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Victoria Blamey, la chef segreta che entusiasma New York con il suo ristorante nascosto dentro una pizzeria

Cilena, 45 anni, dopo una carriera di alti e bassi ora guida Blanca, nel retro di una pizzeria, un omakase da 12 posti che per Wells รจ il secondo ristorante della cittร 

  • 22 Gennaio, 2025

Nel retrobottega di una pizzeria di Brooklyn cโ€™รจ un ristorante fine dining aperto da appena un anno che secondo il critico gastronomico Pete Wells (quello che qualche mese fa annunciรฒ il suo pensionamento da ipernutrizione) รจ il secondo migliore di New York. Si chiama Blanca ed รจ guidato da una minuta chef di origine cilena, Victoria Blamey, che ha studiato storia prima di scoprire che la sua strada era la cucina. E che ai suoi clienti propone una cucina avanguardista e tagliente, tutta sapori sgomitanti, che perรฒ si rasserena quando lei decide di tirare la pasta come una sfoglina padana, passione questa che ha preso dalla chef italiana Isa Mazzocchi, con cui ha collaborato.

Il bancone di Blanca

In visita dai Cerea

Victoria ha trascorso due giorni in Italia alla scoperta del mondo dei Cerea, che lโ€™hanno invitata per la tappa iniziale del progetto Us Is Us, un viaggio nella cucina statunitense che vedrร  protagonisti tre chef americani che a Brusaporto, nel ristorante tristellato cuore del sistema Cerea, interpreteranno ciascuno due piatti iconici del ristorante bergamasco e poi presenteranno alcuni due loro signature. Victoria, classe 1979, ha realizzato un remake dellโ€™Uovo allโ€™uovo, stravolgendone la grammatica con un esito convincente fino a un certo punto, ma poi ha ingranato la quinta con lโ€™edizione americana dello Spaghetto di tonno in ceviche, davvero entusiasmante, e con una raffica di piatti coinvolgenti: circoletto rosso per le Bietole con cioccolato bianco, per le Sorpresine con le chioccioline e per lโ€™Empanada di granchio che ha come ospite inatteso le alghe cochayuyo, certe liane di mare attaccate alle rocce costiere del Cile che esibiscono unโ€™imprevista carnositร  e un sapore che ricorda la capasanta, il topinambur, lโ€™abalone. Ma livello notevole anche per lโ€™Ostrica semicotta con calamansi fermentato , per i Tortelli di alga con tartufo invernale, per i Cappelletti polline e Branzi e per il Sawara, che altro non รจ che lo sgombro. Il dolce รจ stata una Pastinaca con caviale.

Orgogliosamente femminista

Blamey รจ una chef tosta e ispida, orgogliosamente femminista ma senza la retorica di io-contro-il-mondo-maschile-brutto-e-cattivo. Eโ€™ capace di trarre ispirazione da ogni luogo, da ogni accidente, da ogni persona incontra sulla sua strada, ma guai a cercare di incasellarla in qualche clichรฉ, potrebbe graffiare. Percorre la sua strada libera e concentrata in un piccolo locale biancheggiante che ha un solo tavolo per una dozzina di clienti, che per godere della quiete liturgica di una simile capsula devono attraversare lโ€™onesta quotidianitร  di una pizzeria della catena Robertaโ€™s in Moore Street, a Bushwick, tra forni ruggenti, pepperoni surgekate e rider frettolosi. A dare lโ€™opportunitร  di cucinare in questo quasi secret restaurant che a New York รจ ormai considerato di culto รจ stato Carlo Mirarchi, il patrรฒn dell’ubiqua Roberta’s, che ha chiamato Vittoria per ridare nuova vita a questa navicella pirata aperta nel 2012 e poi chiusa dopo la pandemia per sopraggiunta mancanza di argomenti. Sono bastati pochi giorni di prova per convincere Mirarchi che Victoria fosse la persona giusta per riprendere il discorso. E sono bastate poche settimane di lavoro matto e disperatissimo per convincere la critica specializzata che dietro quella porta era rinata una stella.

L’Empanada al granchio di Blanca

Un percorso accidentato

Victoria รจ nata a Santiago del Cile. Chef per convinzione e per ostinazione, lei che mangia come un uccellino e che a Brusaporto rimproverava i ben corazzati Cerea di averla fatta mangiare troppo nei suoi giorni lombardi, ha studiato alla School of Culinary Studies di Santiago, poi ha fatto esperienze con Gordon Ramsay a Londra e al Vineyard di Stockcross, nel Berkshire, poi una capatina in Australia allโ€™Interlude di Melbourne e la fondamentale stage poi trasformato in โ€œposto fissoโ€ al Mugaritz con Andoni Luis Aduriz, da cui uscรฌ capobranco. Con questo bagaglio di idee e di rigore Blamey ha iniziato la conquista della Grande Mela, che si รจ rivelata piรน scoscesa del previsto. Tante cucine, chef visionari e pop-up entusiasmanti quanto fugaci, generi e livelli diversi in un ottovolante gastrico, con picchi come la guida del Chumleyโ€™s, dove stupรฌ la critica per il modo in cui nobilitรฒ un gastro-pub (โ€œil cibo da taverna mai visto in nessuna taverna al mondoโ€, scrisse lโ€™innamoratissimo Wells), e i sei mesi meravigliosi da Mena, il ristorante dedicato alla nonna Filomena, che aprรฌ e chiuse nel 2022 per difficoltร  economiche ma nel frattempo ebbe tempo di entusiasmare tutti. Ora Blamey ha trovato casa al Blanca: dodici posti al bancone, diciotto piatti di un omakase concettuale e latinoamericano con tocchi italiani e asiatici, tre ore di durata, 275 dollari al garrese, una lista d’attesa lunga cosรฌ, una rabbia che arriva da lontano, un sorriso sornione. Chi fermerร  Victoria?

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