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Dolci di Natale naturalmente senza lattosio: i prodotti della tradizione a prova di intolleranza

Panettone e pandoro ormai sono disponibili anche in versione lactose-free, ma per i buongustai ci sono tantissime specialitร  regionali da provare, nate giร  senza latte o burro

  • 01 Dicembre, 2024

Il marzapane รจ la salvezza per tutti gli intolleranti al lattosio. Cosรฌ come lโ€™abbondanza di frutta secca che caratterizza i dolci tipici del Natale italiano, soprattutto quelli delle regioni del Centro Italia. Panettoni e pandori senza lattosio sono ormai disponibili in tutti i supermercati, ma un assaggio delle specialitร  tipiche puรฒ essere molto piรน soddisfacente per una persona che soffre di intolleranze. Ecco quali sono i dolci regionali da non perdere.

I dolci di Natale senza lattosio

Panforte di Siena

Panforte

Natale in Toscana รจ sinonimo diย panforte, dolce diffuso in tutto il territorio nazionale, anche se la sua fama รจ legata indissolubilmente alla cittร  di Siena. In origine, non era altro che una semplice focaccia a base di acqua, farina, miele e frutta, che veniva inserita nellโ€™impasto ancora cruda e che, per questo motivo, se non completamente asciutta spesso conferiva all’impasto un particolare sapore asprigno. Il nome, infatti, deriva daย panis fortis,ย ovvero pane acido. Con lโ€™arrivo delle spezie dall’Oriente, poi, la ricetta venne modificata e furono aggiunte cannella, cardamomo, chiodi di garofano e noce moscata. Erano infatti gli speziali, i farmacisti dellโ€™epoca, a occuparsi della preparazione del dolce, non piรน alla portata di tutti ma destinato solo alle classi piรน abbienti.

Ricciarelli

Ancora un dolce di Siena, dove โ€“ secondo la leggenda popolare โ€“ il condottiero crociato Ricciardetto della Gherardesca riprodusse una ricetta molto apprezzata in Oriente. La forma, infatti, sembra sia ispirata alle babbucce dei sultani che il condottiero conobbe durante i suoi viaggi. In qualsiasi caso, si tratta di dolcetti morbidi a base di pasta di mandorle, farina, canditi e zucchero a velo, un impasto morbido che riposa per ben due giorni prima di essere informato.

Pangiallo

Una ricetta antica, un tempo preparata in occasione del solstizio dโ€™inverno, per augurarsi il ritorno del sole: la protagonista รจ sempre la frutta secca, insieme a uva passa, miele e canditi, che danno vita a un impasto morbido e dalla forma tondeggiante. A conferire il colore brillante del sole รจ il prezioso zafferano, mentre al profumo ci pensano le scorze di agrumi.

Panpepato

Orgoglio umbro รจ il panpepato, ricco di nocciole, noci, mandorle e miele, arricchite da un mix di spezie a base di pepe, cannella e noce moscata. Il nome sembra derivi proprio dalla quantitร  di pepe usata nella ricetta, un tempo appannaggio esclusivo delle famiglie piรน nobili, che erano le sole a potersi permettere le spezie provenienti dallโ€™Oriente. Altro ingrediente fondamentale รจ il cioccolato: tradizionalmente, il panpepato viene preparato in occasione dellโ€™Immacolata Concezione, per essere consumato poi durante tutte le feste. In passato, veniva portato in dono accompagnato da un rametto di vischio, la pianta simbolo del Natale.

Bostregno

Nelle Marche, nella zona del Montefeltro, รจ ilย bostregnoย (ยซbustrengยปย in dialetto) a farla da padrone, uno dei dolci piรน antichi della tradizione italiana, chiamato ancheย frustingo a seconda delle zone. Si tratta di una preparazione a base di pane raffermo ammollato in una sorta di brodo di fichi secchi e mosto cotto, cioccolato, olio, spezie, frutta secca e Mistrร  all’anice, tipico liquore marchigiano. Una ricetta povera giร  in voga al tempo dei romani e descritta anche da Plinio, che racconta che veniva inzuppato nel latte con il miele.

Mostaccioli

Specialitร  condivisa da Abruzzo, Molise, Basilicata, Umbria, Puglia e Calabria, e che conta anche una variante lombarda, i mostazzit, tipica del varesotto e del ticinese. Originariamente preparati in occasione della vendemmia, si realizzavano un tempo con la pasta di pane, il miele, le mandorle e il mosto d’uva. Negli anni, la ricetta รจ un po’ cambiata e oggi si compone di farina, zucchero, miele, cacao, mosto cotto, mandorle tritate, acqua e bicarbonato, naturalmente con le dovute variazioni regionali. La radice del nome รจ ambigua: potrebbe derivare sia dalla parolaย mustum,ย mosto, che daย mustace, alloro, le cui foglie servivano ad avvolgere unโ€™antica preparazione importata dai paesi arabi, per proteggerla durante il viaggio.

Torroncini

Si chiamanoย torronciniย ma sono biscotti a base di mandorle, preparati per Natale da massaie e forni locali. La particolaritร  รจ di avere al loro interno delle morbide ciliegie candite, che rinfrescano il dolce donandogli una punta di aciditร . Per preparali servono mandorle pelate e tritate grossolanamente, farina, albumi, zucchero a velo e, appunto, ciliegine candite.

Lebkuchen

I tipici dolcetti speziati dei mercatini di Natale, dalle forme varie (stelle, cuori, mezzelune) spesso decorati con frasi dโ€™auguri hanno unโ€™origine molto antica: รจ nel 1409, infatti, che la parolaย lebkuchenย compare per la prima volta nei documenti della corporazione dei pasticceri di Norimberga, cittร  da cui si sono diffusi in tutto il centro Europa e anche in Alto Adige. Secondo alcune ipotesi il termine potrebbe derivare dal latinoย libum, che vuol dire โ€œschiacciataโ€. La ricetta originale prevede marzapane, frutta secca, miele, uova, zucchero, agrumi canditi e poi tante spezie, dalla cannella allo zenzero, dai chiodi di garofano all’anice.

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