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Interviste

Coronavirus. Il modello della Corea del Sud raccontato da tre chef italiani che lavorano a Seoul

Notizie positive dalla Corea del Sud: dopo un marzo disastroso ora si sta tornando alla normalitร . E le persone hanno ricominciato ad andare a mangiare fuori (sรฌ, con le mascherine).

  • 05 Maggio, 2020

La Corea del Sud, si รจ detto spesso in questi giorni, ha rappresentato un modello virtuoso nella gestione dell’emergenza coronavirus. Il motivo รจ principalmente uno: era preparata. Il Paese asiatico รจ infatti reduce di un’altra emergenza, quella del 2015 con il coronavirus MERS-CoV, in seguito alla quale sono state approvate nuove leggi per fronteggiare un’ipotetica epidemia (testate l’anno successivo con l’arrivo dell’epidemia Zika) e sono cambiate le abitudini dei cittadini, per i quali, ad esempio, le mascherine sono diventate la normalitร . รˆ cosรฌ che oggi su 50 milioni di abitanti, i contagiati sono poco meno di 9mila e i decessi non arrivano a 100. Ed รจ sempre per i motivi sopracitati che negozi, bar e ristoranti non hanno mai chiuso.

Abbiamo chiesto a tre chef italiani che lavorano a Seoul (i loro locali li trovate tutti nella nostra guida Top Italian Restaurant) quali sono state le misure intraprese dal Governo, quali quelle adottate dai ristoranti e come hanno reagito i clienti. Cosรฌ possiamo farci un’idea di quello che ci aspetterร , sempre che i dati dei decessi e dei contagiati continuino a scendere.

Paolo de Maria coronavirus Corea del Sud

Paolo de Maria

Che misure economiche ha preso il Governo in seguito l’emergenza coronavirus?

โ€œSono stati stanziati degli aiuti alle famiglie e supporto economico alle aziende, ma non sappiamo se siano stati erogati. Noi non ne abbiamo beneficiatoโ€. Ci racconta Enrico Olivieri (Ciuri Ciuri). Paolo de Maria (Ristorante Paolo de Maria) specifica che โ€œl’indennizzo a ogni famiglia รจ di circa 400 euro e ai dipendenti รจ stato riconosciuto un conguaglio del 70% dello stipendio, se lasciati a casa, e il datore di lavoro paga solo il 30%โ€. โ€œDopodichรฉ per noi ristoratori c’รจ la possibilitร  di accedere a prestiti a bassissimo tasso di interesseโ€, aggiunge Marco Caverni (Al Choc Italian Osteria).

Il Governo ha imposto un lockdown?

โ€œNon c’รจ stata nessuna chiusura imposta, chiaramente tutte le attivitร  di ristorazione hanno subito un significativo calo almeno per un mese. Il governoโ€, aggiunge Olivieri, โ€œha sempre invitato alla prudenza con messaggi quotidiani sul cellulareโ€. Solo a Taegu (la quarta cittร  piรน grande della Corea del Sud) cโ€™รจ stato un lockdown a causa del grande focolaio che si รจ generato a febbraio. โ€œIo praticamente non ho mai chiuso se non volontariamente a causa di un decremento del lavoro del 70% al momento dellโ€™emergenzaโ€, de Maria parla della seconda metร  di febbraio e inizio marzo.

ciuri ciuri coronavirus Corea del Sud

Un piatto di Enrico Olivieri, cuoco di Ciuri Ciuri

Quali misure hanno adottato i ristoratori?

โ€œIl personale del ristorante indossa le mascherine cosรฌ come i clienti all’arrivo, e obblighiamo i clienti a disinfettarsi le maniโ€, spiega lo chef di Ciuri Ciuri. โ€œMa i saponi sanitarizzantiโ€, specifica de Maria, โ€œci sono stati forniti dal Governoโ€. Ci sono controlli per riscontrare che le misure vengano rispettate? โ€œCi sono molti controlli in giro, in Corea del Sud sono molto organizzatiโ€, racconta Caverni. โ€œCi sono dei sistemi di tracciamento con applicazioni scaricabili dal telefono che, tramite messaggi periodici del Governo mandati a tutti i cellulari della nazione, informano su quali siano le zone a rischio ove si trovino individui positivi al Covid-19. E tutti gli individui positivi sono costretti al tracciamento e al rispetto delle regole, pena la detenzioneโ€, specifica de Maria. Poi โ€œil senso civico prevale…โ€, aggiunge ironicamente Olivieri.

I ristoratori hanno cambiato il loro modello di business?

โ€œCon queste misure si รจ potuto mantenere uno stato normalizzato a favore della popolazione che ha continuato con la vita di tutti i giorniโ€, racconta de Maria. E cosรฌ i ristoratori non hanno dovuto adottare nuove strategie d’impresa, se non il delivery (solo chi era giร  strutturato per farlo) per un periodo circoscritto di tempo. โ€œIo personalmenteโ€, racconta ancora de Maria, โ€œnon ho cambiato il modello di business, anche perchรฉ il mio sistema di ristorazione non si presta al servizio da asporto. Sto sopportando un calo fisiologico del 30-40% e cerco di conviverciโ€. โ€œMarzo รจ stato difficileโ€, conferma Caverni, โ€œma aprile va giร  molto meglio, a giugno prevedo la semi normalitร โ€.

Al Choc Italian Osteria coronavirus Corea del Sud

Risotto di Marco Caverni, cuoco di Al Choc Italian Osteria

Come hanno reagito i clienti?

Una normalitร  che a dire il vero non se ne รจ quasi mai andata in Corea del Sud – โ€œle scuole inizieranno il 6 maggio e sono rimasti chiusi solo alcuni grandi locali o le discotecheโ€, racconta de Maria – senza che vi siano state conseguenze gravi. โ€œI casi fino a ora sono sempre stati tenuti sotto controllo, ci sono sempre meno nuovi casi e quelli riscontrati sono quasi tutti importatiโ€, spiega Olivieri. Ma i clienti come hanno reagito, come stanno reagendo? โ€œAll’inizio hanno evitato di andare a mangiare fuori (per i coreani รจ un grande sacrificio perchรฉ sono abituati al pasto fuori casa) per poi riprendere con prudenza. Attualmente, grazie ad un lungo weekend di festa per il compleanno di Buddha, le strade si sono di nuovo popolate e abbiamo lavorato bene. Prevediamo un graduale ritorno alla normalitร , oggi siamo forse all’80% del fatturato di primaโ€, racconta sempre Olivieri. Un dato confermato anche da Caverni: โ€œI clienti a marzo sono calati tantissimo, ad aprile sono aumentati un pรฒ e a maggio, se i casi continueranno a diminuire, aumenteranno ancora. Per capirci, ho perso circa il 35% del business a marzo. Ora va meglioโ€.

Qual รจ la percezione all’estero di quel che sta succedendo in Italia?

โ€œDrammaticaโ€, non usa mezzi termini Olivieri, โ€œdiamo l’impressione di una nazione completamente impreparata a gestire a livello centrale l’emergenza del Covid-19 e gli italiani appaiono come un popolo con scarso senso civicoโ€. Speriamo, durante questa Fase 2, di smentire queste percezioni oggettivamente un poโ€™ ingenerose.

a cura di Annalisa Zordan

 

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