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Amphora Revolution: un ritorno al futuro della viticoltura

L'evento di Merano wine festival e Veronafiere ha riacceso i riflettori sull'anfora. Ecco perchรฉ una tecnica cosรฌ antica รจ tornata in voga e come influisce sul vino

  • 13 Giugno, 2024

Per quale motivo lโ€™uso dellโ€™anfora sta ritornando in molte viticolture, non solo europee? Se ne รจ parlato ad Amphora Revolution, l’evento nato dalla joint venture tra Merano wine festival e Veronafiere, che si รจ appena concluso a Verona (7-8 giugno). Iniziamo dai vantaggi.ย  L’argilla puรฒ essere pensata come una via di mezzo tra acciaio ed il rovere. L’acciaio inossidabile consente un ambiente privo di ossigeno e non conferisce alcun sapore al vino, anche se talvolta puรฒ provocare fenomeni di riduzione. Le botti in rovere, d’altra parte, consentono allโ€™ ossigeno di raggiungere il vino e i tannini del legno possono anche influenzare gli aromi e i sapori del vino. Come il rovere, l’argilla รจ porosa, quindi consente una leggera ossigenazione dando al vino una consistenza profonda e ricca, ma come l’acciaio รจ un materiale neutro che non impartirร  alcun sapore aggiuntivo.

Le caratteristiche dei vini prodotti in anfora

Di norma, il processo di vinificazione prevede la diraspatura dellโ€™uva ma non la pigiatura, la macerazione delle bucce che puรฒ raggiungere anche sei mesi, lโ€™esclusione dellโ€™uso della solforosa e dei lieviti selezionati ed il controllo della temperatura durante la fermentazione. I vini prodotti presentano di norma una maggior aciditร  volatile, un contenuto piรน elevato di polifenoli, che ne determina il colore piรน intenso, allโ€™olfatto sono piรน speziati, vegetali, con sentori di erbe aromatiche ed in bocca sono piรน tannici e piรน persistenti. I vini sono caratterizzati da possedere una notevole stabilitร  fisico-chimica e microbiologica che consente lunghe conservazioni in bottiglia senza manifestare problemi di ossidazione.

Lโ€™anfora nella storia

La produzione degli orange wine, la Amber revolution e la vinificazione in anfora rappresentano un vero e proprio โ€œritorno al futuroโ€, dove lโ€™argilla e la forma dellโ€™anfora si identificano nella grande madre, archetipo junghiano, della terra, del mondo sotterraneo, della procreazione ed in senso stretto nellโ€™utero.
A livello storico, lโ€™anfora รจ una forma di vaso di terracotta usata nellโ€™antichitร  per la conservazione e il trasporto del vino. Il nome deriva dalla parola greca amphoreus, โ€œportata da due lati โ€œ. Ogni regione del Mediterraneo era caratterizzata da anfore di capacitร  e di forma diverse. Oltre al vino le anfore erano usate per contenere olio, miele, conservati di pesce e quelle di grandi dimensioni, cereali.
Per la fermentazione si usavano invece i dolia, contenitori di terracotta senza manici, di dimensioni di norma maggiori di quelle delle anfore che raggiungevano lโ€™altezza, in epoca romana, anche di due metri. Le uve erano pigiate e fermentavano nei dolia con le bucce che venivano tolte solo dopo lโ€™equinozio di primavera. Il vino invecchiato in argilla, o anfora, รจ cresciuto in popolaritร  negli ultimi anni. Ma questa tecnica รจ tutt’altro che nuova. In effetti, la pratica ha avuto origine in quella che oggi รจ la Georgia moderna, circa 6.000 anni fa.

Lโ€™uso della terracotta in Italia ai giorni nostri

Attualmente lโ€™uso dei dolia รจ molto diffuso in Georgia, nel Caucaso (kvevris) ed in misura minore in Spagna, nella Mancha. In Italia la tecnica della fermentazione in anfora รจ stata inaugurata circa una decina di anni fa, con contenitori georgiani da Joลกko Gravner sul Collio che produce con questo metodo circa 25.000 bottiglie che vengono vendute ad un prezzo molto elevato, imitata dallโ€™azienda Sgaravatti nel padovano, dallโ€™azienda Pievalta in provincia di Ancona e da COS nella Sicilia sud-orientale. Altre aziende stanno valutando su piccola scala i risultati di diverse prove di vinificazione in dolia. Si tratta comunque di vini di nicchia.

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