo รจ vero che il vino superprocessato, strapazzato, botulinizzato e siliconato esiste eccome. Perรฒ รจ ora di dire basta, di spazzare via questa paccottiglia dialettica, questo scontro guelfi-ghibellini, e andare a un punto centrale che si fatica a cogliere: il (relativo) successo dei โ€œvini naturaliโ€ รจ dovuto a una questione di gusto. Non c’entrano solo lieviti indigeni, temperature controllate, solfiti aggiunti. La new wave dei vini โ€œnaturaliโ€ (o โ€œartigianaliโ€, โ€œveriโ€, โ€œindigeniโ€, โ€œselvaggiโ€, โ€œanarchiciโ€, โ€œribelliโ€ etc) sta intercettando una fascia di bevitori importante, sotto i 40 anni, semplicemente perchรฉ incontra il loro gusto.

Questione ideologica

Si sa che negli anni Ottanta e Novanta andavano rossi strutturati, concentrati, ad alta gradazione, barricati. Vini morbidi, marmellatosi, sonnolenti, sdraiati. Vini tostati, cioccolatosi, avvanigliati. Tra i bianchi si sceglievano bottiglie ipertrasparenti, con liquidi incolori, diafani, ma profumatissimi. Certi Verdicchi da Esselunga chiari e trasparenti come una canzone di Battisti. Si sorseggiava i bianchi come si masticavano le big babol: i vitigni aromatici facevano concorrenza ai profumi delle signore.

Poi รจ cambiato tutto, o quasi. La grande industria, i โ€œnaturaliโ€ non li ha visti arrivare. Ha borbottato insulti e lamentele e ha provato a continuare a campare di rendita. Li ha derisi per certe derive antiscientifiche. Intanto la nuova generazione ne faceva una questione ideologica, filosofica e politica, contestando lโ€™interventismo tecnologico, la โ€œchimicaโ€ nei campi e in cantina, la manipolazione eccessiva della natura, gli enologi con il โ€œpiccolo chimicoโ€ per fabbricare il vino. Ma non era e non รจ solo una questione di fermentazioni spontanee.

Non esistono ma piacciono

Molti bianchi โ€œnaturaliโ€ hanno un colore piรน intenso, piรน ambrato e buccia di cipolla. Perchรฉ non sono filtrati, o filtrati in modo non sterile, non sono chiarificati e hanno qualche giorno di macerazione sulle bucce. Sono vini materici, vivi, non necessariamente aromatici, anzi, piรน secchi e piรน gastronomici, sapidi, minerali. I rifermentati sono bollicine senza aggiunta di lieviti e zuccheri, con meno pressione e piรน personalitร . Lโ€™ossidazione non รจ piรน un tabรน, come un poโ€™ di volatile. I rossi si sono alleggeriti e inselvatichiti. Hanno perso concentrazione, sanno piรน di uva che di vaniglia e caffรจ, sono vini da bere e non da degustare. Hanno rivalutato lโ€™aciditร , la freschezza, a danno della morbidezza. Nelle nuove enoteche โ€œnaturaliโ€ si fa ormai fatica a trovare i grandi vecchi ed รจ un peccato: il Barolo, il Brunello, lโ€™Amarone. I giovani li snobbano. Vogliono vini salutari, poco alcolici, poco tannici. Bevono con piรน piacere un Bardolino Le Fraghe o un Lezรจr di Forador. Intanto, ingrugnita, la vecchia guardia scuote la testa e ripete: i vini naturali non esistono. Quando scopriranno che esistono, eccome, forse sarร  troppo tardi.

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