Tradizionalmente รจ stato sempre visto come un nemico: per rendere sterile un campo, ci si buttava il sale! Oggi la percezione cambia. Tanto che Confagricoltura lancia la proposta per rendere concreta la coltivazione agricola del sale. Obiettivo:ย riconoscere il valore primario di “un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dellโambiente e dellโecosistema producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale”. spiega l’organizzazione degli agricoltori. Un po’ come ha fatto la Francia 4 anni fa, quando ha inserito la โsalicultureโ tra le attivitร agricole nazionali attraverso la modifica del Codice rurale e della pesca marittima. Una linea che aveva giร indicato lo stesso Piano di gestioneย delle Saline di Trapani e Marsala che fa rientrare la salicoltura tra le attivitร agroforestali.
Le saline di Trapani. In alto, foto di Luca Bravo/Unsplash
Il progetto รจ stato presentato il 27 settembre scorso in un incontro cui hanno partecipato anche i partner di Confagricoltura che hanno dato vita al coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani: Confagricoltura e le societร di gestione delle Saline di mare dellโItalia hanno formalizzato una collaborazione dettata dai molti punti in comune tra lโattivitร agricola e la coltivazione del sale marino. A firmare lโintesa, insieme a Confagricoltura, cinque partner:ย Atisale Spa che, con le saline di Margherita di Savoia (Puglia), tra le piรน grandi di Europa con 4.500 ettari in produzione, e di SantโAntioco (Sardegna), si configura come il maggior produttore di sale marino italiano;ย Saline Ing. Luigi Conti Vecchi, nella Laguna di Santa Gilla a due passi da Cagliari, con quasi 2.800 ettari in produzione;ย Sosalt Spa con le saline nella fascia costiera tra Trapani e Marsala, circa 1.000 ettari in produzione e maggior produttore di sale marino in Sicilia; il Parco della Salina di Cervia, oltre 800 ettari di estensione, fulcro dellโeconomia del Ravennate e della Romagna per oltre 150 anni, che tanto ha fatto per la valorizzazione del sale marino italiano;ย Isola Longa, la maggiore salina di mare del Trapanese, situata nellโomonima isola dellโarcipelago dello Stagnone, che produce oltre 23.000 tonnellate di sale ogni anno. Ai soggetti firmatari si aggiungono inoltre, come sostenitori, le saline di Trapani Oro di Sicilia, Ettore e Infersa ed Isola di Calcara.
I protagonisti della filiera del sale alla firma del patto per il riconoscimento della salicoltura come artivitร agricola
Lโintesa prevede la realizzazione di iniziative nei territori delle saline e attivitร di valorizzazione di tutti gli aspetti legati alla salicoltura e alla multifunzionalitร delle saline, che sono attrattiva anche turistica nelle rispettive regioni. Il che significa possibilitร di organizzare attivitร agrituristiche e legate all’agroalimentare con i relativi finanziamenti e incentivi. Un progetto che culminerร con gli Stati generali della salicoltura italiana, il prossimo anno.
Il sale marino รจ coltivato in modo del tutto naturale tramite evaporazione dell’acqua. In Italia la produzione di sale marino corrisponde a poco meno del 30% della produzione totale: mediamente quasi 1,2 milioni di tonnellate l’anno su un totale di oltre 4 milioni di tonnellate. In Europa, invece, la produzione di sale marino รจ circa il 10% della produzione di sale totale. I principali Paesi produttori di sale marino nella UE sono la Francia e lโItalia, seguiti da Spagna e Grecia.
Le saline di mare sono vaste aree naturali di acqua di mare nelle quali si pratica la salicoltura, ovvero la gestione da parte dellโuomo sia del suolo che dellโacqua controllando lโazione evaporante degli elementi della natura (vento e sole) con lo scopo finale della raccolta del sale. La salicoltura, infatti, รจ lโattivitร di “raccolta” del cloruro di sodio contenuto nellโacqua di mare fatta evaporare in aree appositamente dedicate attraverso la movimentazione lungo percorsi tesi ad esaltare lโazione evaporante del sole e del vento. “Come per lโagricoltura praticata sulla terra, quindi, questa attivitร segue il ciclo delle stagioni ed รจ soggetta al clima ed ai fenomeni atmosferici”, affermano i promotori del Coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino.
Le saline oggi sono parchi naturali poichรฉ nei loro ambienti, controllati dal lavoro umano, si sono creati speciali areali di ripristino e salvaguardia di ecosistemi particolarmente adatti ad una flora ed una fauna eccezionali creando interessantissimi luoghi di biodiversitร e di attenzione e salvaguardia del territorio italiano. Da un punto di vista naturalistico, quindi, le saline marittime rappresentano aree privilegiate per lโavifauna. La vita microscopica dei bacini fornisce nutrimento per fenicotteri, trampolieri, ibis e altri uccelli acquatici. Isolotti e argini ricoperti di vegetazione allโinterno dei grandi bacini offrono agli uccelli posti in cui nidificare e riposarsi e li proteggono dai predatori. “Come gli agricoltori, i salicoltori hanno un ruolo di primaria importanza come conoscitori e difensori dellโambiente”.
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