Overtourism

Niente panino in strada a Portofino? Per fortuna siamo pieni di posti fantastici che meritano un selfie

Fa discutere l'ordinanza che vieta di mangiare sulle panchine e di fare l'elemosina. Ma la scelta migliore sarebbe cercare nuove mete: ce ne sono a centinaia

  • 16 Luglio, 2025

L’overtourism continua a mietere vittime e a scatenare la creatività dei sindaci nel cercare i modi di limitare i flussi, almeno quelli meno danarosi. Poi, a fronte delle più gettonate destinazioni come Portofino, ci sono angoli d’Italia suggestivi e affascinanti che rischiano di spopolarsi del tutto: come i comuni dell’Alta Sabina o Frassinetto, un borgo di montagna in Piemonte. Ma intanto, le città più ambite dal turismo “formato Instagram” sfornano tasse di soggiorno, biglietti di ingresso e ordinanze per vietare panini sulle panchine e berrette all’ombra dei portici. Ma partiamo dall’ultima decisione di un sindaco che ha fatto molto discutere, quella appunto del borgo marinaro ligure con la piazzetta più glamour d’Italia: Portofino.

Qualità media dei servizi: bassa

Commenta Martina, turista italiana: «Portofino è splendida, peccato per la totale mancanza di ospitalità e il carissimo prezzo cui l’abbiamo pagata. Portatevi un panino da casa piuttosto, vi rovinerà meno stomaco e giornata». Le fa eco una recensione online della londinese Issy: «Molto caro per la qualità del cibo che abbiamo ricevuto. Non mi sarebbe dispiaciuto pagare se il cibo in questione non fosse stato proprio così scadente. Non lo consiglierei assolutamente a nessuno. Risparmia e prenditi un panino!». Be’, care Issy e Martina, ci dispiace dirvelo ma adesso non si può neppure nascondersi dietro a un panino, a Portofino. È vietato. L’ordinanza, firmata dal sindaco Matteo Viacava – in vigore fino al 30 settembre – introduce una serie di divieti per preservare la vocazione turistica di alto profilo del borgo ligure: niente bivacchi, niente consumo di alcolici in strada, né ci si potrà sdraiare o sedere a terra o su panchine e muretti. Previsti anche limiti alle emissioni sonore dopo la mezzanotte e al dress code: sarà vietato girare scalzi, a torso nudo o in costume da bagno. E, in primis: vietato essere poveri o chiedere un aiutino. Non si può chiedere l’elemosina neppure davanti alle chiese – che dell’elemosina fanno una missione identitaria – nei parcheggi o lungo il molo Umberto I. Insomma, il panino – se nessuno vi chiederà di nasconderlo per non turbare il paesaggio – potrete mangiarlo ma solo in piedi.

Divieto di povertà o solo di mostrarla?

Sarebbe bello se un Comune vietasse la povertà. Il problema è che invece basta nasconderla per non far vedere ai turisti che c’è anche chi non ce la fa. Fermo restando che Portofino resta difficile anche per chi continua a farcela: noi, per esempio, abbiamo in guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso solo due ristoranti che riteniamo meritino la sosta: in uno il prezzo medio è di 100 euro e nell’altro di 200. Bevande escluse. E ricordo un amico che mi raccontava del padre il quale, al ritorno da una gita tra Rapallo e Cinque Terre, raccontava di come non sarebbe più andato a Portofino dove ha dovuto pagare 12mila lire per mezz’ora di parcheggio. Altri tempi, stesse sonate.

Contro il “caro-prezzi” non basta più neppure il panino

Così, care Issy e Martina, il panino – più sano del cibo che avete trovato intorno alla piazzetta – non vi rovinerà lo stomaco, ma il fegato non ve lo salverà nessuno. Ora, è vero che siamo in uno degli angoli più pittoreschi d’Italia, ma siamo sicuri che sia proprio indispensabile andare a Portofino? Perché alla fine, chi decide di irreggimentarsi in una crociera da 6mila compagni di viaggio su una nave, come può poi lamentarsi che ci sia troppo casino? Come si può pensare che un borgo di poche centinaia di abitanti possa reggere l’impatto di decine di migliaia di turisti a settimana (o al giorno)?

Ordinanze anti-bivacco in tutta Italia

Una simile ordinanza è il vanto anche del capoluogo della Tuscia che da Portofino dista oltre 400 km, mentre è a pochissima distanza da un altro borgo molto instagrammabile come Civita di Bagnoregio (dove per entrare si paga il biglietto). Anche a Viterbo è vietato sedersi sui gradini delle fontane (da sempre una delle sedute più care ai ragazzi del luogo) o farsi una birretta dopo le 16 del pomeriggio. Tanto che un paio di anni fa nel cuore della notte un paio di Volanti hanno rotto il silenzio che avvolgeva la notte profonda per andare a multare due ignari (e silenziosissimi) ragazzi che stavano finendo la birretta prima di andarsene a letto.
Stesse ordinanze (o provvedimenti contro il degrado) anche a Marina di Ragusa, a Fondi, a Gallipoli e a Capri, a Chivasso e nel centro di San Felice al Circeo, nella zona intorno alla stazione di Pisa e a Siena. E, ovviamente, anche a Firenze dove è vietato consumare cibo e bevande su banchine, gradini, arredi e aree verdi: ordinanza nominata “Piazze Vivibili” (dagli Uffizi al parco delle Cascine) che hanno già portato a 24 multe (da 160 a 500 euro) e 8 denunce.

Appello a noi turisti: spostiamoci

Insomma, se i sindaci dichiarano guerra all’overtourism, forse dovremmo dichiarargli guerra anche noi semplici cittadini-turisti: ma senza divieti, semplicemente scegliendo mete meno note anche se non per questo meno belle, suggestive, intriganti e ricche di Storia e di storie. Un paese così lungo e circondato dal mare, così punteggiato da colline e montagne, laghi e fiumi di assoluto pregio paesaggistico e segnati da culture e tradizioni assolutamente da scoprire, un Paese così merita di più che qualche scatto da condividere su Instagram sol per dire: ci sono stato anche io. E se proprio volete stare sui social, almeno puntate a strillare: “questo l’ho trovato io!” La caccia al tesoro è aperta…

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