Fesa di vitello sottile, abbondante burro chiarificato e una montagna di pangrattato per una crosta super croccante. Non sono esattamente gli ingredienti a cui si pensa quando si parla di un campione come Jannik Sinner, sempre attento alla forma fisica e a un’alimentazione controllata. Eppure, il suo piatto del cuore è proprio la Wiener Schnitzel, la cotoletta alla viennese panata e fritta.
In una recente intervista al Corriere della Sera, il giovane atleta altoatesino ha ricordato con affetto i pranzi dai nonni quando, da piccolo, i genitori erano al lavoro. «Il piatto della mia infanzia? Direi la Wiener Schnitzel di mia nonna, molto buona», racconta Sinner. Un simbolo gastronomico delle regioni mitteleuropee – Alto Adige compreso – ancora amato dal numero uno al mondo ATP che, nonostante i ritmi serrati, riesce a concedersi questo piacere nei giorni off. Ma cosa rende così speciale questo classico della cucina austriaca?
Si tratta di una preparazione semplice, nata probabilmente a Vienna negli anni Trenta dell’Ottocento ma nota da secoli nel panorama culinario europeo. Le sue radici affondano in una complessa storia di contaminazioni e influenze gastronomiche, con la prima traccia scritta risalente al 1831 e inserita in un libro di cucina pubblicato a Praga nel 1831 dal titolo “Allerneuestes allgemeines Kochbuch”.
Si narra addirittura che l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria fosse particolarmente ghiotto di questa cotoletta sottile e dorata. Tuttavia, alcuni storici attribuiscono la paternità del piatto alla celebre e molto simile cotoletta alla milanese – comparsa ufficialmente con tanto di ricetta in un trattato di Giuseppe Sorbiatti nel 1855 – portata in patria dal comandante austriaco Josef Radetzky di ritorno dalla sua esperienza nel Lombardo-Veneto.
Nonostante la contesa tra le due cucine, la Wiener Schnitzel è riuscita a entrare saldamente nel dna culinario di Austria, Germania e Italia, ritagliandosi un’identità precisa e un posto di rilievo nei ristoranti tipici e nelle tavole tirolesi. Merito di materie prime e tecnica, essenziali per ottenere una carne succosa e morbida all’interno, racchiusa in una crosta esterna croccante e dorata. La panatura prevede una doppia passata: prima la farina, poi l’uovo sbattuto e infine il pangrattato, che deve essere abbondante e a grana grossa per un’ottima riuscita finale. Un’esecuzione che, benché basilare, richiede attenzione e mani esperte, proprio come quelle delle nonne.
È forse questo il segreto della cotoletta viennese tanto cara a Sinner: un comfort food che va oltre il gusto. Per il top player cresciuto nel cuore dell’Alto Adige la Wiener Schnitzel preparata dalla nonna è, infatti, l’emblema delle proprie radici. Non è un caso che il giovane atleta la ricordi come un piatto capace di evocare atmosfere familiari e momenti semplici e autentici, insieme ai canederli e ai buchteln – lievitati ripieni di marmellata – preparati da papà Hanspeter, cuoco di professione.
Per il tennista, la Wiener Schnitzel non è solo una questione di gola, ma ciò che gli regala un attimo di pausa tra un match frenetico e l’altro. E forse è proprio in quella fetta di carne croccante e dorata che si nasconde il segreto di un campione che sa come mantenersi saldo alle proprie origini, anche mentre corre verso nuove vittorie.
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