Ristoranti

Salvare il pianeta dal tavolo di un ristorante: sei trucchi contro il climate change

Si puรฒ praticare la lotta al climate change stando seduti al tavolo di un ristorante? Probabilmente no, ma un piccolo contributo lo si puรฒ dare anche dalle cucine e dalle sale dei locali pubblici. Ecco sei modi in cui chef e ristoratori si sono attrezzati per far fronte alle nuove crisi

  • 17 Settembre, 2023

Il pianeta brucia, i fondali ribollono e piante e fauna, le basi storiche della nostra dieta, non stanno troppo bene. La crisi climatica sta stravolgendo le catene alimentari ed รจ giร  arrivata allโ€™ultimo anello, lโ€™homo sapiens. E pure a quellโ€™appendice, o sottoinsieme, che si chiama ristorazione. Sono sempre di piรน i ristoratori avveduti che stanno lavorando per adattare la dispensa alle nuove esigenze, evitando materie prime compromesse e abbattendo i consumi. Ecco alcuni esempi da seguire, magari anche nella cucina di casa.

Richard Nuttal chef a Next Door nel Cheshire: anche lui ha scelto le candele per le serate Back to Basics

Richard Nuttal chef a Next Door nel Cheshire: ha scelto le candele per le serate Back to Basics. Come lo chef di Creta Giannis Somarakis (in apertura la sua Taverna nel villaggio di Kyparissos)

Cene a lume di candela

Lโ€™atmosfera romantica รจ assicurata, il conto della bolletta abbattuto, ma รจ possibile in un ristorante fare a meno dellโ€™elettricitร ? La risposta, affermativa, viene da Giannis Somarakis che nella sua taverna di Kyparissos, a Creta, ha deciso di riportare lโ€™ospitalitร  al tempo che fu, con candele, cucina a gas o griglia, senza menรน (si mangia ciรฒ che esce dalla cucina) e vino, locale, spillato direttamente dalle botti. Prezzo politico, 20 euro a cranio. Una strada radicale, che รจ piaciuta, e che รจ stata adottata, anche se per una sola sera e per protestare contro i costi energetici alle stelle, dal ristorante stellato britannico Next Door di Frodsham nel Cheshire. Il nome della serata di chef Richard Nuttal? Back to Basics, ritorno alle origini, chissร .

Chiara Pavan col granchio blu

Chiara Pavan, chef di Venissa, cucina un granchio blu. Foto Quotidiano del Piave (qdpnews.it)

Specie invasive

I fondali del Mare nostrum negli ultimi 100 anni sono profondamente mutati: fuori, o in grande sofferenza, tonni, pesce spada e sardine, dentro meduse, pesci scorpione e coniglio e molluschi provenienti da Oriente, attraverso il Canale di Suez, e dallโ€™Atlantico, portati dalle navi. Complice anche il riscaldamento delle acque. Ormai, รจ questo che passa il convento e occorrerร  adattarsi. Il granchio blu di cui tanto si parla รจ solo la punta dellโ€™iceberg. Tra i primi chef ad affrontare la questione ci fu lo chef giapponese Bun Lai del ristorante Miya Sushi a New Haven (Connecticut), che ha pensato di trasformare la minaccia (delle specie invasive) in opportunitร . Perchรฉ, in fondo, qual รจ la specie piรน invadente del pianeta se non lโ€™uomo? Un approccio alla โ€˜Tu m’hai provocato e io me te magnoโ€™, insomma. In Italia campionessa del tema รจ invece Chiara Pavan, che con Francesco Brutto allo stellato Venissa presenta un menu realizzato solo con specie invasive marine (e vegetali dellโ€™orto). Granchio blu, of course, ma anche Anadara inaequivalvis e Rapana Venosa. Piรน ostici da trattare, ma che nelle giuste mani possono donare sensazioni meravigliose.

