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Via libera al nuovo bando da 98 milioni per la promozione del vino sui mercati esteri. Per la prima volta sarà digitale

Via l'obbligo di presentare tre preventivi e più flessibilità sui Paesi target. Associazioni soddisfatte dopo le critiche degli anni passati. Per le domande c'è tempo fino al 14 luglio

  • 15 Maggio, 2025

Sarà un bando digital quello previsto dal Masaf per la prossima campagna 2025/26. Per la prima volta, il procedimento, dalla configurazione della campagna alla valutazione dei progetti, sarà gestito tramite una piattaforma digitale (sul portale del Sian), semplificando l’accesso per gli operatori, come richiesto dai sindacati di categoria. Il settore vitivinicolo avrà a disposizione risorse complessive per 98 milioni di euro, di cui oltre 22,5 mln destinati al bando nazionale e il resto per i bandi regionali o multiregionali.

L’obiettivo del ministero è sostenere un comparto che nel 2024 con oltre 8 miliari di euro, ha superato il proprio record a valore nell’export. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, sottolinea che il vino «non è un nemico» e che fa parte della nostra cultura da millenni: «È l’abuso a nuocere, non il consumo consapevole». Le domande dovranno essere presentate entro il prossimo 14 luglio.

Preventivi e mercati strategici

Tra le novità della misura c’è l’introduzione di un tariffario dettagliato a livello di singola voce di spesa (sono 76 quelle individuate), da utilizzare, quale parametro massimo di spesa, per compilare i piani economici di investimento e la presentazione di un solo preventivo. Questa regola varrà per soli cinque mercati strategici: Stati Uniti (dove ancora è in sospeso la questione dazi), Cina, Canada, Svizzera e Regno Unito. Viene, di fatto, eliminato l’obbligo di presentare tre preventivi da fornitori esteri. Argomento che aveva suscitato le proteste delle associazioni di categoria negli anni precedenti (campagne 2023/24 e 2024/25) e forti critiche nei confronti del ministro Lollobrigida.

Nel caso di tutti gli altri mercati, come anche nei bandi precedenti, dovranno essere allegati tre preventivi (in italiano o in inglese), sempre realizzati da fornitori indipendenti, ma se non sarà possibile disporre di questi documenti le imprese potranno presentare almeno un unico preventivo e una dichiarazione sostitutiva di atto notorio che attesti l’impossibilità di ottenere gli altri.

La flessibilità

Il decreto introduce elementi di flessibilità, consente di adattare i progetti promozionali ai singoli mercati e ammette modifiche che prevedano, per esempio, lo spostamento di attività e relativi costi verso altri mercati se sono soddisfatte alcune condizioni: se ci sono risparmi di spesa rispetto ai preventivi approvati, se si raggiungono degli obiettivi con budget inferiori rispetto alle stime iniziali, in caso di prescrizioni emanate dai monopoli di Stato che rendano non attuale una o più attività programmate.

Fissati, nel decreto direttoriale del Masaf del 15 maggio, anche dei limiti alle giacenze a disposizione, per far sì che le imprese siano in grado di soddisfare le esigenze del mercato: da 750mila litri nel caso di consorzi, associazioni di imprese, federazioni, cooperative, etc con almeno 75mila litri per ciascuna azienda. Le Regioni e le Province autonome possono fissare quantitativi inferiori, ma comunque non inferiori a 5mila litri per ciascun partecipante ai progetti.

Criteri di priorità

Punteggi superiori per i progetti in graduatoria sono garantiti in diversi casi: se il soggetto richiedente è un Consorzio di tutela, se il progetto riguarda esclusivamente vini Dop o Igp, nel caso in cui l’azienda sia un nuovo beneficiario oppure se produce e commercializza prevalentemente vini da uve di propria produzione o di propri associati, se si tratta in maggioranza di piccole o micro imprese, in caso di mercato emergente (tra cui, ad esempio, Brasile, Argentina, Vietnam, Australia, Marocco, Etiopia), ma anche se si richiede una percentuale di contributo pubblico inferiore al 50 per cento.

Sindacati soddisfatti

Le associazioni della filiera vitivinicola nazionale hanno accolto con favore il nuovo decreto Masaf e parlano di miglioramenti concreti. Secondo Alleanza cooperative agroalimentari, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione italiana vini, la misura conferma l’efficacia nel metodo e nei contenuti del percorso intrapreso dal Masaf per «risolvere alcune complessità di fondo che avevano interessato la misura promozione. Il confronto e l’attenzione alle esigenze concrete delle aziende – fanno sapere in una nota congiunta – testimoniano l’impegno delle istituzioni a supporto della competitività internazionale del vino italiano».

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