Lo chef Douglas McMaster: un convinto sostenitore del no waste estremo

Lo chef Douglas McMaster: un convinto sostenitore del no waste estremo

No waste estremo

Da Silo, ristorante nato a Brighton nel 2014 e ricollocatosi nel 2019 a Londra, fanno una promessa impegnativa: da loro nulla, o quasi, viene sprecato. Chef Douglas McMaster dice di voler eliminare il bidone, โ€œunโ€™invenzione degli ultimi 70 anni, prima non ce nโ€™era bisogno perchรฉ non si sprecavaโ€. Il 95% di ciรฒ che passa nelle cucine viene utilizzato o compostato, compresi i contenitori per le materie prime. Gli arredi sono realizzati con materiali naturali o riciclati, come le lampade fatte di alghe o bottiglie di vetro usate, che sono anche frantumate e fuse per creare piatti e oggetti vari. Ogni anno nella Ue vengono sprecate quasi 59 milioni di tonnellate di cibo (131 Kg per abitante). Oltre la metร  (53%) dalle famiglie, mentre lo spreco dei ristoranti rappresenta il 9%. Ma si puรฒ sempre migliorare.

La Bottega del Caffรจ di Millesimo (Foto Secolo XIX) annuncia lo sconto per chi porta la tazzina da casa

La Bottega del Caffรจ di Millesimo (Foto Secolo XIX) annuncia lo sconto per chi porta la tazzina da casa

Plastica, no grazie

Sacchetti per il sottovuoto, imballaggi dei macchinari nuovi, contenitori per il takeaway: la plastica รจ ovunque e ci sta soffocando. Una delle soluzioni che sta prendendo, faticosamente, piede รจ quella di chiedere al cliente di portare da casa contenitori o utensili per lโ€™asporto. Come propongono il bistrรฒ โ€œsocialeโ€ milanese Rob de Matt e lโ€™app che vende il surplus, scontato, di bar e ristoranti Too Good to Go. E come ha fatto, un poโ€™ provocatoriamente nellโ€™estate degli scontrini che caricavano i piรน bizzarri servizi, un bar di Millesimo (SV), la Bottega del Caffรจ, che ha applicato uno sconto sul caffรจ (70 centesimi contro 1,20 euro) a chi si fosse portato tazzina, cucchiaino e zucchero da casa. Le microplastiche dopo aver contaminato i suoli, lโ€™aria, i corsi dโ€™acqua e i mari, sono state riscontrate in polmoni, placenta, sangue, latte materno e nel cuore umano. Con conseguenze ancora tutte da studiare. Il Green Deal europeo punta a prevenire i rifiuti di imballaggio, promuovere il riutilizzo e la ricarica e rendere tutti gli imballaggi riciclabili entro il 2030.

La forza delle etichette

Le etichette che indicano lโ€™impatto climatico di un alimento influenzano i clienti nei fast food, con una diminuzione del 23% degli ordini di carne rossa, secondo un recente studio della Bloomberg School of Public Health della Johns Hopkins University. Per contro, la scelta verso alimenti โ€œa basso impattoโ€ dotate di eco etichette come insalate, pesce e pollo aumenterebbe del 10%. Piรน in generale, aggiungere opzioni vegetali oltre la caprese (sembra scontato, ma solo 5 anni fa non cโ€™era un gran che di piรน a disposizione) puรฒ essere la via, a tutti i livelli, dal fast food allo stellato, per abbassare lโ€™impatto ambientale coinvolgendo un pubblico piรน vasto di quel 10% di vegetariani/vegani, percentuale ormai stabile da anni. Lo studio ricorda come la produzione di carne bovina รจ il maggior responsabile delle emissioni di gas serra nel settore agroalimentare.

Troppo caldo, cambia il turno

Ce lโ€™ha insegnato, dolorosamente, questโ€™estate, che ha registrato il mese piรน caldo (luglio) di sempre in termini di temperatura media globale: se a casa vostra sudavate, immaginate come si lavorava in una cucina dove forni e macchinari sono sempre accesi, e non cโ€™รจ aria condizionata che tenga. Le soluzioni a breve termine sono state spostare lโ€™orario in cui si fanno le preparazioni alle prime ore del mattino e creare turni brevi in cui i lavoratori si davano il cambio per โ€œscendereโ€ nellโ€™inferno delle cucine. Ma a lungo termine, come ha spiegato al New York Times David Pogue, autore di “How to Prepare for Climate Change: A Practical Guide to Surviving the Chaos”, i ristoranti dovranno riprogettare sala e cucina aggiungendo piรน ombra, ventilazione e sistemi di condizionamento dell’aria piรน efficienti.

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